martedì 16 luglio 2019

Festa di compleanno











Ogni volta, quando si avvicina il compleanno, Caterina, pensa e ripensa alla festa che vorrebbe per sé.
- Vorrei invitare tutti gli amici a casa nostra. Che ne dici? Gli domandò un giorno al marito.
- Non complicarti la vita, sei tu la festeggiata, non metterti a cucinare. Possiamo invitare gli amici fuori, in un bar o al ristorante, tagliò corto lui.
- Forse hai ragione c'è tanto da lavorare, poi sicuramente sarà troppo caldo e i due ventilatori non basteranno, ma farlo in una trattoria mi sembra una cosa insipida, rispose lei.
Caterina era nata in piena estate. La città in quel periodo era rovente e molti degli amici erano già partiti per le vacanze, quindi negli ultimi venti anni era riuscita a festeggiare con loro solo un paio di volte.
Due settimana prima del compleanno, Caterina e il marito erano andati a cena da amici. Mangiarono in giardino dove l'amica aveva apparecchiato una bella tavola per quattro, stettero proprio bene a  chiacchierare fino a tardi. Mentre la brezza notturna, ancora calda, accarezzava la sua pelle, Caterina ripensò alla festa che tanto desiderava e disse loro:
- Tra quindici giorni siete invitati a casa nostra, voglio festeggiare il mio compleanno, sarete in città?
- Sei sicura di voler organizzare una cena al chiuso in una delle giornate più calde dell'anno? Perché non la fai all'aperto, vi mettiamo a disposizione il nostro giardino, le disse l'amico.
- Le ripeto in continuazione di non fare la cena a casa, ma Caterina è molto testarda, disse il marito.
- Anche a me sembra una buona idea, quella di farla all'aperto, disse l'amica.
- Grazie tante per i vostri suggerimenti, ci penserò, disse lei.
Caterina rimuginò per una settimana, ma era sempre più indecisa sul daffare.
La domenica successiva lei e il marito andarono a passeggiare lungo il fiume e scoprirono un barettino, aperto da poco, con un gran terrazza, dove si poteva, bere, mangiare, ascoltare la musica e addirittura nelle sedie sdraio, prendere il sole.
Si guardarono e pensarono la stessa cosa:
- Questo è il posto ideale per festeggiare.
Decisero di invitare il giorno stabilito, che era sabato, diversi amici, molti dei quali quell'anno, a causa del tempo instabile, ancora erano in città. L'appuntamento sarebbe stato verso le nove, prima avrebbero mangiato e poi a mezza notte era previsto il brindisi.
Ma venerdì Caterina dovette spostare la prenotazione al giorno successivo perché erano previste delle piogge intense per sabato sera. In realtà ci furono dei tuoni e lampi ma niente precipitazioni.
La domenica Caterina si alzò presto, guardò dalla finestra della cucina e vide un cielo coperto, subito temette per la sorte dell'incontro di quella sera.
- Forse non dovevo ascoltare nessuno e fare la festa a casa come pensavo all'inizio, tanto adesso l'aria è più fresca, si diceva, un po' sconsolata.
Il sole appariva e spariva in continuazione e Caterina soffriva.
Verso le sette, mentre stavano andando dove avevano fissato, videro verso i monti un cielo così nero da non augurare niente di buono.
- Come faremo se comincia a piovere? Disse Caterina al marito.
- Andremo sotto gli ombrelloni, non preoccuparti, le disse accarezzandole il viso, mentre camminavano lungo l'Arno.
- Hai ragione, non pensiamoci più, sarà quel che sarà, gli disse all'orecchio, contenta delle carezze affettuose del marito.
Gli amici arrivarono alla spicciolata, così marito e moglie ebbero tempo di parlare con ognuno di loro. Dovevano essere in quattordici, ma alla fine erano dodici, perché una coppia aveva avuto un problema in famiglia, la madre novantenne di lui era caduta e si era rotta il femore, quindi erano dovuti correre in ospedale.
Invece di sistemarsi nel tavolo vicino alla pista da ballo, quello che era stato assegnato loro, misero dei tavolini vicino al fiume, dove la musica caraibica arrivava più attutita.
Il tramonto fu spettacolare, dato che le nuvole che si erano diradate piano piano, avevano creato sul ponte uno sfondo di colori rossi e gialli da sembrare un paesaggio dipinto.
Caterina si rilassò vedendo che suo marito si dava un sacco daffare per organizzare la distribuzione delle bevande e il cibo che ognuno aveva scelto.
Tutti erano felici di aver scampato la tormenta, che sembrava si fosse spostata all'interno della regione. Le risate non mancavano. Alcuni di loro si conoscevano poco, ma Caterina vedeva che stavano parlando tra di loro.
Ogni tanto marito e moglie si guardavano e si sorridevano.
Arrivarono dopo cena altri due amici che  non aspettavano, perché erano andati al mare a passare il fine settimana e prevedevano di arrivare molto più tardi, dovendo accompagnare a casa una anziana zia che abitava dall'altra parte della città e che spesso faceva capricci, ma quella sera era andato tutto liscio. Con loro il gruppo diventò ancora più festoso.
I due nuovi arrivati amavano molto ballare e quando sentirono i ritmi de La Habana, si lanciarono verso la pista da ballo.
- Dai Caterina vieni con me, la festeggiata deve danzare. Le disse l'amico arrivato dal mare.
- Ma io non so ballare
- Tu segui me e lasciati andare.
Caterina non aveva idea di come bisognava muoversi al ritmo cubano e non avrebbe mai pensato di farlo, invece quella sera ballò. Poi altri si unirono a loro.
Caterina non ci poteva credere, ognuno muoveva le anche seguendo la musica, magari non erano bravi, ma si divertivano tanto.
Dopo un po' si erano di nuovo seduti vicino al fiume, alcuni avevano ordinato bevande fresche, altri fumavano una sigaretta, ma la maggior parte parlava e guardava i cellulare con le foto e i video che erano stati scattati ai ballerini.
A un certo punto uno del gruppo, disse:
- Ho sentito che martedì sera ci sarà un concerto di un musicista cubano molto bravo, ci andiamo?
Quasi tutti accolsero con entusiasmo la proposta.
Caterina guardava verso il fiume quando sentì qualcosa sulla nuca, erano delle labbra carnose  che sfioravano la sua pelle.
In quella manciata di secondi pensò:
- Chi può essere? Lui è davanti a me. Non è uno dei mie figli, la grande  è a Madrid e l'altro  adesso lavora, forse è un mio studente, ma cosa sto dicendo, un alunno non mi avrebbe baciata con tutto questo affetto.
Dopo un attimo si accorse che era suo figlio quello che la baciava.
- Che sorpresa, ma non eri col tassi fino a mezzanotte?
- C'era poca gente in giro e poi volevo farti gli auguri personalmente.
Lo abbracciò e gli disse che le aveva fatto un regalo bellissimo con quel bacio. Mezz'ora dopo  il figlio salutò tutti e se ne andò.
Verso le undici gli amici cominciarono a congedarsi. Era oltre mezza notte quando Caterina e il marito rientrarono a casa, mentre si dicevano che la festa era stata un successo, Caterina guardò il cielo e vide che stava diventando sempre più scuro, erano sparite la luna e le stelle. 
Dopo poco udirono cadere delle gocce, prima lentamente, poi all'improvviso  venne giù uno scroscio d'acqua.
Mentre guardavano l'acquazzone dalla finestra, il marito disse ridendo:
- Questa volta l'abbiamo scampata bella.





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