domenica 8 gennaio 2023

Il negozio di divani

 


Era un sabato soleggiato, il giorno in cui Clara e il marito avevano deciso di andare a comprare un divano, da un po’ di tempo parlavano di cambiarlo.

- Questo pomeriggio si potrebbe fare una passeggiata lungo il fiume. Che ne dici? Disse Clara, mentre stavano per uscire

- Per favore non farmi programmi, non lo sopporto, rispose lui, scocciato.

- Ma cosa ti succede? Perché ti rivolgi a me così? Solo una persona chiusa e rigida può rispondere in questo modo, disse lei, risentita.

- Sai cosa ti dico, vai tu da sola a vedere divani, mi è passata la voglia, sarà meglio che io rimanga a casa, ho tanto da lavorare, esclamò lui perentorio.
Clara rimase a bocca aperta, cercò di convincerlo ad uscire, ma non ci riuscì e andò da sola al negozio.

Il commesso le fece vedere vari modelli, ma lei sentiva che non le importava niente dei divani, non riusciva a concentrarsi. Era uscita dal negozio, un po’ confusa ed scoraggiata e mentre ritornava a casa, pensò che bastava ben poco per fare diventare storta una giornata. A pranzo marito e moglie parlarono poco.

- Come è andato con i divani? Domandò lui.

- Erano belli, ma lo stile era troppo moderno.

- Secondo me il migliore era quello color senape. Quando sono andato a vederlo, il venditore mi ha detto che, essendo stato in esposizione, ci avrebbe fatto un bello sconto.

- Non mi convince il color senape, troppo sgargiante.

Nei giorni successivi ripresero la solita routine, ma nell'aria era rimasta una leggera tensione. Clara si era proposta di andare a vedere un altro negozio di divani, ma il giorno stabilito, mentre stava uscendo dal lavoro, era cominciato a piovigginare. La cosa più saggia sarebbe stata rimandare e ritornare a casa in fretta e furia, ma lei indossò la mantella impermeabile e si incamminò verso la zona Nord della città. Guardando il movimento degli ombrelli colorati, che coprivano la testa dei passanti e i grandi murales, le sembrò di percepire una sorta di bellezza nascosta nella grigia periferia. Ben presto arrivò un bel temporale e Clara dovette affrettarsi lungo la pista ciclabile. Quando arrivò a destinazione, si asciugò il viso con un fazzoletto e lasciò la mantella gocciolante nelle borse laterali della bicicletta.

Il negozio era piuttosto grande, Clara percorse alcune sale dove erano esposti mobili e accessori per bagno e cucina e quando giunse al settore divani, il divano color antracite della vetrina chiamò la sua attenzione. Toccò i cuscini, poi ci si sedette sopra e chiuse gli occhi per qualche minuto. Alzando le palpebre adocchiò, sotto un ombrello rosso, un uomo che la guardava. Lo salutò con un sorriso, lui rispose con un altro e dopo poco sparì lungo il marciapiede.

Clara si alzò di scatto e, senza aspettare che arrivasse la commessa, uscì dal negozio. Pioveva a dirotto, quando attraversò di corsa la strada colma di macchine. Si fermò davanti a un edificio moderno a dieci piani ed entrò. Salì all'ottavo piano, su uno degli ascensore. Percorse un lungo corridoio, con porte su entrambi i lati. Si fermò in fondo e attese qualche secondo prima di bussare.

- Avanti, disse una voce maschile.

Entrò lentamente e andò verso l'uomo seduto alla scrivania. Lui ci mise qualche secondo a parlare e alzandosi disse:

- Che bella sorpresa, non ci posso credere che tu sia venuta a trovarmi con questo temporale.

I due si abbracciarono e baciarono come se fosse trascorso lungo tempo dall’ultima volta.

- Vieni a pranzo con me? Le domandò lui, ancora un po' stordito da quella visita inattesa.

- Volentieri. Quanti anni è che non venivo a trovarti al lavoro? Disse lei.

- L'ultima volta che lo hai fatto eri con i bambini, disse lui, sorridendo.

Clara ricordò quel lontano giorno in cui i figlioletti si divertivano percorrendo il corridoio su e giù, sopra la sedia da ufficio con rotelle.

Andarono alla trattoria di sotto e mentre mangiavano un piatto di pasta, lui, un con un po’ d’imbarazzo, disse:

- Scusami per sabato, avevo delle scadenze di lavoro ed ero nervoso, forse ti ho risposto male, a volte sono un po’ burbero.

- Apprezzo tantissimo le tue scuse, avevo veramente bisogno di queste parole…. Lo sai che sono stata in un negozio qui vicino a vedere divani? C’è ne uno che starebbe benissimo nel nostro che salotto.

- Sono così felice che tu sia qua con me. Se vuoi, adesso che ha smesso di piovere, possiamo andare insieme a vedere il divano che ti piace.