mercoledì 8 maggio 2024

Cap 19 - Teresita e Francisco (in italiano)


I figli di José Defaus e Teresa Moragas che più si assomigliavano erano Mariano e Francisco, entrambi perspicaci, occhi azzurri penetranti e capelli rossicci. Quando Mariano partì per Cuba, Francisco aveva appena compiuto nove anni ed era il più sveglio dei fratelli. Fin da piccolo iniziò a leggere con passione i libri che prendeva in prestito dal maestro e per stare in santa pace, si nascondeva in soffitta, il suo posto preferito di casa. La madre era molto tollerante con lui e non lo rimproverava quando agiva senza chiedere il permesso o quando spariva.

- Isidro sei una peste, sei peggio tu che dieci Franciscos insieme ! Urlava al figlio, rincorrendolo con un mestolo di legno.
Quando Isidro fu espulso dal seminario, Francisco entrò in quel triste edificio senza lamentarsi. Non ebbe problemi ad adattarsi alla routine dell’
istituzione, dove seguiva la stessa tattica di casa: si nascondeva a leggere in soffitta, circondato da armadi, materassi, sedie zoppe e altri oggetti in disuso. Poiché era così tranquillo e diligente, venne subito apprezzato dagli insegnanti, anche per il Priore era uno studente modello che sarebbe diventato un buon sacerdote, invece Francisco era sicuro di non volerlo essere. A scuola non fece molte amicizie, gli piaceva stare da solo e a casa non si lasciava coinvolgere troppo dalle vicende famigliari: Mariano non ritorna da Cuba, Marieta si sposa con Agustí, Isidro viene obbligato a imbarcarsi, Joan va in guerra, si ammala e infine sposa Teresita.
La prima volta che tornò a casa e
ci trovò la cognata, sentì una fitta al cuore. La ragazza gli piaceva, ma essendo la moglie del fratello, doveva togliersela dalla testa e per non dover parlare con lei, si nascondeva. Teresita era una ragazza con capelli neri e folti, occhi vivaci, labbra carnose e carnagione scura, sembrava una mulatta. La sua famiglia era originaria di un villaggio vicino, ma aveva una nonna andalusa, dalla quale aveva ereditato il carattere gioviale ed estroverso: amava parlare con le persone e aveva fatto amicizia con tutti i vicini.
Da quando Teresita
era andata a stare dai Defaus, Francisco aveva iniziato a trascorrere più tempo a Malgrat, ma continuava a evitare la cognata. In seguito alla morte del fratello Joan, a causa di una polmonite, Francisco, oltre a essere triste per quella perdita era preoccupato, sapendo che avrebbe dovuto lasciare il seminario e che la responsabilità di prendersi cura della famiglia sarebbe ricaduta su di lui, essendo l'unico figlio maschio rimasto a casa. Francisco aveva diciannove anni quando i genitori gli dissero che doveva sposare la cognata.

