domenica 26 maggio 2019

Bruma














La ragazza non sospetta che nel mondo stiano accadendo degli eventi che cambieranno il corso della storia, come la Primavera di Praga o il movimento di protesta del Sessantotto. Non legge quasi mai i giornali che il padre continua a comprare ogni giorno, nonostante la censura vigente. Quel giorno ne sfoglia uno, un po' strappato e senza le prime pagine. La colpisce un articolo di cronaca locale che comincia così:

Il corpo senza vita di un bambino di sette anni è stato trovato ieri in un boschetto da un contadino del luogo. Solo l’autopsia potrà accertare le cause della morte, ma il medico legale ha già riscontrato segni di violenza e di soffocamento sul corpo della giovane vittima. La polizia sta cercando il responsabile di tale atrocità.

La ragazza, ancora un po' stordita, sente la voce della madre:

- Nina, dove sei? Rientra subito in cucina bisogna apparecchiare.

La ragazza obbedisce, attraversa il corridoio e la sala da pranzo, quella dove mai nessuno ha mangiato, entra nel bagnetto, con un lavandino e una doccia e si lava le mani.

La vecchia casa dove è nata è piuttosto grande. Al piano superiore, dove ci sono le camere da letto, non le è permesso di andare, perché la madre vuole che tutto rimanga in ordine e ben pulito. La famiglia trascorre le lunghe serate invernali nella grande cucina intorno alla stufa a legna; d'estate dopo cena, le donne portano le sedie impagliate fuori per prendere il fresco e parlare con le vicine.

A cena la ragazza spesso sta zitta e ascolta gli adulti mentre parlano, quasi sempre per lamentarsi, talvolta della semina che si deve posticipare per la pioggia incessante, altre volte dei pochi soldi che hanno a disposizione. Il padre è quello più ottimista e allegro, ma quando parla di politica diventa cupo per il suo malcontento verso la dittatura di Franco.

La stanzino dove c'è il gabinetto è ampio, le pareti e la porta sono dipinte di verde. Ci si accede dal cortile. L'entrata è adibita a lavatoio, con un tinozzo lava panni, alcuni scaffali pieni di bottiglie, stracci, saponette e spazzole, e in angolo sono sistemate le scope e gli spazzoloni; poi si sbuca in un piccolo disimpegno, dove c'è una sedia impagliata su cui la ragazza spesso si siede a leggere, prima fumetti e racconti illustrati, adesso romanzi. Ai due lati della sedia ci sono pile di giornali ammucchiati che la madre conserva per portarli alla pescivendola.

Alcune volte, prima di cena, quando la madre esce a comprare del pesce fresco, la ragazza si intrufola nella camera da letto del nonno, il quale le ha dato il permesso di guardare nei cassetti. Il cassettone è di legno massello, lo comprarono i genitori del nonno per le nozze del figlio. Alla ragazza piace aprire il primo cassetto, dove c'è un librino che apparteneva alla nonna, morta tanti anni prima e un mucchio di testamenti. La ragazza seduta sul letto legge, un po' alla volta, i documenti notarili.  Subito si rende conto che alle figlie femmine viene lasciata in eredità solo una piccola somma di denaro, invece ai maschi vengono cedute le proprietà terriere. Il primogenito eredita sempre la fetta più grande.

La sua è una famiglia contadina da molte generazioni: i campi del nonno sono a poca distanza dal paese e tutti collaborano nella raccolta degli ortaggi, anche la madre, seppur malvolentieri. Alla madre sarebbe piaciuto fuggire da quel paesino e andare a vivere in città, ma a quei tempi le donne dovevano obbedire ai genitori, quindi dopo essersi sposata le toccò rimanere nella casa dei suoi antenati.
Molte sere, dopo aver sparecchiato, mentre la madre lava i piatti e la sorella maggiore li asciuga, prima entrambe ridendo e scherzando, ma dopo poco discutendo e litigando, il fratello piccolo gioca da solo in un angolino e gli uomini si preparano per andare al Circolino a giocare a carte l'uno e a scacchi l'altro, lei va a sedersi nello stanzino verde.

