I primi tempi abbiamo abitato in una casa in affitto ammobiliata. Ma quando siamo andati a vivere nel nostro appartamento, appena ristrutturato, anche noi, abbiamo deciso di comprare, dopo il letto, il divano.
Un giorno siamo andati a vedere divani in una tappezzeria artigianale fuori Firenze che un amico ci aveva segnalata. Ci ha colpito subito il divano rosso in vetrina.
Dopo averci mostrato alcuni divani, la commessa, una donna gentile sulla cinquantina, si è allontanata. Allora noi abbiamo ci siamo detti:
- Forse quello che mi piace di più è quello rosso della vetrina, ha un taglio classico, dissi io.
- Anche a me convince parecchio. E’ elegante ma allo stesso tempo sobrio. Ma forse sarebbe meglio vederne altri per confrontare, disse mio marito prima di uscire dal negozio.
Una
settimana dopo siamo
ritornati alla ditta artigianale, decisi
a
comprare il divano
rosso,
ma
per nostra
sorpresa era
già stato venduto.
- Ne
potete ordinare
subito un altro, ma la
consegna avverrà tra
otto settimane, disse
la commessa, la stessa
della volta
prima.
- Io ci sto. Cosa ne dici tu? Mi domandò mio marito.
- Otto settimane senza divano! Non ce la farei mai, gli risposi.
- Se volete abbiamo un divano letto dello stesso modello di quello rosso, ma è di colore beige. La stoffa chiara permette di lavare il rivestimento e le fodere dei cuscini a 40 gradi, in lavatrice. E’ un grande vantaggio non doverlo portare in tintoria.
- A me sembra molto delicato questo colore, dissi io.
- Lo potrà lavare tutte le volte che vorrà, non si restringerà poiché il tessuto è stato bagnato prima. Signora, deve avere presente che le stoffe scure a forza di lavarle perdono il colore e invecchiano rapidamente. Segua il mio consiglio e non si pentirà, disse la commessa.
- A me piace anche chiaro, disse mio marito.
La fretta ci fece
dimenticare il divano rosso e decidere per quello beige.
Due
uomini ce
lo
portarono in un camion. Fecero
fatica a trascinarlo per le scale, dovettero fare alcune
manovre nel primo pianerottolo, ma alla fine sono riusciti a
raggiungere il secondo piano. Io li aspettavo contenta sulla soglia
della porta.
Una sera d’inizio primavera abbiamo invitato alcuni amici a cena per festeggiare l’inaugurazione dell’appartamento e per annunciare la mia gravidanza. Dopo cena ci siamo trasferiti sul divano. A un certo punto uno degli invitati ha versato del vino rosso su uno dei cuscini dello schienale.
L’invitato non si è scomposto, noi invece siamo rimasti male, forse perché credevamo che sarebbe stato difficile levare la macchia. Qualcuno ci ha detto di metterci subito del sale grosso, così avrebbe assorbito il vino. Per fortuna dopo il trattamento col sale grosso e un lavaggio in lavatrice, la macchia è sparita.
Quando sono nati i nostri figli, abbiamo ricoperto il divano con una fodera rossa di cottone. Gli anni sono passati, i bambini sono cresciuti in fretta e via via abbiamo cambiato la fodera del divano, ma quasi sempre le prendevamo rosse.
Il pomeriggio, dopo la scuola, se era bel tempo spesso stavamo fuori con i figli. Quando rientravamo i bambini giocavano insieme mentre noi preparavamo al cena. I pasti serali erano abbastanza faticosi, i piccoli erano stanchi e anche noi eravamo distrutti.
Alle nove i bambini andavano a letto e noi ci sedevamo sul divano in santa pace, a guardare un film alla TV, a leggere o a ascoltare musica.
Da
lunedì a venerdì, i
bambini non
infrangevano
le nostre
regole. Mangiavano
sempre a tavola e
andavano
presto a letto. Ma il
sabato e la domenica avevano
il permesso di
cenare seduti sul divano, davanti
alla TV.
Ben
presto i ragazzi
sono
diventati adolescenti e
quel povero divano ne
ha viste di cotte e di crude.
Nostro figlio piccolo
era quello che ci stava
di più.
Appena compiuti vent’anni, i ragazzi sono andati a studiare o a lavorare fuori dell’Italia. Nostra figlia è rimasta definitamente a Madrid, il figlio dopo gli studi ha cambiato diversi lavori, poi è ritornato a Firenze, con l’idea di cercarsi un appartamento tutto per sé.
Rimasti
da soli, abbiamo deciso che dopo venticinque anni era arrivato il
momento di rinnovare i mobili della cucina.