- Teresita è la donna ideale per te, ma deve rimanere incinta prima del matrimonio, gli disse perentoriamente il padre.
-
Avete perso la testa? Come posso costringere Teresita a venire a letto con me?
- Le parlerò, le disse il padre seri
oso.
- Penso che sia un'idea folle, rispose Francisco.
- José, stai
esagerando, neanch'io vorrei perdere Teresita, ma non possiamo obbligarla fare questo, disse Teresa, la madre.
- Il parroco mi ha detto che dobbiamo agire in fretta,
è impensabile che una vedova possa vivere sotto lo stesso tetto del fratello celibe del marito defunto.
- Padre, non di
te nulla a quella povera ragazza, implorò Francisco.
- Lasciatemi in pace, so cosa sto facendo. Se non sposi Teresita ti disered
erò.
- José,
sei impazzito? Disse Teresa, piagnucolando.
- Senti Francisco, ti do tre mesi di tempo.
Francisco uscì dalla cucina sconfortato, gli piaceva Teresita ma non sapeva come
agire. José Defaus Ballesté, essendo molto testardo, lo stesso giorno mandò a chiamare Teresita nel suo ufficio e le disse:
- Siamo così contenti di te che non vogliamo che tu te ne vada, ma per salvare le apparenze e il tuo onore non è bene che tu
stia sotto lo stesso tetto di Francisco... Dovresti sposarlo.
- Anch'io sono
sto bene con voi, ma penso che sia una cosa affrettata. Conosco Francisco a malapena, rispose Teresita.
- Hai tre mesi di tempo per decidere se vuoi restare in questa casa o
ritornare a casa di tuo padre.
-
Vi ringrazio per la fiducia che avete in me, ma l'amore deve essere una cosa reciproca.
- Smett
ila con questa sciocchezza dell’amore e pensa al tuo futuro! Ah, dimenticavo, prima di sposarti dovresti rimanere incinta!
- Incinta! V
olete che vada contro i principi religiosi?
- Teresita, il parroco
continua a dire che il vostro è un caso particolare, che non è peccato quello che tu e Francisco state per fare per salvare la vostra reputazione.
- Non avendo avuto figli con
Joan, voi e il parroco sospettate che sia sterile.
- No, Teresita, non è questo, vogliamo solo che tu rimanga in questa casa.
- E cosa
ne dice Francisco? Mi evita sempre.
- N
on dire così! Mi occuperò io di Francisco.
Teresita
si chiuse in camera e cominciò a piangere: si sentiva umiliata e temeva che José Defaus volesse costringere il figlio a sposarla, minacciandolo di diseredarlo.
- Sono sicura che Francisco non mi
vuole...io non so nulla di lui, anche se viviamo sotto lo stesso tetto da diversi mesi, singhiozzava tra sé e sé.
Non sapendo come comportarsi, andò a
confidarsi con Mercedes, la sua migliore amica.
- Ti piace Francisco? Mercedes le
domandò a bruciapelo.
- Sì,
è carino, ma è molto timido, quando mi vede si gira dall'altra parte, come faremo ad avere un figlio insieme?
- Non so cosa dirti Teresita, forse sarebbe meglio
che tu andassi via da quella casa, ma dove andrai? Se potessi, ti farei stare da noi, ma come ben sai, da quando mio padre si è ammalato, siamo messi male.

- Il medico dice che si riprenderà, sta migliorando.
- Sono davvero content
a per tuo padre - rimase in silenzio per qualche secondo e poi aggiunse -non voglio andarmene, vado molto d'accordo con mia suocera.
- Beh,
allora io lascerei agire Francisco e vedi cosa succede.
- Non so proprio cosa fare!
- Tu non fa
re niente.
Un altro pomeriggio andò a trovare suo padre,
il quale le disse:
- Sei una povera vedova, non hai altra scelta che accettare il matrimonio con Franc
isco, noi non possiamo riprenderti, abbiamo troppe bocche da sfamare.
- Fai come dice tuo padre, l
e supplicava la zia in lacrime.
Andò anche a parlare co
l parroco, il quale le fece girare la testa con le sue chiacchiere per convincerla ad accettare l'offerta della famiglia del defunto marito. Ma lei esitava. Un giorno si ricordò dei libri che Francisco prendeva in prestito dal maestro del paese e che una volta letti appoggiava su una sedia della sala da pranzo. Decise quindi di rivolgersi a lui per chiedergli un consiglio. Il maestro le disse che non era giusto che una donna fosse costretta a sposare un uomo che conosceva appena e le consigliò di scrivere una lettera a Francisco.
- La corrispondenza, per non destare sospetti,
potrebbe arrivare a casa mia, le propose l'insegnante.
E quando lei gli disse che Franc
isco la evitava, lui rispose:
- È ancora molto giovane e inesperto in amore, si sente in imbarazzo di fronte a te.
T
eresa scrisse una lettera a Francisco.

