domenica 18 settembre 2022

Tre divani



Il letto di solito è il primo mobile che acquistano le coppie che vogliono andare a vivere insieme, il secondo è il divano.

I primi tempi abbiamo abitato in una casa in affitto ammobiliata. Ma quando siamo andati a vivere nel nostro appartamento, appena ristrutturato, anche noi, abbiamo deciso di comprare, dopo il letto, il divano.

Un giorno siamo andati a vedere divani in una tappezzeria artigianale fuori Firenze che un amico ci aveva segnalata. Ci ha colpito subito il divano rosso in vetrina.

Dopo averci mostrato alcuni divani, la commessa, una donna gentile sulla cinquantina, si è allontanata. Allora noi abbiamo  ci siamo detti:

- Forse quello che mi piace di più è quello rosso della vetrina, ha un taglio classico, dissi io.

- Anche a me convince parecchio. E’ elegante ma allo stesso tempo sobrio. Ma forse sarebbe meglio vederne altri per confrontare, disse mio marito prima di uscire dal negozio.

Una settimana dopo siamo ritornati alla ditta artigianale, decisi a comprare il divano rosso, ma per nostra sorpresa era già stato venduto.
- Ne potete ordinare subito un altro, ma la consegna avverrà tra otto settimane, disse la commessa, la stessa della volta prima.

- Io ci sto. Cosa ne dici tu? Mi domandò mio marito.

- Otto settimane senza divano! Non ce la farei mai, gli risposi.

- Se volete abbiamo un divano letto dello stesso modello di quello rosso, ma è di colore beige. La stoffa chiara permette di lavare il rivestimento e le fodere dei cuscini a 40 gradi, in lavatrice. E’ un grande vantaggio non doverlo portare in tintoria.

- A me sembra molto delicato questo colore, dissi io.

- Lo potrà lavare tutte le volte che vorrà, non si restringerà poiché il tessuto è stato bagnato prima. Signora, deve avere presente che le stoffe scure a forza di lavarle perdono il colore e invecchiano rapidamente. Segua il mio consiglio e non si pentirà, disse la commessa.

- A me piace anche chiaro, disse mio marito.

La fretta ci fece dimenticare il divano rosso e decidere per quello beige.
Due uomini ce lo portarono in un camion. Fecero fatica a trascinarlo per le scale, dovettero fare alcune manovre nel primo pianerottolo, ma alla fine sono riusciti a raggiungere il secondo piano. Io li aspettavo contenta sulla soglia della porta.

Una sera d’inizio primavera abbiamo invitato alcuni amici a cena per festeggiare l’inaugurazione dell’appartamento e per annunciare la mia gravidanza. Dopo cena ci siamo trasferiti sul divano. A un certo punto uno degli invitati ha versato del vino rosso su uno dei cuscini dello schienale.

L’invitato non si è scomposto, noi invece siamo rimasti male, forse perché credevamo che sarebbe stato difficile levare la macchia. Qualcuno ci ha detto di metterci subito del sale grosso, così avrebbe assorbito il vino. Per fortuna dopo il trattamento col sale grosso e un lavaggio in lavatrice, la macchia è sparita.

Quando sono nati i nostri figli, abbiamo ricoperto il divano con una fodera rossa di cottone. Gli anni sono passati, i bambini sono cresciuti in fretta e via via abbiamo cambiato la fodera del divano, ma quasi sempre le prendevamo rosse.

Il pomeriggio, dopo la scuola, se era bel tempo spesso stavamo fuori con i figli. Quando rientravamo i bambini giocavano insieme mentre noi preparavamo al cena. I pasti serali erano abbastanza faticosi, i piccoli erano stanchi e anche noi eravamo distrutti.

Alle nove i bambini andavano a letto e noi ci sedevamo sul divano in santa pace, a guardare un film alla TV, a leggere o a ascoltare musica.

Da lunedì a venerdì, i bambini non infrangevano le nostre regole. Mangiavano sempre a tavola e andavano presto a letto. Ma il sabato e la domenica avevano il permesso di cenare seduti sul divano, davanti alla TV.
Ben presto i ragazzi sono diventati adolescenti e quel povero divano ne ha viste di cotte e di crude. Nostro figlio piccolo era quello che ci stava di più.

Appena compiuti vent’anni, i ragazzi sono andati a studiare o a lavorare fuori dell’Italia. Nostra figlia è rimasta definitamente a Madrid, il figlio dopo gli studi ha cambiato diversi lavori, poi è ritornato a Firenze, con l’idea di cercarsi un appartamento tutto per sé.

