venerdì 8 settembre 2023

L'Avana - Cap.5

 Un pomeriggio di fine novembre, più fresco e meno afoso di quanto non fosse di solito in quel periodo, Miguel e il capitano salparono per le Isole Canarie. Mariano si recò al molo per congedarsi. Provò un magone mentre osservava le manovre del veliero e l'issarsi delle vele. Si sarebbe imbarcato volentieri con loro per tornare in patria. Da quando aveva messo piede a L’Avana, ogni mattina un dolore al petto lo faceva balzare dal letto. Lo aveva raccontato a Miguel, il quale gli aveva risposto che la stessa cosa era successa a lui quando aveva lasciato La Palma, la sua isola.
- Ciò è dovuto alla paura che abbiamo di sentirci abbandonati e alla nostalgia che abbiamo della famiglia. Non c’è da preoccuparsi, ci siamo passati tutti.
- Mentre navigavamo non mi sono accorto di nulla, ma ora mi sveglio di soprassalto e sto male per un bel po’, gli disse Mariano.
- Certo, sulla nave ti sei sentito accolto e protetto da tutti noi, rispose Miguel sorridendo.
Prima che la nave levasse l'ancora, Mariano consegnò a Miguel una lettera che aveva scritto alla madre la sera prima.

Cara madre,
spero che quando riceverà questa lettera sia in perfetta salute e in compagnia di tutta la famiglia. Io sto bene, grazie a Dio. Il signor Sarrá mi sta aiutando molto, per il momento mi sono sistemato nel retrobottega della Farmacia. Molti giorni mi invita a pranzo a casa sua. Al momento lavoro con lui, ma mi piacerebbe trovare un impiego nel settore commerciale.
Ogni mattina mi alzo quando fa giorno, alle sei e mezza e vado fuori a prendere un caffè e latte in una locanda vicino a casa. A Cuba si mangia due volte al giorno: alle dieci e mezza del mattino e alle quattro del pomeriggio. Dopo pranzo ci riposiamo per un po', essendo il momento più caldo e faticoso della giornata. Alle sei torniamo a lavorare fino alle otto. Verso le otto e mezza fa buio di colpo.
A volte la sera esco a fare una passeggiata con Pablo, Pepe y Pedro, i tre fratelli che hanno viaggiato con me. Si ricorda? Le avevo parlato di loro in un'altra lettera. Sono quelli che hanno aperto un negozio di alimentari nel centro della città, speriamo che vada bene. Pedro mi ha detto che presto inizieranno a vendere sementi e che se andrà bene la vendita, mi chiameranno perché me ne occupi io. Lo spero!
Come vi ho detto, sono diventato anche un buon amico di Miguel, uno degli ufficiali della nave, e anche del capitano. Mi dispiace che salpino domani, mi ero abituato ad andare a cena con loro.

Vi chiederete cosa si mangia a Cuba? Il mio piatto preferito è riso con fagioli, chiamato anche moros y cristianos. I fagioli sono piccoli e neri, molto gustosi, ma non così delicati come i fesols ganxet di Malgrat. Di solito a pranzo mangio carne di maiale, preparata in modi diversi, a volte anche aragoste e gamberi. La cuoca del signor Sarrá cucina piatti buonissimi, come la yucca con il mojo (una radice dal sapore delizioso che viene preparata con una salsa all'aglio e a limone), l’avocado ripieno e le banane fritte.
Spero che tra qualche mese la situazione politica in Spagna sia migliorata e io possa tornare a casa, mi sono già fatta l’idea che resterò qui per un anno o due al massimo. Mi mancate molto, come stanno i miei fratelli e le mie sorelle? Penso spesso a voi, a tutto quello che mi avete insegnato, e vi ringrazio dal profondo del mio cuore. Come va tutto a Malgrat? Salutatemi il maestro, il prete e il sindaco.
Ancora non posso esprimermi sulla L’Avana, perché finora ho visto ben poco della città, solo il quartiere vecchio e la zona del porto. Il signor Sarrá vuole che Felipe, il suo cocchiere di fiducia, mi porti a visitare tutta la città e i dintorni. Un altro giorno vorrei prendere il treno per Güines, una città a sud dell'Avana. Vi racconterò.
Adesso andrò a dormire perché domani devo alzarmi presto. Vi saluto con affetto.
Vostro figlio che vi vuole bene.
Mariano Defaus Moragas