- Forse sarebbe
anche l’ora di cambiare il divano, ne vorrei uno più leggero e
moderno. Mi disse lui.
- Sei sicuro? Non è così malconcio e
poi io mi ci sono affezionata.
- Il divano è ancora buono, ma
la struttura del letto sotto è un po’ rotta, tra l’altro a cosa
ci serve adesso un divano letto? Da quando i nostri genitori non ci
sono più, non stiamo ospitando più nessuno? Mi disse lui
convinto.
- Forse hai ragione, niente divano letto. Se prendiamo
un divano nuovo, lo voglio di un colore scuro, sono stanca di dover
coprirlo sempre.
- Va bene, tu sceglierai il colore e io il
modello, tagliò corto lui.
Non è stato per niente facile
scegliere un divano che andasse bene a entrambi, un giorno abbiamo
quasi litigato. A lui piacevano quelli moderni, a me quelli classici.
Alla fine, cercando sul sito Web di un’azienda di mobili di design, ne abbiamo trovato uno che piaceva a entrambi. La ditta aveva un punto vendita a pochi chilometri di Firenze.
Abbiamo
preso un appuntamento con la responsabile commerciale del settore
divani, una donna giovane e determinata.
Appena arrivati ci ha
mostrato il loro catalogo e poi ci ha accompagnati in uno locale dove
c'erano diverse modelli di divani.
- Lo vorremo a tre cucini, ho
detto io.
- Adesso non li facciamo più a tre cucini, nessuno
ce li chiede, meglio due grandi, sono più pratici e ovviamente tre
persone ci stanno bene, disse la donna.
- Quello là, lo abbiamo
visto sulla vostra pagina web e ci piaceva, disse il marito,
indicandone uno alla sua destra.
- Sì, bello, è bello, ma i
due cuscini sembrano enormi e devono pesare molto, ho risposto io.
-
No, signora, essendo di piume non pesano niente. Questo è un divano
in cui comfort e design vanno uniti, sedetevi sopra.
Poi aggiunse:
-
Toccate i cuscini, sia sullo schienale che sui sedili, sono morbidi e
confortevoli. L'unico piccolo inconveniente è che dopo essersi
seduti dovrete risistemare le piume.
- Li fatte solo di piume?
Domandò mio marito.
-
Ci sono anche i cuscini con la gomma piuma. Il prezzo sarà
inferiore, ma io ve lo sconsiglio, sono meno comodi, concluse la
donna, che sapeva fare bene il suo mestiere.
- Si, meglio di
piume! Disse mio marito.
- Va bene, dissi io, un po’ più
convinta.
Poi la donna ci fece vedere diversi campioni di
stoffa, alla fine abbiamo scelto un tessuto
abbastanza spesso di color melanzana.
La mattina in cui doveva
arrivare il divano nuovo, mio marito ha smontato il letto pieghevole
dal vecchio divano. Poi lui e nostro figlio hanno spostato i vari
pezzi nel locale sotto casa che usiamo come ripostiglio e
parcheggiamo le nostre biciclette. Poi abbiamo lavato in lavatrice il
rivestimento dei cuscini e della struttura.
- Aveva ragione la
commessa della ditta artigianale, te la ricordi? Quella che diceva
che la stoffa era eterna, dissi a mio marito, mentre stiravo le
fodere ancora bagnate.
Mio marito lavorò tutto il giorno per
sistemare il vecchio divano: inserì delle aste di legno al posto del
letto pieghevole, che venne portato alla discarica comunale. Poi
sostituì i piedini con delle ruote.
Era
diventato un bel divano, pensai mentre lo rivestivo. Lo abbiamo
ricoperto con un lenzuolo bianco e appoggiato in un angolo del
ripostiglio.
Nel tardo pomeriggio due uomini ci portarono il
divano nuovo e lo sistemarono nel soggiorno, vicino alla finestra.
Capì subito che aveva un colore diverso di quello che avevamo
scelto, era marrone scuro, piuttosto che colore melanzana.
Solo
la mattina presto, quando il sole entrava nel soggiorno, il colore
diventava più bello, venivano fuori i toni violacei, che tanto mi
piacevano.
Notai che il marrone non s'addiceva molto con le
mattonelle di cotto del pavimento, ma non osai confessarlo a mio
marito. Mi avrebbe detto:
- Il colore lo hai scelto tu.
Col passare del tempo entrambi si siamo resi conto che era una seccatura sistemare i cuscini ogni volta che si sgonfiavano, ma cercavamo di non lamentarci. Fino che nel 2020, con la pandemia, le cose sono cambiate.
Durante
la quarantena, noi, come tutte le persone confinate, abbiamo dovuto
smettere di uscire, di andare al cinema o di invitare gli amici a
cena. In quel periodo di reclusione, il divano è diventato il luogo
della casa dove trascorrevamo più tempo.