Rimasti da soli, abbiamo deciso che dopo venticinque anni era arrivato il momento di rinnovare i mobili della cucina.
- Forse sarebbe anche l’ora di cambiare il divano, ne vorrei uno più leggero e moderno. Mi disse lui.
- Sei sicuro? Non è così malconcio e poi io mi ci sono affezionata.
- Il divano è ancora buono, ma la struttura del letto sotto è un po’ rotta, tra l’altro a cosa ci serve adesso un divano letto? Da quando i nostri genitori non ci sono più, non stiamo ospitando più nessuno? Mi disse lui convinto.
- Forse hai ragione, niente divano letto. Se prendiamo un divano nuovo, lo voglio di un colore scuro, sono stanca di dover coprirlo sempre.
- Va bene, tu sceglierai il colore e io il modello, tagliò corto lui.
Non è stato per niente facile scegliere un divano che andasse bene a entrambi, un giorno abbiamo quasi litigato. A lui piacevano quelli moderni, a me quelli classici.

Alla fine, cercando sul sito Web di un’azienda di mobili di design, ne abbiamo trovato uno che piaceva a entrambi. La ditta aveva un punto vendita a pochi chilometri di Firenze.

Abbiamo preso un appuntamento con la responsabile commerciale del settore divani, una donna giovane e determinata.
Appena arrivati ci ha mostrato il loro catalogo e poi ci ha accompagnati in uno locale dove c'erano diverse modelli di divani.
- Lo vorremo a tre cucini, ho detto io.
- Adesso non li facciamo più a tre cucini, nessuno ce li chiede, meglio due grandi, sono più pratici e ovviamente tre persone ci stanno bene, disse la donna.
- Quello là, lo abbiamo visto sulla vostra pagina web e ci piaceva, disse il marito, indicandone uno alla sua destra.
- Sì, bello, è bello, ma i due cuscini sembrano enormi e devono pesare molto, ho risposto io.
- No, signora, essendo di piume non pesano niente. Questo è un divano in cui comfort e design vanno uniti, sedetevi sopra.

Poi aggiunse:

- Toccate i cuscini, sia sullo schienale che sui sedili, sono morbidi e confortevoli. L'unico piccolo inconveniente è che dopo essersi seduti dovrete risistemare le piume.
- Li fatte solo di piume? Domandò mio marito.

- Ci sono anche i cuscini con la gomma piuma. Il prezzo sarà inferiore, ma io ve lo sconsiglio, sono meno comodi, concluse la donna, che sapeva fare bene il suo mestiere.
- Si, meglio di piume! Disse mio marito.
- Va bene, dissi io, un po’ più convinta.
Poi la donna ci fece vedere diversi campioni di stoffa, alla fine abbiamo scelto un tessuto abbastanza spesso di color melanzana.
La mattina in cui doveva arrivare il divano nuovo, mio marito ha smontato il letto pieghevole dal vecchio divano. Poi lui e nostro figlio hanno spostato i vari pezzi nel locale sotto casa che usiamo come ripostiglio e parcheggiamo le nostre biciclette. Poi abbiamo lavato in lavatrice il rivestimento dei cuscini e della struttura.
- Aveva ragione la commessa della ditta artigianale, te la ricordi? Quella che diceva che la stoffa era eterna, dissi a mio marito, mentre stiravo le fodere ancora bagnate.
Mio marito lavorò tutto il giorno per sistemare il vecchio divano: inserì delle aste di legno al posto del letto pieghevole, che venne portato alla discarica comunale. Poi sostituì i piedini con delle ruote.

Era diventato un bel divano, pensai mentre lo rivestivo. Lo abbiamo ricoperto con un lenzuolo bianco e appoggiato in un angolo del ripostiglio.
Nel tardo pomeriggio due uomini ci portarono il divano nuovo e lo sistemarono nel soggiorno, vicino alla finestra. Capì subito che aveva un colore diverso di quello che avevamo scelto, era marrone scuro, piuttosto che colore melanzana.

Solo la mattina presto, quando il sole entrava nel soggiorno, il colore diventava più bello, venivano fuori i toni violacei, che tanto mi piacevano.
Notai che il marrone non s'addiceva molto con le mattonelle di cotto del pavimento, ma non osai confessarlo a mio marito. Mi avrebbe detto:

- Il colore lo hai scelto tu.

Col passare del tempo entrambi si siamo resi conto che era una seccatura sistemare i cuscini ogni volta che si sgonfiavano, ma cercavamo di non lamentarci. Fino che nel 2020,  con la pandemia, le cose sono cambiate.

