mercoledì 22 maggio 2024

Le cugine cubane


 


Il nome Mariano mi era balenato in testa fin da quando ero bambina. D'estate, il pomeriggio, mentre tutti facevano la siesta, frugavo nei cassetti del cassettone della camera da letto di Francisco Defaus Marés, mio nonno materno. Il cassetto che più stimolava la mia curiosità era il primo, dove c'erano i documenti notarili, la maggior parte dei quali erano testamenti. Mi arrampicavo su una sedia e tiravo fuori le scartoffie. Mi emozionavo a leggere storie e quei documenti ne contenevano tante. Dei più antichi, quelli del Settecento non capivo quasi nulla perché l'inchiostro era sbiadito e la grafia contorta e indecifrabile, invece quelli dell'Ottocento erano scritti con una grafia più chiara, più facili da leggere. Uno, datato nella prima metà dell'Ottocento citava un certo Mariano Defaus Segarra. Ma quello che più aveva attirato la mia attenzione era stato un testamento del 1887 in cui erano menzionati mio bisnonno Francisco e i suoi fratelli, Mariano, María e Isidro Defaus Moragas. Tutti i beni erano andati a Francisco, l'erede universale, mentre gli altri figli ricevettero ben poco, Teresa Moragas, la moglie, nulla. In altre carte notarili del 1898, anno in cui morì José Defaus Ballesté, compaiono di nuovo i nomi di Mariano e dei fratelli.

All'inizio degli anni Sessanta, quando avevo circa sei anni, ogni tanto mi ammalavo di tonsillite e dovevo stare a letto per diversi giorni, così inventavo storie straordinarie, le mie preferite erano i viaggi in mare, il mio letto diventava la mia nave. Quando vogavo la mia barca con una gruccia non potevo immaginare che nel secolo scorso un fratello del mio bisnonno avesse attraversato l’Oceano.
Nella mia famiglia non c'erano viaggiatori, né avventurieri, eravamo tutti, e lo
siamo ancora, gente piuttosto mite e sedentaria. Per secoli, per quanto ho potuto scoprire, la maggior parte dei miei antenati era nata e morta a Malgrat, paese costiero della provincia di Barcellona. Fino a qualche mese fa, nessuno sospettava che uno di loro si fosse imbarcato e fosse approdato oltreoceano. Tuttavia, in casa Defaus non c'era alcun documento che lo dimostrasse. Nessuno ci aveva mai parlato del parente che era partito per Cuba.
A diciotto anni ho lasciato il paese per andare a Barcellona a studiare all'
Università e a ventuno sono partita per L’Italia. Per molto tempo mi sono dimenticata dei miei antenati, finché un giorno, quando avevo circa cinquant'anni e vivevo ancora all'estero, scrissi un racconto su un episodio che mio padre, allora vedovo e ultranovantenne, mi raccontò sui nonni di mia madre. Poi mio padre morì e per alcuni anni non pensai più alla famiglia Defaus. Finché, alla fine di febbraio del 2023, non ho ricevuto un messaggio da María Rosa Comas Defaus, una delle mie cugine residente a Malgrat, che mi diceva che Jordi Defaus, un altro cugino, aveva ricevuto un messaggio sui social di una ragazza cubana che gli diceva che avevamo antenati comuni, subito ho scritto sulla chat di Jordi. Mio cugino mi rispose che la ragazza cubana, Lilién Catalá Defaus, era figlia di una pronipote del fratello del nostro bisnonno e che stava cercando le prove che dimostrassero che il suo antenato era nato a Malgrat, per poter ottenere i documenti per l'espatrio di sua madre Lidia e delle sorelle, Elena, Nelida e Felicita. Le ho subito scritto attraverso i social:
- Ciao, sono Josefina Privat Defaus, una cugina di Jordi Defaus, sono nata a Malgrat, ma vivo in Italia da molti anni. Ho saputo da Jordi che abbiamo antenati comuni. Sono molto felice che Mariano Defaus Moragas, il bisnonno di tua madre, fosse il fratello di Francisco Defaus Moragas, il mio bisnonno (anche di Jordi). Non sapevo che un membro della nostra famiglia fosse andato a Cuba.
-
Ciao, sono felice di conoscerti. Deve essere tardi in Italia, c'è il fuso orario.
- Non
ti preoccupare, non è tardi, sono le dieci di sera, inoltre sono in vacanza perenne, da quando un anno fa sono andata in pensione.