- Questo divano è
bello e moderno, mi piace, ma ultimamente mi sembra più scomodo, gli dissi a mio marito, una sera mentre
ascoltavamo la radio.
- Hai ragione, anch'io ci penso da tempo. E’ una seccatura rigonfiare le piume ogni volta che ci sediamo, disse lui.
-
Questo divano non mi convince per niente, dissi io, lasciandomi andare.
- A me piace e per me è comodo,
disse lui.
- Certo, ma come mai tu ti siedi quasi sempre sulla
poltrona? Gli domandai.
La conversazione di quel giorno non ci
portò da nessuna parte, ma dopo qualche settimana nostro figlio, che
abitava in un altro quartiere della città, venne a trovarci e ci
disse.
- Ne ho abbastanza del mio divano, l'abbiamo comprato
senza pensarci troppo. Avevamo fretta di andare a vivere insieme.
Occupa troppo spazio nel soggiorno. Ogni sera, quando mi ci sdraio,
guardando la TV, lo sento più scomodo. Voglio metterlo in vendita
in un sito web.
- Il tuo divano non è male, il colore grigio
antracite le da un’ aria moderna, ma hai ragione, è un po' troppo
grande per il tuo soggiorno. Bravo, se riesci a venderlo, rispose mio
marito.
- E hai intenzione di comprarne uno nuovo? Gli domandai
io.
- Sto guardandomi intorno, ma l'altro giorno ho pensato che
forse il vecchio divano che avete nel ripostiglio potrebbe andare
bene a casa mia.
Quella sera,
dopo che nostro figlio era
andato via, mio marito e io abbiamo continuato
a parlare
di divani. Abbiamo
deciso che, appena nostro figlio avesse venduto il suo divano grigio,
gli avremo regalato il nostro, che piaceva sia a lui che alla sua
compagna. Noi invece avremo ripreso il vecchio divano dal
ripostiglio.
Il giorno dopo abbiamo telefonato a nostro
figlio.
- Ho capito bene? Mi regalate il vostro costoso divano
di design e voi riprendete quello vecchio? Siete sicuri?
- Sì,
il babbo ed io ve lo regaliamo volentieri, dissi io.
Nostro
figlio in pochi giorni vendete il suo divano color antracite e ci
chiamò per raccontarci come era andato l’affare.
- Non
potete immaginare come erano contenti i due che mi hanno comprato il
divano, non hanno nemmeno contrattato il prezzo. Era una coppia
molto simpatica e chiacchierona. Mi hanno raccontato che il divano
era uno dei primi mobili che stavano comprando per la casa che
avevano affittato in campagna. L'hanno portato via in un furgone un
po’ scassato, sembravano due hippy degli anni Settanta.
La
mattina dopo nostro figlio e due dei suoi amici hanno portato il
vecchio divano dal ripostiglio a casa nostra. Dopo con un furgone
hanno trasportato il divano color melanzana dal nostro appartamento a
quello di nostro figlio.
Mio marito ed io quella sera seduti sul
vecchio divano, chiacchieravamo allegri, ci sembrava di essere
ritornati negli anni Ottanta.
Anche nostro figlio quella stessa
sera godeva nel contemplare il suo nuovo divano. Ci si sedette mentre
parlava, attraverso una video chiamata, con la sua fidanzata, che
all'epoca lavorava all'estero.
- Guarda come ci sta bene il
nuovo divano ed è così morbido con queste piume. Ti manderò delle
foto.
- Bello! Hai avuto un'idea eccellente. Non vedo l'ora di
sederci sopra! Gli disse lei.
A lui non gli dava fastidio
che le piume si schiacciassero quando ci si sedava, anzi gli piaceva
questo aspetto informale.
Il giorno dopo nostro figlio ricevete
una chiamata dalla coppia che aveva comprato il divano color
antracite.
La donna cominciò a raccontargli che avevano dovuto fare diverse manovre per fare entrare il divano dalla porta, ma che alla fine lo avevano potuto collocare davanti il focolare. La sera avevano acceso il camino e si erano seduti sul divano a mangiare dei panini vicino al fuoco. Gli disse anche che avevano coperto il divano con un telo per il cane.
Nostro figlio, mentre ascoltava la donna, si aspettava che, da un momento all’altro, gli dicesse che il divano si era rotto o che era sprofondato o che la stoffa aveva preso fuoco. Temeva che volesse restituirglielo, invece la donna gli disse:
- Ti ho chiamato per ringraziarti. Ci piace molto il tuo divano.
Finalmente i tre divani avevano ritrovato il posto che meritavano, pensai.
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