
Il
cielo era limpido, proprio il giorno adatto per una gita al mare.
Guardando dalla finestra, Lucia non poteva immaginare quanto le
avrebbe  fatto bene percorre i cento chilometri che separavano la sua
città dalla costa. 
Si
erano svegliati abbastanza presto, ma poi avevano traccheggiato e non
 erano riusciti a partiti  prima  delle dieci.
-
Non so se è una buona idea andare al mare. Spesso in autostrada  ci
sono delle code e oggi è tanto caldo, che mi fa fatica solo pensarci. Sei sicura di volerci andare, non sarebbe meglio il lago del
Bilancino? Disse il marito sdraiato  sul divano, con un libro in
mano.
-
Hai ragione, ma io preferisco una giornata al mare, se ti pesa
guidare,  posso farlo io all'andata e tu al ritorno. Rispose Lucia 
sicura.
-
Non abbiamo la crema di protezione solare. Ribatté lui.
-
Vado subito a comprarla e prendo anche il giornale. 
-
Io intanto preparo dei panini e un po' di frutta. Disse lui con più
convinzione di prima.
Lucia
parti in fretta e furia con la sua bicicletta verso il negozio di
alimentari più vicino.
Avevano
da poco comprato  una macchina  nuova, Lucia  non si era ancora
abituata al nuovo cambio di marce. Essendo piuttosto abitudinaria,
le ci voleva un po' a prendere la mano. La quinta marcia, non le
piaceva. Passare dalla quinta alla quarta le creava un certo
disagio. Ma era tanta la voglia di mare che guidò volentieri  senza
 ansia e non usò  il navigatore, come era il suo solito, nonostante
l'autostrada fosse zeppa di automobili.
Lucia
guidava rilassata accanto al marito, il quale  dopo aver letto il 
giornale  si era mezzo  addormentato; si sentiva sicura,  perché
sapeva che nel caso  avesse preso una strada sbagliata, lui  avrebbe 
subito saputo come trovare quella  giusta. 
La
radio annunciò a un certo punto che, a causa di un incidente, si era
creato una coda proprio sul loro precorso.
L'aria
condizionata faceva il suo dovere, ma il sole rovente delle undici,
cominciava a surriscaldare l'abitacolo di metallo. Tra il numerosi
tratti di rallentamenti e le infinite code,  arrivarono dopo l'una.
Si
erano dimenticati l'ombrellone a casa, quindi pensarono bene di
andare in un stabilimento balneare per affittare un posto all'ombra
con due sedie sdraio. 
Lasciarono
la macchina posteggiata davanti la zona di spiaggia libera, per
questo dovettero fare un bel tratto a piedi. 
Cercarono
il bagnino, ma capirono subito  che quel  bagno era  colmo di gente,
forse perché essendo il primo fine settimana di giugno bello tutti
si erano riversati alle spiagge.
-
Potete mettervi in lista d'attesa, siete i diciannovesimi,  gli disse
 il bagnino,  un po' scocciato.
-
Si comincia bene. Pensò Lucia osservando divertita la attillata canottiera
rossa che aveva addosso quell'uomo senza età, con un fisico legnoso e
 a dire poco abbronzato
Provarono
fortuna  in un altro bagno,  questa volta una signora grassa, seduta
in una specie d'ufficio, dove c'era un grande cartello che diceva
direzione, disse loro, che non sarebbe  stato possibile trovare un
posto  in spiaggia fino al tramonto.
Lucia
e il marito decisero di andare a compare un ombrellone e  recarsi
alla spiaggia libera. 
L'impresa non fu facile perché, dopo aver spostato la macchina, non
riuscivano a  ritrovare  posteggio.
Erano
le due passate  quando piantarono un bell'ombrellone vicino alla riva.
Essendo la spiaggia libera  molto grande,  erano piuttosto distanti
dalle altre persone.
Lucia
era nata in un paese di mare, quindi lo amava molto. Da piccola di
solito   andava,  la mattina in spiaggia, con la zia e le cuginette,
a volte con la sorella maggiore,  che mal volentieri portava lei e il
fratello più piccolo in bicicletta. Ma mai di  pomeriggio. 
Lucia
 si tuffò subito, anche se l'acqua non era molto limpida per
l'enorme quantità di alghe che galleggiavano. Mangiarono panini  e  frutta e si sdraiarono sotto l'ombrellone a righe azzurre e
bianche.
Le
ore scivolarono velocemente parlando, leggendo, guardando il mare,
ascoltando qualche conversazione dei vicini e osservando le persone
che passavano.
A
un certo punto il marito le mise una cuffia all'orecchio, per farle
sentire una vecchia canzone d'amore. Lucia si avvicinò al marito e
stette lungo tempo ad ascoltare quella bella musica.
A
metà pomeriggio si buttarono in acqua,
che era  pulita e soprattutto sgombra di gente. Lucia
osservava dal largo le persone  che cominciavano a raccogliere le
loro cose per andare via, ormai rimanevano solo poche famiglie con
bambini.
Sdraiata
sotto il sole tiepido delle sei, pensò a una frase di una scrittrice
del secolo scorso che aveva letto pochi giorni prima:
Non
si può essere infelici quando si ha questo: l'odore del mare, la
sabbia sotto le ditta, l'aria, il vento.
Guardò
l'ombra dell'ombrellone che piano piano si  era  allontanata dai loro
corpi, poi rivolse lo sguardo al marito, e pensò che  era stato lui
a farle apprezzare il mare di pomeriggio. Lui  era  nato e vissuto sulle  rive di un fiume e non era un granché
mattiniere, forse per
questo preferiva di gran lunga stare all'aperto durante le ore
pomeridiane e serali.  
Chiuse
gli occhi per godersi  l'odore del mare, il venticello  fresco che
cominciava  a soffiare e soprattutto il senso di gratitudine verso
quel corpo bagnato accanto a lei che tanto amava.
 
 
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