Era un pomeriggio caldo e afoso di luglio. Luana era da
sola in casa e si stava rilassando dopo aver ricevuto un clienti.
Il marito era in ufficio.
Alcune mattine, Luana, quando sentiva suonare il
campanello, premeva il pulsante dell'apriporta senza sganciare
il citofono, apriva la porta e aspettava la persona a cui
aveva dato l'appuntamento.
Quel mestiere lo faceva da diversi anni e le piaceva
proprio, ma da quando si era sposata, aveva promesso al marito che
avrebbe smesso di lavorare e che si sarebbe dedicata completamente a
lui e alla vita domestica. Aveva conosciuto quell'uomo distinto in
casa di una amica, durante una cena. Lui, vedovo senza figli, era
un po' all'antica. Aveva voluto sposarla dopo poco, offrendole una
vita agiata in un grande appartamento posto in un'elegante quartiere
della città.
Mentre finiva di mangiare con gusto un pezzettino di
pane col pomodoro e formaggio all'improvviso senti il campanello.
- Chi sarà a quest'ora? Oggi non ho nessun altro
appuntamento, pensò.
Era l'idraulico, il quale doveva riscuotere il lavoro
fatto, qualche giorno prima, a un rubinetto del bagno che perdeva.
Stava finendo di sbucciare una pesca quando suonarono
di nuovo alla porta. Questa volta era però una vicina di casa. Non
era voluta entrare perché era di fretta, aveva detto, voleva solo
ringraziarla per la raccomandata che il giorno prima Luana
aveva ritirata e poi depositata nella sua cassetta della posta.
- Mi piace ricevere ogni tanto delle visite inaspettate,
pensò Luana, finendo di mangiare la pesca, dopo aver salutato
affettuosamente la vicina.
Era un po' stanca, forse per il caldo o perché quella
mattina aveva lavorato, quindi si sdraiò
sul letto con un libro ma
dopo poco si addormentò e il romanzo le cadde sul pavimento.
Sognò la protagonista del libro che stava leggendo, una
libraia squattrinata, che alla fine degli anni '50 aveva aperto una piccola
libreria, in un paesino della
costa est della Gran Bretagna. Mentre la donna si apprestava a
catalogare i libri, che erano appena arrivati dentro a un grande
scatolone, aveva notato che i volumi erano coperti da una polvere
strana, quasi come fosse sabbia finissima. La libraia non si era
scoraggiata e prendendo i libri tra le mani li spolverava con cura.
Un po' di granellini erano entrati dentro i libri, quindi doveva
aprirli, una pagina alla volta, e accarezzarli con un soffice
spolverino di piume.
A un certo punto la donna ne prese uno piuttosto
voluminoso, lo sfogliò e le apparvero alcuni ritratti in bianco e
nero, erano quasi tutti primi piani o piccoli gruppi. Le persone
che apparivano erano sconosciute per Luana, ma via via che si
susseguivano le pagine le sembravano più famigliari. Era come se il
movimento del piumino,
sprigionasse
la storia della loro vita: un battesimo, bambini
vestiti da festa, ragazzi in fila nel cortile della scuola, una
comunione, una processione, un matrimonio o una festa paesana.
Verso la fine del libro rimase colpita dal ritratto di
una bambina di circa dodici anni, seduta accanto a un signore con folti baffi, entrambi vestiti eleganti. La
fisionomia della ragazzina le ricordava qualcuno.
Luana si svegliò di colpo a causa del rumore
proveniente dalla strada. Il sogno svanì, ma le era rimasta
impressa nella mente l'immagine della bambina.
- Assomiglia alla nonna quando era
piccola, disse a se stessa contenta di aver ricordato una fotografia che sua madre conservava in una scatola insieme a tante altre vecchi ritratti.
Mentre rimuginava tutto ciò Luana
raccolse il libro aperto, che era andato a finire sotto il letto.
