Erano seduti intorno al tavolo di cucina mentre facevano
colazione, quando le campane della chiesa di San Silvestro iniziarono
a suonare le sette.
Il tavolo rettangolare, illuminato da un fascio di luce
proveniente da una lampada posta in alto, si trovava in mezzo alla
grande stanza, la quale di giorno era molto luminosa per le quattro
finestre che aveva, ma che a quell'ora del mattino era avvolta da una
tenue penombra; Alice aveva apparecchiato il tavolo con una
tovaglia di color ambra e dei tovaglioli rossi; aveva preso le tazze
buone, quelle di porcellana bianca; la teiera, che aveva il coperchio
decorato da fiorellini viola, appartenuto a chi sa quale vecchio
servizio, era invece quella di tutti giorni. Al centro
del tavolo campeggiava la grande caffettiera e l'aroma del caffè
cominciava lentamente a impregnare l'aria della stanza. Alice aveva
iniziato un discorso sulla bella giornata che le pareva stesse
nascendo, mentre spalmava la marmellata di more su una fetta di pane,
ma né marito né figli la stavano ad ascoltare.
Era un giorno molto importante per tutti, la figlia
quello stesso pomeriggio doveva discutere la sua tesi di laurea, il
figlio doveva sostenere un esame di ammissione a un corso post-diploma, il marito
era stato convocato dal suo principale e temeva il peggio, dopo
l'inizio di quella maledetta crisi economica che aveva colpito anche
l'azienda dove lavorava e infine Alice sorseggiava il tè pensando
che avrebbe dovuto dire loro quella cosa, ma sapeva che era meglio
lasciar perdere fino a quando non avessero preso il caffè.
Tutti avevano fatto colazione distratti e in fretta,
forse per colpa dei pensieri e timori che non smettevano di ronzargli
intorno; Ali, così veniva chiamata in famiglia, si sentiva
come se fosse il perno di quella giostra, sempre con l'intento di
afferrare qualcosa o qualcuno, ma spesso senza riuscirci. Dopo aver
lasciato le tazze nell'acquaio ognuno era andato in camera a
preparasi. Il primo ad uscire di casa era stato il ragazzo perché
doveva prendere un treno per Pisa.
Il tavolo era già sparecchiato, Ali era rimasta
qualche minuto seduta da sola a leggere le ultime righe di un
articolo del giornale che parlava della vita stressata delle
casalinghe, mentre le sue mani avvolgevano, come se volesse
riscaldarsi, la tazza di tè, quando improvvisamente suonò il
campanello.
- Chi
sarà a quest'ora, pensarono tutti.
Il marito, rispondendo al citofono, aveva subito
riconosciuto la voce allarmata del figlio, che gli aveva detto:
- C'è un lenzuolo bianco in mezzo alla strada,
qualcuno si è buttato giù dalla finestra.
Dopo quella notizia, tutte le angosce e timori di ognuno si erano paralizzati e svaniti rapidamente. Subito, i tre, chi con una giacca, chi con uno scialle e chi con un giubbotto, presi al volo dall'attaccapanni dell'entrata, si erano precipitati giù per le scale senza rendersi conto che avevano ancora le pantofole. Il lenzuolo bianco copriva il corpo di un giovane ragazzo che abitava nel caseggiato di fronte, questo era il poco che erano riusciti a sapere dalle persone che sostavano intorno all'auto della polizia; Non poteva essere Ugo, l'unico ragazzo giovane che abitava nel palazzo, pensarono tutti.
Dopo quella notizia, tutte le angosce e timori di ognuno si erano paralizzati e svaniti rapidamente. Subito, i tre, chi con una giacca, chi con uno scialle e chi con un giubbotto, presi al volo dall'attaccapanni dell'entrata, si erano precipitati giù per le scale senza rendersi conto che avevano ancora le pantofole. Il lenzuolo bianco copriva il corpo di un giovane ragazzo che abitava nel caseggiato di fronte, questo era il poco che erano riusciti a sapere dalle persone che sostavano intorno all'auto della polizia; Non poteva essere Ugo, l'unico ragazzo giovane che abitava nel palazzo, pensarono tutti.
- Speriamo che sia una persona di passaggio, forse un
affittuario della signora napoletana, che quando non le bastava la
pensione dava in affitto la camera del figlio, emigrato in Canada,
aveva detto Alice, ma subito se n'era pentita, perché aveva
pensato che anche se fosse stato uno sconosciuto era sempre pur
terribile quella morte.
Era completamente sparita dalla sua mente la cosa
importante che quella mattina voleva dire al marito e ai figli, non
ci pensava più ad andare via, per un po' dalla città. Era da qualche
mese che sentiva il desiderio di fuggire; le mattine in cui non
aveva impegni non riusciva ad alzarsi; lei che era stata una donna
che, dall'alba al tramonto aveva avuto sempre energia da regalare. In
apparenza non c'era motivo per tutta quella melanconia e mancanza
di fiducia.