Una sera la ragazza si scopre innamorata, pensa al ragazzino che l'ha colpita il giorno prima; è molto attratta da quell'esile ragazzo bruno che ha visto per prima volta in chiesa: Dopo poco viene a sapere dalle sue amiche che lui si è trasferito da poco in paese, con i suoi genitori, i nuovi maestri elementari. Sente che l'impagliatura della sedia, dove appoggiano le sue cosce, le da calore, mentre l'aria notturna, ancora fresca, le provoca dei brividi.

Quelle sensazioni contrastanti stimolano in lei pensieri sulla sua vita presente e futura:
- Caldo e freddo, felicità e dolore, allegria e tristezza.
Prima di rientrare in cucina, si ferma nel cortile e guardando le stelle si domanda:
- Perché mi attirano tanto gli sconosciuti? E perché, quando li frequento, scappo e non ne voglio più sapere?
La ragazza, dopo aver letto l'articolo del povero bambino trovato nel bosco, ogni volta che entra nello stanzino verde cerca sui giornali ulteriori notizie sull'accaduto; un giorno i suoi occhi cadono sugli annunci necrologi e diventa triste leggendo il nome di quelle donne e uomini defunti.

Piange, non tanto per la morte di quelle persone sconosciute, bensì per morte del nonno che prima o poi inesorabilmente arriverà. Mentre le lacrime scendono dal suo viso, si chiede insistentemente:

- Perché tutti dobbiamo morire?

Una domenica mattina, il ragazzo bruno, elegantemente vestito, si ferma a parlare con lei e con le sue amiche. In piazza di fronte alla chiesa, non lontano dal gruppetto di ragazzi, il prete e i due maestri parlano a lungo, il maestro si accende la pipa mentre racconta quanto segue al prete:

- Ieri un nostro scolaro ci ha fatto sapere che mentre attraversava il boschetto, per recarsi a scuola, ha trovato il quaderno del bambino assassinato. Siamo andati subito dai carabinieri.
La maestra aggiunge:

- Nelle ultime pagine del quaderno, c'era un tema svolto a casa, in cui descriveva le gentilezze, carezze e altre dimostrazioni di affetto verso di lui da parte del fattore della tenuta agricola del padre.

Dopo qualche giorno si verrà a sapere che il bambino è stato ammazzato dall'uomo di fiducia della fattoria, dopo aver abusato di lui.
Tutto il paese ne parla. La ragazza non sa se ha afferrato bene il significato della parola che tutti pronunciano, stupro. Poi pensa alle raccomandazioni della madre, ogni volta che alla radio o in televisione parlano di abusi sessuali:

- Non dare mai confidenza a gli uomini, perché alcuni di loro, a volte gentili e affettuosi, possono rovinarti la vita.
- Spero che ce ne siano poche di queste persone, si augura fortemente.

Di nuovo la voce della madre risuona nell'oscuro cortile.

- Nina, dove sei nascosta, torna in cucina.

La ragazza spegne la luce e ritorna nella calda cucina. Mentre apre la porta sorride pensando al nomignolo che sua sorella le diede il giorno in cui si era nascosta a leggere  fumetti in fondo al giardino.

- Tu sei come la bruma (1) appari e sparisce quando meno te lo aspetti.

(1) nebbia, specialmente quella che si forma improvvisamente sopra il mare 







giovedì 16 maggio 2019

Acque














L'altro pomeriggio sono andata a camminare con due amiche, lungo il sentiero che segue la riva destra dell'Arno, fino al Girone.
Mentre aspettavo il loro arrivo, nel punto in cui di solito ci ritroviamo, dove la città finisce, mi sono seduta a osservare il fiume, che era in piena. Mentre guardavo le acque che scorrevano, mi sono venute in mente tante cose: la casa vicino al lago dove ho vissuto con lui molti anni prima, poi nostro figlio da bambino, con una canna da pesca. Chi sa perché, il ricordo del quaderno rosso è spuntato all'improvviso, mentre le mie amiche stavo arrivando.
La sera ho ripensato a tutto ciò che  mi era frullato in  testa vicino al fiume, per non dimenticare ho scritto un  racconto:

Acque
Appena Maria finisce di leggere la lettera che le ha lasciato il marito sul tavolo di cucina, le torna in mente una scena di tanti anni prima.
Si vede seduta nel primo banco dell'aula di quarta Liceo, insieme ad altre quattordici ragazze. Il professore di filosofia non è ancora arrivato come il suo solito, dato che insegna anche in un altro Istituto un po' distante, è sempre in ritardo.
- Cosa vorreste fare voi, dopo il diploma? Domanda alle compagne di classe una delle ragazze.
- Ho un'idea: ognuno di noi potrebbe scriverlo su questo piccolo quaderno rosso, poi tra molti anni, rileggendolo, scopriremo se i nostri desideri si sono avverati o meno. Propone la sua compagna di banco.
Maria non ricorda che fine aveva fatto il quaderno rosso, ma sa per certo quello che lei aveva scritto:
Vorrei andare a vivere in città, laurearmi, trovare un lavoro nel campo dell'insegnamento e riuscire a essere indipendente; vorrei anche innamorarmi di un uomo di animo buono.
Per un attimo la sua vita le scorre velocemente e si ferma al giorno in cui conobbe, Vittorio, suo marito, nella terrazza di un caffè a Lisbona.
- Cosa mi piacque di quel ragazzo timido? Si domanda, mentre rilegge la lettera di Vittorio:
Cara Maria:
Ti scrivo dal giardino, mentre tu in cucina stai preparando i panini per i nostri zaini. Da dove ti viene tutta questa energia?Mi chiedo sempre. Non ti lamenti mai, hai sempre le parole giuste per ognuno, anche se a volte sembri insicura, sei una donna coraggiosa . E io ti amo per tutto questo.
Tra poco andrò con nostro figlio al lago. Ho già studiato il percorso da fare. Passerò dal sentiero del bosco perché quella riva è più pescosa, ma quegli alberi mi creano inquietudine.
Vorrei dirti che ogni tanto mi prende l'ansia, soprattutto quando mi disoriento, ho voluto sempre  nascondertelo, anzi ti ho fatto credere di essere sicuro su tutto, ma sento che è arrivato il momento di essere sincero.
Se perdo la strada ti chiamerò.
Vittorio
L'uomo, dopo quasi un'ora di cammino, è riuscito ad arrivare al lago, è soddisfatto e sorride. Prima, padre e figlio preparano gli attrezzi per la pesca e poi mangiano i panini seduti vicino alla riva; nel pomeriggio pescano, parlano poco, ma il tempo fluisce per entrambi placidamente. A un certo punto, come svegliandosi da un bel sogno, Vittorio si rende conto che il sole sta calando.
- Andiamo si è fatto tardi, metti via la canna e prendi il secchio, dice al bambino.
Padre e figlio si allontanano dal lago. Arrivati al bosco, l'uomo prende un sentiero sbagliato, dopo pochi metri si sente smarrito e torna indietro. Il figlio non si accorge di niente perché è concentrato a portare il secchio con i due pesci che ha pescato.
Maria sente il cellulare squillare. E' il marito, ma la voce va e viene.
- Non trovo la scorciatoia del bosco, dice Vittorio.
L'uomo guarda il telefono e prega affinché ritorni subito la connessione, per fortuna dopo pochi minuti il cellulare segnala l'arrivo di un messaggio dalla moglie:
Prendi il sentiero di monte Senario, si riconosce dal traliccio in alto, oltrepassato il boschetto vedrai subito un capanno da dove parte la strada maestra.
L'uomo dopo aver letto il messaggio si sente sollevato e dice al figlio:
- Andiamo, prima che diventi buio dobbiamo essere a casa.
Arrivati al capanno scoprono la prima stella nel cielo. L'uomo spiega al bambino che quel corpo luminoso non è una stella bensì il pianeta Venere. Poi aggiunge:
- Sono molto fiero di te. Sono contento che tu sia venuto a pescare con me. Sei stato molto bravo.
A poche centinaia di metri di distanza si illuminano le finestre del secondo piano della loro casa. Maria va a porre la lettera del marito dentro una scatolina di legno nella cassettiera, dove conserva le sue cose.
Piega con cura quel foglio di carta e sorride pensando che la vita che aveva desiderato da adolescente, mentre il professore di filosofia saliva con affanno le scale, è proprio la sua.