Prima di chiuderlo i suoi occhi caddero su una pagina dell'ultimo
capitolo che raccontava il successo che ebbe il famoso romanzo di
Nabocov,
Lolita, nel paesino dove si svolgeva la storia, e di come alla fine
gli abitanti del luogo erano riusciti a fare chiudere la piccola
libreria, perché la libraia aveva osato vendere quel libro, che
raccontava la scandalosa storia tra un uomo maturo e una ragazzina,
appunto Lolita.
- Che strana
coincidenza, la bambina sognata, venuta fuori dal libro polveroso, diventa mia nonna da piccola e poi appare la storia della
ragazzina del libro famoso, disse Luana a voce alta, come se
qualcuno la stesse ascoltando.
Si fece una doccia, si
vesti e usci di casa. Mentre percorreva la strada pensò alla nonna,
la quale era morta quando lei ancora era piccola e le vennero in
mente altri ricordi: la casetta in fondo al paese, lei e la nonna in
cerca di erbe, bacche e frutti nel boschetto dietro casa, lei vicino
alla nonna mentre preparano l'unguento, un odore di essenze naturali
e cera d' api, la stanza calda cosparsa da candele accese e infine
le mani leggere ma decise della nonna nonché le sue forti braccia che massaggiano e premono, prima i piedi, poi le gambe, via via l'addome, il torace, le spalle e infine la testa di una donna.
Luana da giovane aveva studiato fisioterapia e aveva capito ben presto che dare sollievo alle persone che avevano dolore o qualsiasi sofferenza le faceva stare bene, ma era stata la nonna a
insegnarle i trucchi dei massaggi benefici, ora ne era certa, anche
se nessuno in famiglia le aveva mai detto che la nonna era una
guaritrice, la quale faceva massaggi con unguenti miracolosi, che
curavano i dolori muscolari o altri malanni.
Entrò
in libreria e chiese alla commessa un libro. Sedette su un divanetto, lesse le prime pagine e le piacquero, quindi si avvicinò alla cassa per pagare. Mentre
aspettava, guardò l'orologio e pensò che era presto e che con un
po' di fortuna avrebbe potuto cominciare il nuovo libro, seduta comodamente
sul divano di casa quella stessa sera.
Il marito, affermato
professionista, trascorreva l'intera giornata tra pile di
scartoffie nello studio che condivideva con altri due avvocati. Arrivava nel suo ufficio tutte le
mattine verso le dieci, tranne nei giorni in cui doveva recarsi al tribunale, che arrivava verso le dodici, poi all'una e mezza in
punto pranzava, sempre nella stessa trattoria a pochi passi dallo
studio. La sera rientrava a casa qualche minuto prima delle otto. Da
quando si era sposato però cercava di non lavorare dopo cena, come
era il suo solito, per poter trascorrere l'intera serata con la
moglie.
Luana era felice di
quella nuova vita, perché dopo il matrimonio aveva molto
tempo libero. Poi suo marito era molto premuroso con
lei e piano piano cominciava ad amarlo, ma fino a quel giorno non ce
l'aveva fatta a dirgli che ogni tanto riceveva in casa delle
persone, che chiamava scherzosamente clienti, forse perché doveva
fare tutto di nascosto: farli entrare, sistemarli nel lettino, fare loro dei massaggi e farsi pagare. Si sentiva quasi come quelle donne che
vendono il proprio corpo.
Quella sera aveva
tirato fuori dal congelatore un sugo di pesce, che aveva preparato
con cura qualche giorno prima, aveva apparecchiato la tavola con una
bella tovaglia color ambra e aveva acceso due candele. Era la
serata giusta per confessare al marito che non riusciva più a
vivere senza il proprio lavoro e che voleva continuare a ricevere a
casa persone a cui massaggiare. Poi gli avrebbe raccontato di sua
nonna e dello strano sogno che aveva fatto quel pomeriggio caldo e
afoso.
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