- Sei stata molto gentile a scrivermi! Qui sono le cinque del pomeriggio. Jordi è una persona speciale. E’ stata una emozione fare la sua conoscenza e ora è lo stesso con te.
- Sì, Jordi è molto gentile, mi ha raccontato del tuo trisnonno Mariano, ma vorrei saperne di più.
- Beh, la storia ti piacerà, te la racconto io: Mariano Defaus Moragas arrivò a Cuba a 17 anni nel 1873 e...
... quando trionfò la rivoluzione di Fidel Castro, la famiglia di Mariano perse la casa e le terre, espropriate dalla legge del nuovo governo.
- Ci sono molti discendenti di Mariano a Cuba?
- La famiglia Defaus è numerosa, ma il cognome Defaus è unico a Cuba. Tutti i Defaus del Paese siamo parenti...
- Non ci posso credere. Noi non ne sapevamo nulla!
- Non vedo l'ora di raccontare di te a mia madre e alle zie, le pronipoti di Mariano.
- E io non vedo l'ora di parlare di te con i miei fratelli.
- Ho saputo da Jordi che la casa dove è nato Mariano esiste ancora.
- Sì, ma ha subito molti lavori di ristrutturazione, credo che la facciata risalga ai primi del Novecento.
- Sono contenta che la casa sia rimasta alla famiglia, perché ha un grande valore affettivo.
- Abbiamo ancora una Madonna di legno molto antica, ti manderò una foto.
- Mi piacerebbe vederla. Conservatela sempre. I ricordi non hanno prezzo.
- Mariano è stato molto coraggioso ad allontanarsi dalla famiglia a diciassette anni.

- Immagino quanto gli sia mancato l'abbraccio della madre, la compagnia dei fratelli e sorelle e il mare che tanto amava...
-
Voi sapete perché lasciò Malgrat?
- Mariano
disse ai figli che era venuto a Cuba perché non voleva arruolarsi nell'esercito, suppongo che in un certo senso l'abbia fatto per preservare la sua vita.
- Forse c'è un altro motivo, mi sembra strano che Mariano, il primogenito ed erede delle proprietà della famiglia Defaus, sia
scappato a Cuba.
- Non lo so... cercheremo di scoprirlo insieme. Questa ricerca è iniziata perché volevo che mia madre
ottenesse la nazionalità spagnola, che le spetta per diritto di sangue, in modo da poter viaggiare e visitare sua sorella Nélida e la sua famiglia negli Stati Uniti... E alla fine ho trovato qualcosa di più prezioso.
- Chiederò ai miei fratelli e cugini, per vedere se sanno qualcos'altro. Ti scriverò se salta fuori qualcosa.

- Grazie. Sono riuscita ad avvicinarmi al passato della famiglia e penso che possiamo rimanere collegate e conoscerci meglio. Questo mi rende molto felice.
- Rende felice anche me.

- Sono in contatto con l'archivio di Malgrat, con Maria Teresa Gibert, una donna che mi ha aiutata a ottenere i certificati che testimoniano l'origine catalana di Mariano.
- Credo che mia sorella conosca bene Maria Teresa, è una cugina di sua nuora. Glielo domanderò, come ti ho detto prima vivo in Italia da più di quarantacinque anni e ho perso di vista molte persone del paese. A luglio andrò a trovare Maria Teresa, non vedo l'ora di incontrarla.

- Molto bene. Per adesso, un grande abbraccio.
- Sì, continueremo a parlare, un abbraccio
anche da parte mia.
La sera stessa sono andata a guardare i miei social e ho trovato un messaggio di Lidia, la madre di Lilién, che mi diceva
la stessa cosa della figlia, che stava cercando i membri della famiglia catalana del bisnonno e che stava inviando messaggi a tutti coloro che avessero il cognome Defaus.
Per tutta la vita mi sono lamentata che la mia famiglia
fosse piuttosto monotona, per quanto riguarda la genealogia: sia da parte di mio padre che di mia madre, tutti i miei antenati provenivano dallo stesso paesino, Malgrat, per secoli si sono sposati tra loro e non hanno mai lasciato la zona. Per questo è stato emozionante per me scoprire che avevamo famiglia a Cuba.

Quella sera, prima di andare a letto, ho detto a mio marito:
- Ho de
lle cugine cubane e nessuno me ne aveva mai parlato!
Il giorno dopo ho chiamato
mia sorella, che, alla morte dei miei genitori, aveva ereditato la casa e tutti i documenti della famiglia Defaus.
- Maria Carmen, che tu sappia,
abbiamo parenti Defaus a Cuba?
- Non credo, ce lo avrebbe detto nostra madre.
- Ebbene, una ragazza cubana mi ha scritto dicendo che
è una discendente del fratello del nostro bisnonno Francisco.
- Non ci credo! Sei sicur
a che quella ragazza non si sia sbagliata?
- La ragazza ha le prove che Mariano Defaus Moragas è arrivato a
L'Avana nel 1873 e che proveniva da Malgrat.