Durante la quarantena, noi, come tutte le persone confinate, abbiamo dovuto smettere di uscire, di andare al cinema o di invitare gli amici a cena. In quel periodo di reclusione, il divano è diventato il luogo della casa dove trascorrevamo più tempo.
- Questo divano è bello e moderno, mi piace, ma ultimamente mi sembra più scomodo, gli dissi a mio marito, una sera mentre ascoltavamo la radio.

- Hai ragione, anch'io ci penso da tempo. E’ una seccatura rigonfiare le piume ogni volta che ci sediamo, disse lui.

- Questo divano non mi convince per niente, dissi io, lasciandomi andare.
- A me piace e per me è comodo, disse lui.
- Certo, ma come mai tu ti siedi quasi sempre sulla poltrona? Gli domandai.

La conversazione di quel giorno non ci portò da nessuna parte, ma dopo qualche settimana nostro figlio, che abitava in un altro quartiere della città, venne a trovarci e ci disse.
- Ne ho abbastanza del mio divano, l'abbiamo comprato senza pensarci troppo. Avevamo fretta di andare a vivere insieme. Occupa troppo spazio nel soggiorno. Ogni sera, quando mi ci sdraio, guardando la TV, lo sento più scomodo. Voglio metterlo in vendita in un sito web.
- Il tuo divano non è male, il colore grigio antracite le da un’ aria moderna, ma hai ragione,  è un po' troppo grande per il tuo soggiorno. Bravo, se riesci a venderlo, rispose mio marito.
- E hai intenzione di comprarne uno nuovo? Gli domandai io.
- Sto guardandomi intorno, ma l'altro giorno ho pensato che forse il vecchio divano che avete nel ripostiglio potrebbe andare bene a casa mia.
Quella sera, dopo che nostro figlio era andato via, mio marito e io abbiamo continuato a parlare di divani. Abbiamo deciso che, appena nostro figlio avesse venduto il suo divano grigio, gli avremo regalato il nostro, che piaceva sia a lui che alla sua compagna. Noi invece avremo ripreso il vecchio divano dal ripostiglio.
Il giorno dopo abbiamo telefonato a nostro figlio.
- Ho capito bene? Mi regalate il vostro costoso divano di design e voi riprendete quello vecchio? Siete sicuri?
- Sì, il babbo ed io ve lo regaliamo volentieri, dissi io.
Nostro figlio in pochi giorni vendete il suo divano color antracite e ci chiamò per raccontarci come era andato l’affare.
- Non potete immaginare come erano contenti i due che mi hanno comprato il divano, non hanno nemmeno contrattato il prezzo. Era una coppia molto simpatica e chiacchierona. Mi hanno raccontato che il divano era uno dei primi mobili che stavano comprando per la casa che avevano affittato in campagna. L'hanno portato via in un furgone un po’ scassato, sembravano due hippy degli anni Settanta.
La mattina dopo nostro figlio e due dei suoi amici hanno portato il vecchio divano dal ripostiglio a casa nostra. Dopo con un furgone hanno trasportato il divano color melanzana dal nostro appartamento a quello di nostro figlio.
Mio marito ed io quella sera seduti sul vecchio divano, chiacchieravamo allegri, ci sembrava di essere ritornati negli anni Ottanta.
Anche nostro figlio quella stessa sera godeva nel contemplare il suo nuovo divano. Ci si sedette mentre parlava, attraverso una video chiamata, con la sua fidanzata, che all'epoca lavorava all'estero.
- Guarda come ci sta bene il nuovo divano ed è così morbido con queste piume. Ti manderò delle foto.
- Bello! Hai avuto un'idea eccellente. Non vedo l'ora di sederci sopra! Gli disse lei.
A lui non gli dava fastidio che le piume si schiacciassero quando ci si sedava, anzi gli piaceva questo aspetto informale.
Il giorno dopo nostro figlio ricevete una chiamata dalla coppia che aveva comprato il divano color antracite.

La donna cominciò a raccontargli che avevano dovuto fare diverse manovre per fare entrare il divano dalla porta, ma che alla fine lo avevano potuto collocare davanti il focolare. La sera avevano acceso il camino e si erano seduti sul divano a mangiare dei panini vicino al fuoco. Gli disse anche che avevano coperto il divano con un telo per il cane.

Nostro figlio, mentre ascoltava la donna, si aspettava che, da un momento all’altro, gli dicesse che il divano si era rotto o che era sprofondato o che la stoffa aveva preso fuoco. Temeva che volesse restituirglielo, invece la donna  gli disse:

- Ti ho chiamato per ringraziarti. Ci piace molto il tuo divano.

Finalmente i tre divani avevano ritrovato il posto che  meritavano, pensai.