Mentre la nave si allontanava e scompariva dalla vista, Mariano si riebbe e si diresse verso la Plaza de Armas, dove al primo piano del Palacio de Correos e Intendencia si trovava l’ufficio postale. Comprò dei francobolli e delle buste e mentre usciva sentì qualcuno che lo chiamava da una carrozza trainata da due cavalli. Era la voce di Felipe:
-
Salga, lo porto a fare un giretto per la città.
- Grazie,
ma oggi non devi lavorare? Domandò Mariano.
-
No, ho già finito, adesso vorrei farle fare un giro.
-
Questo pomeriggio non sono di turno in farmacia, di solito sono impegnato da martedì a sabato.
-
Essendo oggi lunedì, devo reputarmi fortunato!
Mariano si sedette accanto al cocchiere per
poter vedere meglio tutto quello che lui gli stava mostrando.
- Conosc
ete la storia dell'Avana? E la storia di questa piazza?
- Non ne ho idea!
- Beh, prima di iniziare il
giro lei dovrebbe sapere che questa città fu fondata nel 1514 dal conquistador spagnolo Pánfilo de Narváez, ma che fu spostata due volte a causa di una piaga di zanzare. Nel 1519 venne spostata nella posizione attuale e, secondo la leggenda, la prima messa fu celebrata sotto un albero di ceiba nell'attuale Plaza de Armas, che dopo la costruzione della Parroquia Mayor fu chiamata Plaza de la Iglesia.
- Che cos'è una ceiba?
- È un albero molto alto, con un tronco
robusto e fiori rossastri, ve lo mostrerò quando ne vedremo uno.
-
D’accordo. Ma posso immaginare come mai è stata chiamata Plaza de Armas: è lì che veniva organizzata la difesa della città, no?
- Non
vada troppo veloce, Mariano, una cosa alla volta.

- Nel 1558 fu iniziata la costruzione del Castillo de la Real Fuerza, che comprendeva uno spazio aperto intorno all’edificio, una vera e propria piazza d'armi, che sarebbe stata utilizzata per raccogliere i residenti, la merce e tutte le cose di valore in caso di pericolo, come lei aveva ben immaginato...Nel secolo scorso la Parrocchia, che nel frattempo aveva perso importanza, dopo la costruzione della vicina Cattedrale barocca di San Cristóbal, fu demolita e al suo posto fu costruito il Palacio de Correos e Intendencia, noto anche come palazzo del Segundo Cabo, e infine fu edificato il Palacio de los Capitanes... ma forse vi sto annoiando con tutte le mie chiacchiere.
-
Per niente, sono molto interessato! Di chi è la statua al centro della piazza? E ti prego smetti di darmi del lei.
- Mi
è difficile darle del tu, ma ci proverò. Quella è la statua del re Fernando VII di Borbone. Sai chi è, no?
- Certo che lo so, era il re d
i Spagna, regnò all'inizio del secolo ed era il padre di Isabel II.
-
Raccontami, raccontami, io ne so ben poco della storia spagnola.
- Fer
nando VII nel 1830 abolì la Legge Salica, quella che non permetteva alle donne di salire sul trono, a favore della neonata figlia Isabel. Quando tre anni dopo, Fernando morì, Carlos, fratello del defunto, volle prendere la corona, non accettando Isabel come regina, e così ebbero inizio le guerre carlistas. Nel 1868 la regina fu spodestata, dopo la rivolta dei partiti progressisti, che però non riuscirono a porre fine alla monarchia.

- Le monarchie resistono sempre, gli disse Felipe.
- Sì, la Spagna è sempre stata monarchica,
forse per questo la nuova costituzione del 1869 ha voluto mantenere la monarchia. Nel 1870 fu eletto re, Amedeo di Savoia, figlio del re d'Italia Vittorio Emanuele e imparentato con la famiglia reale dei Borbone, ma i partiti politici e la nobiltà non lo accettarono mai, così come fu deriso dalle classi popolari perché straniero. I sostenitori di Carlos approfittarono dell'instabilità politica per guadagnare terreno. E nel 1872, come conseguenza di tutto ciò, scoppiò una vera e propria guerra civile, soprattutto nel nord della Spagna. In molte città ci furono rivolte operaie e insurrezioni repubblicane. Di fronte a tante difficoltà, Amadeo I abdicò nel febbraio 1873 e nacque così la prima Repubblica spagnola. Ma il governo repubblicano non riuscì a contenere i disordini interni né a stringere patti con i sostenitori di Carlos..…Mi viene male se penso a queste maledette guerre che causano tanti morti e che mi hanno allontanato dalla Spagna.
- Grazie per averm
i esposto questa parte della storia di Spagna in modo così semplice e chiaro. A Cuba arrivano solo notizie sulla grandezza della Corona spagnola e non sulle dispute interne.