domenica 5 maggio 2019

Bacterias y hongos hacen las paces



-¿Qué diferencia hay entre hongos unicelulares y bacterias? Les preguntó Sara a sus alumnos aquella mañana de primavera de 2018.
A Sara le encantaba dar clases de biología, sobre todo la parte que trataba de microorganismos, a pesar de que no fuera su especialidad, disfrutaba haciendo incapié sobre algo para ella muy sagrado:
- Todos los animales tenemos millones y millones de bacterias y hongos en el cuerpo. Cada ser humano tiene cantidades y especies distintas de bichitos microscópicos, según el metabolismo de cada uno. ¿Sabéis lo que es la levadura? Sí, la de la cerveza, la del pan, la de los pasteles, etc. Les siguió preguntando.
- Es una substancia química que hace hinchar el pan, dijo un alumno.
- Pues la levadura está formada por muchísimos hongos microscópicos unicelulares, que viven formando colonias y que son muy importantes para todos nosotros, por su capacidad para realizar en los intestinos la descomposición, mediante fermentación, de azúcares o hidratos de carbono, produciendo moléculas químicas más pequeñas, como por ejemplo un gas que todos conocéis bien. ¿Cuál es?
- El dióxido de carbono, contestó uno de los alumnos de atrás.
- Correcto, dice ella. Y sigue preguntando ¿Y qué tiene que ver eso con la formación de gases en nuestro intestino?
- ¿Los gases que hacen que se nos hinche la barriga y nos duela? ¿Y eso depende de la levadura que tenemos en las tripas, profesora? Preguntó una de las alumnas de los primeros pupitres.
- Claro, cuando hay demasiados azúcares o algún desequilibrio metabólico o también emocional, se acumulan demasiados gases en nuestros intestinos. El conjunto de todos los microorganismos del intestino se llama flora intestinal y hay que cuidarla bien. A veces una alimentación equivocada,  un tratamiento  de antibióticos, un sistema inmunitario bajo a causa de estrés o algunas enfermedades pueden acarrearnos daños, rompiendo el equilibrio de la flora intestinal.
Sara ya no es joven, le falta poco par jubilarse, a veces cuando tiene muchas horas seguidas de clase se cansa, pero le sigue gustando dar clases a sus alumnos, sobre todo enseñarles cosas que luego en la vida les van a ser útiles.
Quién se lo hubiera dicho aquella primavera que al cabo de unos meses sus hongos habrían empezado a crecer de una forma desmesurada, pero vayamos por partes y empecemos desde el principio.
El verano 2018 fue muy caluroso y para más inri en julio a Sara le tocó  hacer parte del tribunal para los los exámenes finales del  Instituto  de bachillerato del cuartel de aeronáutica militar.
Cada día su marido, quien ya estaba jubilado, le preparaba una ensalada con muchas hortalizas de temporada y cantidad de semillas. Se sentía mimada por él y el trabajo le parecía más llevadero.
Una mañana bochornosa, se despertó al amanecer y ya que le sobraba tiempo, desayunó lentamente, con una taza de té en una mano y un libro en la otra, luego siguió leyendo en el cuarto de baño, antes de tirar la cadena del desagüe miró con atención hacia adentro de la taza del váter y vio puntitos blancos en sus heces.
A partir de aquel día fue vigilando la taza del váter.
- Parecen huevos de gusanitos, como los que tenían nuestros hijitos, le dijo a su marido.
- Mañana miraré a ver si yo también tengo puntitos blancos en las heces, dijo él.
 Al cabo de unos días, Sara, al descubrir que él también tenía huevecitos, le dijo:
- ¡ Cómo vamos a ir  de viaje con gusanos en el ano! 
Llamó a la doctora y no dio con ella. Fue a la farmacia y le dijeron que se tomaran una pastilla ella y una su marido contra los parásitos.
Dudaron un poco antes de tomarse la píldora, pero lo hicieron pues tenían miedo de que en Creta, donde iban a pasat unos días,  no iban a entenderse con los farmacéuticos en el caso de que los gusanitos se reproducieran sin cesar, producieéndoles picor en el ano.
Los  días de vacaciones  les pasaron volando y se olvidaron completamente de los puntitos blancos.
Cuando volvieron a casa, preparando de nuevo una de sus ensaladas, se dieron cuenta de que con las prisas no pensaron en las semillas.
- Quizás los huevos no eran huevos, sino semillas de sésamo, se dijeron.