Caro Francisco,
come in un sogno, sono
arrivata a casa vostra all'età di diciotto anni. Joan aveva cinque anni più di me, è sempre stato gentile con me e mi ha rispettata quando vivevamo insieme.
Ti starai chiedendo se lo amavo.
Io posso dirti che lo ammiravo, per la sua gentilezza e intelligenza, e che ho sofferto molto quando è morto. Joan è stato il mio unico e fedele corteggiatore da quando avevo quindici anni. Sebbene all'inizio fossi intimorita, piano piano mi sono abituata a lui. I miei genitori, essendo poveri, vedevano in Joan un buon partito. Non potevo deluderli, così, senza essere innamorata, ho accettato di sposarlo.
Il mio matrimonio è durato poco, ma in quell'anno ho imparato molte cose. Tutti i membri della tua famiglia sono stati buoni con me. Mi hanno sempre sostenut
a, anche quando ho proposto loro di fare una serie di lavori in casa, cosa che nessuno aveva osato fare prima.
Tu mi eviti sempre. Ogni tanto lasci un libro su una sedia in sala da pranzo, che io leggo mentre voi dormite la siesta. Ti ho offeso in qualche modo senza rendermene conto?
Mi piacerebbe
poter parlare con te. Aspetto una tua risposta.
Teresita
Francisco le rispose quello stesso giorno e da allora continuò a scriverle lunghe lettere che portava al maestro. Piano piano cominciarono a conoscersi e per lettera si accordarono per incontrarsi di nascosto nella soffitta della casa. Ogni sera parlavano a lume di candela finché non cadevano addormentati.

La prima cosa che facevano era parlare dei libri che Francisco aveva prestato a Teresita, ma con il passare dei giorni, i loro sentimenti cominciarono a venire fuori e le lettere divennero meno formali e più appassionate, tuttavia in soffitta continuavano ad avere un atteggiamento più formale e non osavano avvicinarsi.
Una sera Teresita gli disse:
- Mi piace molto l'ultimo libro che mi hai lasciato sulla sedia.
- Che cos'era? Non me lo ricordo,
domandò Francisco, facendo finta di niente per non far vedere che era diventato rosso.
- Madame Bovary di Flaubert.
- Ah, sì, mi ricordo, Emma, la protagonista è infelice col marito, sogna una storia d'amore che non riesce a trovare, nemmeno col suo amante.
- Sì, mentre lo leggevo, mi dispiaceva per lei, ma anche per il marito medico,
quel pover'uomo non sapeva come dimostrare il suo amore a Emma.
La sera dopo, mentre stavano ancora parlando di Emma Bovary, Francis
co le prese la mano, le accarezzò i capelli e la baciò. Teresa lo abbracciò. Si sdraiarono su un vecchio materasso e si amarono con una passione inaudita per due persone con così poca esperienze d'amore. I giorni passarono e continuarono ad amarsi e ad essere felici, nonostante le complicazioni che questo amore clandestino comportava.

Dopo qualche settimana Teresita scoprì di essere incinta. Nel frattempo il suocero, vedendo che non succedeva nulla, le disse che non poteva più aspettare e che l'indomani una carrozza l'avrebbe condotta nel suo villaggio, dove la zia l'avrebbe ospitata.
Francisco arrossì quando annunciò ai suoi genitori che Teresita aspettava un figlio suo. Tutti saltarono di gioia e si affrettarono a preparare il matrimonio.
Francisco era innamorato di Teresita e, vedendo i suoi genitori felici, pensò che fosse giunto il momento di prendere in mano gli affari del padre. Cominciò a uscire di più, ad andare in chiesa ogni domenica e a frequentare gli amici del padre, il notaio, il veterinario, il sindaco e il medico del paese.
Una domenica il parroco gli disse:
- Devi allontanarti dal maestro e avvicinarti alla chiesa.
- Ma il maestro è mio amico.
- Sai di cosa parlo, mi devi un favore, ho salvato la tua reputazione e quella di Teresita, non puoi continuare a essere amico di un maestro repubblicano che, tra l'altro, presto dovrà lasciare il paese.
- Non cacciatelo, è un brav'uomo.
- Lo so, ma lui non frequenta la chiesa e questo ha una cattiva influenza sugli alunni. Ho parlato col preside per farlo allontanare.
Francisco pensava che fosse ingiusto quello che stavano per fare, ma dopo la minaccia del parroco sapeva che doveva smettere di frequentare gli incontri organizzati dall’insegnante, in un locale del paese.

Il povero maestro fu licenziato e dovete ritornare a Barcellona, dove fu fortunatamente assunto in una scuola fondata da un gruppo di giovani insegnanti con idee e tecniche pedagogiche innovative, molto vicine al metodo educativo che pochi anni dopo Maria Montessori diffuse in Italia.
Francisco perse il suo migliore amico, diventò monarchico come suo padre abbandonando i suoi ideali repubblicani e il parroco mantenne la sua promessa: il matrimonio tra Francesco e Teresita fu riconosciuto ufficialmente.






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