- Nemmeno io ne sapevo molto della storia spagnola, la mia famiglia è conservatrice, si affida alla politica monarchica promulgata dalla Chiesa e ci arriva ben poco di quello che succede realmente nel paese... Per questo quando abitavo lì non capivo perché ci fossero così tante guerre. Tuttavia, sulla nave ho fatto amicizia con un uomo, che tutti chiamavano il professore, il quale mi fece leggere un libro che di recente aveva scritto sulla storia contemporanea della Spagna. Sono stato con lui a chiacchierare giornate intere, mi disse di essere un convinto repubblicano e mi confessò che ultimamente aveva perso la fiducia nel governo per tutto ciò che stava accadendo e che adesso stava fuggendo, prima del disastro. Secondo lui la prima Repubblica aveva i giorni contati.
- Mi sarebbe piaciuto
conoscere il professore. Anch'io, come lui, avrei voluto abolire tutte le dinastie reali. A mio modesto parere, la monarchia è un male della società. Spero che il mondo cambi e si lasci alle spalle tutti gli errori che ha commesso, il peggiore per me è stato l'eredità al trono dei monarchi, perché è lì che nascono le guerre per il potere.

Felipe rimase in silenzio per qualche secondo e poi continuò:
-
Dai, non voglio rattristarti, adesso prima che faccia buio ci sposteremo sull’altra parte della baia, all'imboccatura del Golfo del Messico, in modo da poter vedere la posizione strategica della città.
- Ho visto su una mappa che il Mare dell'Avana
viene chiamato anche Stretto di Florida.

- Sì, lo Stretto di Florida è la continuazione del Golfo del Messico. Come ti dicevo, la baia de L’'Avana è sempre stata un magnifico porto naturale, ma anche molto vulnerabile: sapevi che la città è stata saccheggiata più volte da pirati e corsari?
-
Era da immaginarselo: i pirati sono arrivati anche sulla costa del mio paese!
-
Per proteggere l'ingresso al porto, all'inizio del XVII secolo fu eretto il Castillo de los Tres Santos Reyes Magos del Morro. Ma in seguito la città fu attaccata anche dagli inglesi quando la Spagna entrò in guerra con loro. Nel 1762 gli inglesi conquistarono l'Avana e la tennero sotto custodia per undici mesi, ma quando gli spagnoli riconquistarono l'enclave, in cambio della Florida, iniziarono a costruire la Fortezza di San Carlos de la Cabaña e a circondare la città da grandi muraglie. L'Avana divenne così la città più fortificata del Nuovo Mondo.
-
Bravo Felipe, tu si che sei informato su tutto. Le tue spiegazioni mi riportano a quell'epoca e mi emozionano.
-
Tu dove sei nato?

- Sono nato a Malgrat, un paesino sulla costa orientale spagnola a circa cinquanta chilometri a nord di Barcellona. Era un villaggio che traeva sostento dall’agricoltura e dalla pesca, ma dal 1859, quando è arrivata la ferrovia, l'industria e il commercio hanno iniziato a svilupparsi, e adesso c'è persino un cantiere navale dove si costruiscono navi piuttosto grandi, ma non essendoci un porto naturale, le navi non possono approdare sulla spiaggia, bisogna adoperare piccole imbarcazioni per gli sbarchi.
- A
L'Avana la ferrovia è arrivata nel 1837 e l'illuminazione stradale a gas nel 1848. Spero che il progresso ci salvi, ma gli schiavi non dovrebbero essere obbligati a lavorare nei cantieri come animali, devi sapere che sono loro quelli che costruiscono le nostre reti ferroviarie, sistemano i pali del telegrafo e installano i lampioni, senza i negri Cuba non avrebbe nulla, disse Felipe.

- Anch’io credo nel progresso e aborro come te la schiavitù. Da bambino vedevo le navi nel cantiere navale del mio villaggio e sognavo di salire su una di esse per andare in America. Ed eccomi qua, rispose Mariano.

- Un giorno ti racconterò come sono arrivato a Cuba. Accidenti anche un cantiere navale avete nel tuo paese. Suppongo abbiate anche il telegrafo?
-
Si, il telegrafo mi ha salvato la vita, un giorno anch’io ti racconterò la mia storia. A Malgrat purtroppo ancora non abbiamo l'illuminazione stradale, ma a Barcellona dal 1850 ci sono più di 1.500 lampade a olio che illuminano le strade. Voi cubani siete più avanti di noi in tutto!
-
Sono le grandi aziende francesi e inglesi quelle che investono nell’isola per i loro affari e interessi. Loro hanno sfruttato gli schiavi e si sono arricchiti senza condividere nulla con noi cubani.

Mentre Felipe parlava, guidava concentrato la carrozza e in breve tempo raggiunsero l'altra parte della baia, da dove si poteva ammirare la bellezza de L'Avana. Scesero e fecero un giro intorno al Castello, dopo risalirono e andarono verso la Fortaleza de San Carlos de la Cabaña e mentre percorrevano il perimetro delle muraglie scese di colpo la notte.


 

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