- Sarà la menopausa che mi fa brutti scherzi? Si chiedeva.
Voleva molto bene a marito e figli, ma sentiva un impulso a voler fare qualcosa realmente sua, come per esempio seguire un seminario o un corso di lingua in una università straniera. Forse non aveva mai fatto niente veramente da sola, negli anni dell'università aveva condiviso oltre che l'appartamento, viaggi, svaghi e interessi con altre studentesse, ma ben presto era andata a convivere col suo attuale marito, per questo sentiva la necessità di stare un po' in solitudine. Ma in quel momento in piedi in mezzo della strada desiderava solamente che sotto il lenzuolo bianco non ci fosse Ugo, quel amabile ragazzo che ogni tanto si fermava in strada a parlare con lei.
La vita di Ugo era stata come quella di tanti giovani: nato in una famiglia normale, da genitori che lavoravano sodo, ma che non avevano mai trascurato i figli; aveva seguito degli studi umanistici e dopo laureato, non trovando lavoro in Italia, aveva viaggiato e lavoricchiato in alcuni paesi europei. Ma da quando era tornato dalla Germania qualcosa era cambiato in lui, era più triste e silenzioso. Salutava i vicini senza guardarli e non si fermava più a chiacchierare con loro come prima.
Voleva molto bene a marito e figli, ma sentiva un impulso a voler fare qualcosa realmente sua, come per esempio seguire un seminario o un corso di lingua in una università straniera. Forse non aveva mai fatto niente veramente da sola, negli anni dell'università aveva condiviso oltre che l'appartamento, viaggi, svaghi e interessi con altre studentesse, ma ben presto era andata a convivere col suo attuale marito, per questo sentiva la necessità di stare un po' in solitudine. Ma in quel momento in piedi in mezzo della strada desiderava solamente che sotto il lenzuolo bianco non ci fosse Ugo, quel amabile ragazzo che ogni tanto si fermava in strada a parlare con lei.
La vita di Ugo era stata come quella di tanti giovani: nato in una famiglia normale, da genitori che lavoravano sodo, ma che non avevano mai trascurato i figli; aveva seguito degli studi umanistici e dopo laureato, non trovando lavoro in Italia, aveva viaggiato e lavoricchiato in alcuni paesi europei. Ma da quando era tornato dalla Germania qualcosa era cambiato in lui, era più triste e silenzioso. Salutava i vicini senza guardarli e non si fermava più a chiacchierare con loro come prima.
-
No, non poteva essere lui, quel bel ragazzo intelligente e gentile,
continuava a dire Alice al marito.
Dopo un po' erano risaliti in casa per vestirsi e indossare le scarpe adatte; quando uscirono di nuovo incontrarono il padre e la sorella di Ugo di fronte all'edificio dove era avvenuta la disgrazia.
Guardando i loro volti capirono che sotto il lenzuolo bianco c'era Ugo. In silenzio si avvicinarono a quelle due persone sconvolte dal dolore e le abbracciarono, poi attraverso poche parole vennero a sapere che la causa del suicidio era stata la depressione, che forse si era scatenata dal suo sentirsi diverso.
Diversità, inadeguatezza, incomprensione, infelicità erano le sensazioni che quella mattina Alice aveva percepito, ma che lentamente stavano mutando in fiduccia, forza, azione, futuro.
La mattina dopo, mentre apparecchiava il tavolo per la collazione con la tovaglia di color ambra, fece sapere a marito e figli che si era appena iscritta a un corso estivo di letteratura spagnola a Santander e che ne era proprio fiera.
Dopo un po' erano risaliti in casa per vestirsi e indossare le scarpe adatte; quando uscirono di nuovo incontrarono il padre e la sorella di Ugo di fronte all'edificio dove era avvenuta la disgrazia.
Guardando i loro volti capirono che sotto il lenzuolo bianco c'era Ugo. In silenzio si avvicinarono a quelle due persone sconvolte dal dolore e le abbracciarono, poi attraverso poche parole vennero a sapere che la causa del suicidio era stata la depressione, che forse si era scatenata dal suo sentirsi diverso.
Diversità, inadeguatezza, incomprensione, infelicità erano le sensazioni che quella mattina Alice aveva percepito, ma che lentamente stavano mutando in fiduccia, forza, azione, futuro.
La mattina dopo, mentre apparecchiava il tavolo per la collazione con la tovaglia di color ambra, fece sapere a marito e figli che si era appena iscritta a un corso estivo di letteratura spagnola a Santander e che ne era proprio fiera.
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