En septiembre Sara empezó las clases y su marido retomó con sus amigos  la costumbre de ir en  bicicleta  a dar vueltas por las carreteras empinadas de los  alrededores,  estaban tan ocupados que no pensaron más en ello. En octubre llegó un poco de frío y Sara, resistió unos días sin abrigarse, pues le encantaba, cuando se ponía una falda, sentirse libre sin medias en las piernas, pero poco a poco  tuvo que rendirse, a medida que se acercaba el invierno se fue poniendo medias o pantalones.
Un día en el gimansio durante la clase de pilates sintió un escozor raro en la zona genital. Le molestaban las mallas apretadas. Hubiera querido arrancárselas.
No le dio mucha importancia, pero empezó a usar a menudo el  chorro de agua corriente del bidet cada dos por tres y por la noche se lavaba con bicarbonato, pues hacía mucho años que había tenido una infección en la vagina y el bicarbonato había sido un buen remedio.
Había días en que ya no tenía ardor, en cambio otros en que le picaba mucho la vagina. Sara, cansada de su inflamación, decidió en Noviembre ir a ver a la doctora, pues no acababa de entender lo que tenía.
- ¿Además de picor, tienes una secreción vaginal blanca y cuajada? Le preguntó la doctora
- Si, pero no mucha secreción, parece polvo, le contestó Sara.
- Tienes hongos. Las infecciones por hongos se producen cuando se altera el equilibrio de organismos en la vagina y la levadura crece en forma excesiva, causando enrojecimiento de la piel. No es nada grave, pero curar definitivamente la infección suele ser largo.
- ¿Menos mal que son hongos, pensaba en algo peor, pues no logro sacarme de encima ese picor tan fastidioso?
- Te voy a dar una pastilla para ti y otra para tu marido, al cabo de una semanas vuelve a tomarte otra y dos semanas más tarde la última, a él le basta solo una píldora; además tendrás que ponerte cada noche una crema vaginal.
Sara hizo todo el tratamiento y encontró un poco de alivio,  sin embargo durante las vacaciones de Navidad   sintió de nuevo quemazón y  necesidad  de rascarse, también  descubrió un poco de secreción blanca.
- ¡ Qué pesadas esas levaduras!Se dijo.
Pensó que era mejor ir a la consulta de su ginecóloga. Ella la visitó y le diagnosticó candidiasis. Le cambió el tratamiento, le recetó supositorios vaginales. Al despedirse le dio más consejos:
- No te pongas ropa interior ajustada hecha de material como nylon o lycra, que atrapa la humedad y el calor, debes usar ropa interior de algodón, porque absorbe más la humedad. En la cama no te pongas bragas y no te laves tanto, pues te inflamas más.
Pasó el invierno. Había días en los que no pensaba en los hongos, pues le parecía que ya estaba curada, otros días, sobre todo al anochecer, empezaba el escozor. Una noche antes de acostarse dijo en voz alta, como si hablara a las células de levadura:
- ¡No hay quien logre echaros! ¡Quizás las bacterias del yogur lo logren, prepararos están a punto de llegar!
Cogió un yogur blanco de la nevera y se lo comió casi todo  se fue al cuarto de baño y  recogió  con el dedo un poco de líquido blanco del envase del yogur y se lo introdujo  en la vagina.
Durante dos días siguió tomando yogur por arriba y por abajo, eso la aliviaba. El domingo siguiente llovió todo el día, Sara y su marido se quedaron en la cama toda la mañana, a pesar de los hongos seguían haciendo el amor. Aquel domingo hablaron mucho, abrazados, se contaron recuerdos íntimos de su infancia e adolescencia, una cosa llevó a la otra y terminaron hablaron de Yerma, una de las obras teatrales de García Lorca. Fue entonces cuando Sara se acordó del día en que fue con otra profesora a ver esa obra de teatro con sus alumnos. Su compañera le presentó a Elena, una naturópata muy simpática, amiga suya, quien por casualidad estaba sentada cerca de ellas.
Elena cuando se despidió de Sara le dijo:
- Si algún día necesitas tratamientos naturales, lámame, pues yo trabajo en una herboristería.
Sara el lunes escribió un mensaje a Elena diciéndole que tenía hongos y que estaba harta de pastillas y supositorios vaginales, por eso hacía unos días que se ponía directamente yogur en la vagina.
Elena le dijo que muy bien, pero que era mejor que pasara por la herboristería al día siguiente.
La naturópata le dio algunos remedios y Sara empezó el tratamiento. Pasaron los días y a pesar de que  aún no había conseguido curarse del todo,  se sentía  mejor, como más relajada, porque estaba segura de que tarde o temprano bacterias y levaduras harían las paces.