- C'è qualcosa di sospetto qui! Se tutto è vero, la storia di Mariano potrebbe essere un segreto che la nostra famiglia aveva ben nascosto e non voleva che nessuno sapesse, disse mia sorella.
- Dobbiamo scoprirlo!
Quello stesso giorno, María Carmen si recò nella casa d
ella nostra infanzia, chiusa da diversi anni, per cercare di trovare qualche indizio per risolvere l'enigma, aiutata dal figlio e la nuora. In fondo a una scatola di ottone, su un ripiano della credenza della sala da pranzo, trovarono la fotografia di un uomo sulla trentina, con uno sguardo profondo, occhi chiari, barba e baffi, capelli corti e ondulati, che indossava una giacca scura, una camicia bianca e una cravatta. Quel ritratto color seppia era stato scattato da un fotografo de L'Avana, in uno studio fotografico chiamato J. A. Suarez y compañía, al 64 della Via O'Reill. Nella foto non c’era alcuna data. Entrambe abbiamo dedotto che si trattava di Mariano Defaus Moragas. Chi altro poteva essere?
- Perché nessuno si era accorto che la fotografia proveniva da
L'Avana? Le dissi.
-
Nessuno ci aveva fatto caso perché era nascosta in fondo alla scatola dove i nostri nonni tenevano le fotografie e nel corso degli anni coloro che conoscevano la storia di Mariano sono morti, mi rispose mia sorella.
Mia sorella ritrovò anche il testamento del 1887 in cui José Defaus Ballesté lasciava ai figli i suoi beni. Era lo stesso testamento che avevo sfogliato da bambina.

Scrissi nuovamente a Lilién raccontandole le nostre scoperte e lei mi disse che anche le sue ricerche avevano ottenuto buoni risultati, grazie a María Teresa Gibert, che faceva parte del gruppo Amics del arxiu de Malgrat. Non conoscevo María Teresa, ma non mi ci è voluto molto per conoscerla, attraverso i messaggi che mi ha inviato sui miei social:
-
Ciao, sono María Teresa, tu non mi conosci ma io sono di Malgrat e conosco tua sorella e tua cognata. Sono una volontaria dell'archivio comunale e amo gli studi genealogici. Abbiamo un legame comune: i cugini cubani. Lilién mi ha scritto chiedendo informazioni su Mariano Defaus Moragas, il bisnonno di sua madre. Avrei potuto darle indicazioni su come muoversi, come faccio sempre, ma è stata così gentile ed educata che le ho detto: ci penso io. Ho saputo da Lilién che vi scrivete.
- Ciao, piacere di conoscerti. Sì,
mi sto scrivendo con Lilién. Lei mi ha detto che hai trovato quello che stavi cercando.
- Ho avuto difficoltà perché quando è nato Mariano (1856) non c'era l'anagrafe e ho dovuto consultare i libri parrocchiali, ma purtroppo molti di essi sono stati bruciati durante la
Guerra Civile.
- Che sfortuna! E cosa hai fatto?
- Mi ha aiutato Moss
én Salvador de Malgrat, che mi ha consigliato di consultare gli archivi della diocesi di Girona. Se Mariano era stato battezzato, doveva anche essere stato cresimato e questo veniva fatto dal vescovo.

- Che buona idea! E ci sei riuscita?

