sabato 6 febbraio 2021

La scarpa slacciata

 


Alice aveva l’abitudine di andare, un giorno si un giorno no, in palestra. Se non avesse avuto quell'impegno molte volte sarebbe rimasta tutto il pomeriggio davanti al computer a lavorare, preparando lezioni o correggendo le verifiche dei suoi alunni.

La palestra oltre a farla sentire bene fisicamente la costringeva a uscire di casa a metà  pomeriggio. Aveva conosciuto e fatto amicizia con alcune donne della sua età e con altre più giovani di lei. Chiacchieravano nello spogliatoio prima e dopo la lezione. Ad Alice piaceva conoscere persone nuove e scoprire i loro mondi. Anche con alcune maestre era entrata in confidenza. 

Era uno svago per lei, lo sentiva come tempo supplementare che si era concesso. In palestra non pensava né al lavoro né alla famiglia.

Pedalando sulla cyclette a volte si ritagliava anche uno spazio per leggere il giornale o un capitolo di un romanzo che portava sempre in borsa.

Ma da quando era cambiata la gestione della palestra Alice non ci andava volentieri come prima. Avevano trasferito gli spogliatoi in un posto angusto e cambiato l'organizzazione dei corsi. L’insegnante di ginnastica posturale, che tanto le piaceva, in quel periodo litigò con i nuovi gestori e si licenziò. A quel punto Alice aspettò che le scadesse l’abbonamento e non lo rinnovò più.

Per tenersi in forma, cominciò a fare, ginnastica da sola nel salotto di casa, ma anche se metteva musica, le sembrava che le mancasse qualcosa. Un giorno fece tanti esercizi di torsione del busto che la sera si muoveva incurvata come una vecchietta da quanto male le facevano i lombi indolenziti.

Decise di non esagerare con la ginnastica casalinga e di andare a fare lunghe camminate. A volta ci andava da sola, ma spesso coinvolgeva due amiche che abitavano vicino a lei. Con le amiche poteva chiacchierare, passo dopo passo venivano fuori storie e aneddoti della vita di ognuna di loro.

Sentiva che camminare lungo il fiume la faceva stare bene. Cercava di andarci un paio di volte la settimana.

Un pomeriggio di ottobre, mentre Alice percorreva veloce il sentiero tra il fiume e il parco, sorpassò un uomo sulla sessantina e notò che aveva una scarpa slacciata. L'uomo portava un bambino sulle spalle, forse il nipotino.

- Scusi ha una scarpa slacciata, potrebbe cadere, gli disse Alice.

- Grazie, me ne sono accorto, ma col bambino su non riesco ad allacciarmi e sarebbe troppo complicato far scendere il piccolo, ma per fortuna tra poco sarò a casa, disse l'uomo.

- Vuole che gli allacci io la scarpa? Gli domandò Alice.

- Molto volentieri, rispose l'uomo.

Mentre Alice faceva un doppio fiocco alla scarpa da ginnastica dell'uomo, si senti dire:

- Grazie mille, da quando ero piccolo nessuno mi allacciava una scarpa, lei mi ha fatto ritornare all'infanzia. La ringrazio di cuore, perché mi ha reso felice.

Alice salutò lo sconosciuto e continuò a camminare osservando la gente che passeggiava o correva lungo il fiume e il mondo le parve più bello. 

Da allora non ebbe più la necessità di fare esercizi a casa o di avere un abbonamento in palestra per sentirsi bene col suo corpo. Il  pomeriggio a una certa ora chiudeva i libri, spengeva il computer e usciva di casa contenta. Scendendo le scale vedeva già il fiume, gli alberi, la strada e le persone che andavano in bicicletta, correvano o camminavano. Subito si lasciava trascinare da quella corrente.

Camminava e camminava, si fermava solo per bere nella fontana, per salutare le persone conosciute che incontrava o quando vedeva una scarpa slacciata.

 









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