Cara
amica:
Un giorno mi hai chiesto quali erano i miei gusti a proposito di paesaggi, tonalità e sfumature
di colori, invece adesso ti voglio parlare di buio e oscurità. E ti
spiego il perché.
L'altro pomeriggio ho conosciuto un persona che mi ha molto colpita. Era in
piedi, con un basco rosso in testa e un bel sorriso sulle labbra,
impugnava un bastone bianco. Si trovava nell'atrio di un antico
cinematografo fiorentino. Eravamo andati in quella splendida sala,
insieme a dei cari amici, per assistere alla proiezione di un
documentario su un'esperienza di musicoterapia, durata quasi quattro
anni, che Wolfgang, cosi si chiama l'uomo dal basco rosso, ha
condotto con dei bambini disabili.
Avevo
sentito parlare di Wolfgang e conoscevo brandelli della sua vita.
Sapevo che diventò completamente cieco all'età di 22 anni, a causa
di un malattia ereditaria.
Come
tutti i non vedenti, aveva sviluppato il senso del tatto, quindi
studiò fisioterapia a Zurigo. Qualche anno dopo, lavorava ed aveva
un appartamento tutto per sé, ma ben presto volle lasciare il suo
paese per l'Italia.
Forse,
tutto cominciò quando andò a trovare degli amici in un paese del
Casentino. Si innamorò di quelle terre buie ma piene di vita e
soprattutto colme di suoni. Decise allora di rimanere a vivere in
Toscana. Trovò una piccola casa colonica non lontana dall'Arno.
Aveva
un cane che lo guidava dappertutto. Trascorreva le sue giornate nel
bosco, la sua grande passione era ascoltare i rumori della natura,
soprattutto al tramonto e all'alba.
Alcuni
abitanti di Poppi, il paese più vicino, andavano a trovarlo per
farsi fare dei massaggi. Le cure di Wolfgang sembravano miracolose.
Le sue mani guarivano le artriti, le artrosi, le ernie, i dolori
cervicali o lombari, ma soprattutto veniva, in quella valle,
sconfitto per sempre il “colpo della strega” .
La
gente aspettava pazientemente il proprio turno vicino al camino, il
bravo massaggiatore era così altruista che lavorava anche la
domenica, facendosi pagare talmente poco che la gente gli portava dei
doni, chi l'olio, chi il pane, non mancavano le marmellate, le uova,
le damigiane di vino e ogni altro ben di Dio.
Le
finestre della sua casa erano piccole, lui le apriva tutte le mattine
per sentire i rumori dell'alba e dopo attendeva pazientemente il
canto degli uccelli. In quella casa era tutto buio, giorno e notte,
anche fuori era sempre oscuro, ma Wolfgang era contento, per lui era
sufficiente sentire la vita intorno a se.
Partiva
presto per le sue passeggiate. Lo zaino e il suo cane erano la sua
sola compagnia. Da un cinguettio, da un trillo o pigolio capiva l'ora
del giorno. Camminando lentamente, toccava i cespugli, saliva sugli
alberi, accarezzava le piante, ma soprattutto rimaneva seduto a
guardare il buio, sorridendo. Poi tirava fuori dallo zaino tutta
l'attrezzatura di registrazione, le cuffie, il microfono, delle
piccole casse e carpiva per i suoi pazienti, i bambini disabili, i
rumori del bosco.
Alla
fine della proiezione ho ringraziato l'uomo dal basco
rosso per avermi fatto capire che anche le tenebre
possono dare felicità.
Ti
abbraccio
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