- Sì, Mariano nel 1857 ha ricevuto la cresima dal vescovo di Girona. L'ho trovato anche nellelenco del censimento del gennaio 1873, l'ultimo anno in cui ha vissuto con la sua famiglia a Malgrat, negli anni successivi non compare più.
- Sono felice che tu ce l'abbia fatta.
- Beh, a
lle cugine è stata chiesta anche un'altra cosa, che è stata la più difficile da ottenere: un certificato del tribunale da attestare che in quegli anni la Spagna non aveva Registro Civile. A Malgrat non hanno voluto farmelo, ho dovuto chiederlo a Madrid.
- Oh mio Dio, quante
procedure!
- Per fortuna
adesso hanno tutto, possono richiedere la nazionalità spagnola.
- Hai fatto un buon lavoro,
le cugine cubane ti saranno grate tutta la vita.
- Non so perché mi sono imbarcat
a in questa faccenda, qualcosa dentro di me mi diceva che avevano bisogno del mio aiuto.
- S
ei stata molto brava, hai fatto bene a seguire il tuo istinto e aiutare gli altri.
Ho incontrato personalmente Maria Teresa nell'estate del 2023, donna intelligente e gentile, la quale mi raccontò che si era impegnata con grande determinazione per ottenere ciò che sembrava impossibile. Una volta avute le quattro copie del certificato della cresima, sono state inviate a Lidia, una delle pronipoti di Mariano, ma non per posta, bensì tramite una persona cubana che si trovava a Madrid in quel momento, poiché le cugine temevano che i documenti si perdessero nei meandri degli uffici postali cubani. Le cugine hanno presentato la domanda al consolato spagnolo de L'Avana, ma sono ancora in attesa di una risposta.
Lilién, trentenne
di Pinar del Río piena di entusiasmo, ha creato un gruppo Whats App per riunire tutti i cugini Defaus sparsi per il mondo. All'inizio eravamo in sei, le tre zie di Lilién, Lidia, sua madre, lei e io, poi si sono aggiunti i cugini catalani, Jordi, M.Rosa, Teresa e Montse e diversi cugine cubane, Mariela, Idania, Dinorah, Drialis, Nydia, Amy, Wendy, Adilen... e alcuni cugini: Emilio, Osvaldo, Juan e Gilberto. Adesso, nel gruppo siamo venticinque, tutti discendenti dei coniugi Teresa Moragas Gibert e José Defaus Ballesté, sposati negli anni Settanta del XIX secolo. La maggior parte dei pronipoti cubani attualmente abita a Cuba, ma alcuni sono emigrati negli Stati Uniti. A volte è un po' complicato parlare con così tante persone, all'inizio mi girava la testa quando scrivevamo tutti allo stesso momento, ma ora abbiamo imparato e siamo più disciplinati. Del nostro gruppo fa parte anche Maria Teresa Gibert, che dopo varie ricerche genealogiche ha scoperto di essere una nostra lontana cugina.
Il giorno in cui ho scritto a Lilién ho capito che nella mia vita c'era una storia da raccontare. Ognuno dei cugini cubani mi ha
fatto conoscere storie e aneddoti che i loro antenati si erano tramandati a voce. María Teresa, consultando l'archivio per ore e ore, mi ha aiutato a ricostruire la vita, le abitudini e gli eventi più importanti degli abitanti di Malgrat, alla fine del XIX secolo.

Nel gruppo WhatsApp condividiamo, oltre ai racconti dei nostri genitori e nonni (cubani e catalani), vecchie fotografie di Malgrat, Las Ovas, Pinar del Río e della farmacia Sarrá de L'Avana, un video della zona in cui si trovava la tenuta Esperanza (oggi rimane solo il grande serbatoio dell'acqua della villa), immagini della stazione di Las Ovas, dove Mariano prendeva il treno, che purtroppo qualche anno fa è stata distrutta da un tornado, canzoni del cantante cubano Rigo Duarte che descrivono il villaggio di Las Ovas, vecchie cartoline, documenti del comune e annunci funebri. Non so perché ho iniziato a scrivere la storia di Mariano, ma so che qualcosa dentro di me mi ha spinto a farlo. La ragione è forse racchiusa nelle parole di un personaggio di un libro di Care Santos, una scrittrice catalana contemporanea:
I romanzi servono a riportare in vita i morti, a ritrovare tutto ciò che abbiamo perso.

Vi chiederete perché ho scritto la storia in spagnolo e non in catalano. Ecco alcuni motivi: non tutti coloro a cui ho dedicato la narrazione sapevano la lingua catalana, inoltre Mariano, dall'età di diciassette anni, senza dimenticare la sua lingua madre, adottò il castigliano come lingua propria e nella mia immaginazione l'ho sentito pronunciare il melodico spagnolo di Cuba; ho fatto tutti i miei studi primari e superiori durante la dittatura franchista, per questo mi è più facile scrivere in castigliano, la lingua ufficiale di allora, il catalano non veniva insegnato a scuola. In ogni caso, il catalano è la mia lingua madre e continuerò ad amarla per tutta la mia vita; sappiate che quando avrò terminato la traduzione di questo racconto in italiano, inizierò la versione in catalano.
Per diversi mesi, ogni mattina mi
sono svegliata presto pensando a Mariano, ai suoi genitori, ai fratelli, alla moglie, agli amici, ecc. e dopo aver fatto colazione mi sedevo al mio tavolo e iniziavo a scrivere le sue gesta. Una volta terminato un capitolo, lo inviavo ai cugini Defaus, più o meno ogni due settimane.
Mariano e i personaggi che lo circondano (alcuni reali e altri frutto della mia fantasia) sono tornati, mi hanno accompagnato settimana dopo settimana, spero che anche voi, quelli che
state leggendo queste pagine, vi lascerete coinvolgere e affascinare da questa storia.









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