venerdì 13 luglio 2012

La trattoria















Andiamo a cena fuori una di queste sere? abbiamo detto dopo la lezione di ginnastica.
Queste frasi si dicono, ma poi non sempre gli incontri si realizzano. Quella volta siamo andate davvero a mangiare insieme.
Ci conoscevamo da diversi mesi, ma al di fuori della palestra non c'eravamo mai incontrate.
In fondo alla bella sala affrescata dove venivano fatte le lezioni di corpo libero, appena l'insegnante finiva gli ultimi esercizi di rilassamento, ci ritrovavamo in cinque donne a parlare di libri, mariti, amanti, figli, cinema, genitori anziani, diete, ecc.
Ricordo un giorno in cui la più giovane di noi, mentre ci spogliavamo, ci diceva:
- Se lui non lascia la moglie lo pianto subito, gli do tempo fino a Pasqua. Cosa ne dite ragazze?
- Lascialo, abbiamo detto tutte in coro. Dopo poco siamo scoppiate in una gran risata.
Lei, aperta e generosa, e' perennemente innamorata di uomini complicati. E' un  chirurgo e con il suo accento romano ogni tanto ci raccontava con passione la storia di alcune donne, malate di tumore al seno, che lei seguiva.
L'unica toscana del gruppo, ironica e sensibile, è quella che ho conosciuto per prima, grazie a un libro di una scrittrice olandese che le ho prestato. In quel periodo mi ero interessata al tema dell'Alzheimer, perché erano morte da poco la mia cara tia1 Margarita e la madre di U. a causa di quella malattia. Il romanzo raccontava la commovente storia di una donna in difficoltà, sia per i disturbi che le procurava la menopausa, sia per l'Alzheimer che stava annientando lentamente sua madre.
E' stato proprio quel libro a far nascere la nostra amicizia e forse ha un po' consolato la mia amica dal dolore che sente guardando impotente sua madre allontanarsi sempre di più dal mondo. Una sera di fine maggio ci ha detto:
- sapete cosa faceva mia madre quando ieri sono andata a trovarla? Costruiva il presepe e voleva che io pensassi al pranzo di Natale.
La visione di quella donna, mentre preparava con cura le figure del presepe, mi ha procurato molta tenerezza, ma allo stesso tempo ho capito il dolore che provava la mia amica e anche quello che sicuramente sentiva la madre costretta a vivere in un'altra dimensione.
L'appuntamento era al vecchio ristorante vegetariano di Via delle Ruote. Non ci tornavo dall'inizio degli anni '80, l'anno di apertura, quindi ero molto curiosa. Purtroppo non prendevano prenotazione dei tavoli e quando siamo entrate non c'era più posto.
Essendo arrivata al luogo stabilito un po' prima del tempo, ho posteggiato la bicicletta e ho fatto una passeggiata nei dintorni. Sono rimasta colpita, per la sua semplicità e per l'atmosfera rassicurante che emanava, da una piccola trattoria a pochi metri dal ristorante vegetariano, dove non c'era molta gente.
Ho proposto alle amiche di andare a cena da Tiberio, così si chiamava quella trattoria.
La più attiva e forse meno paziente del gruppo era un po' scocciata per quell'imprevisto, non voleva entrare in quel locale  e ci proponeva di andare verso il centro a cercare una pizzeria.
Chissà perché avevo insistito tanto per rimanere in via delle Ruote, convincendo alla fine tutte ad entrare in quella trattoria sconosciuta.
Fin dall'inizio ho percepito un'atmosfera positiva. La notte era tiepida, quindi ci siamo sistemate all'aperto in un ampio cortile. I padroni, marito e moglie, erano gentilissimi e la giovane cameriera molto disponibile. Abbiamo mangiato molto bene. I crostini con pomodori e basilico mi hanno ricordato la bontà di questo semplice piatto mediterraneo, i primi erano fatti con cura con i prodotti di stagione, l'olio sembrava appena uscito dal frantoio e il vino dalla fattoria. Vedevamo passare ogni tanto, verso altri tavoli, dei secondi piatti deliziosi, ma purtroppo non li abbiamo potuto  assaggiare perché eravamo tutte a dieta. Alla fine ci siamo permesse però  un dolce che sicuramente è stata la portata che più ci ha entusiasmato.
Ero così contenta di aver scoperto quella trattoria, che tornando a casa l'ho detto ai miei figli e a U.
Mio figlio ventenne in quel periodo cercava lavoro e sentendo le mie di parole di elogio, l'indomani si è presentato alla trattoria per chiedere se avevano bisogno di un aiuto cuoco.
Lui ha lavorato per più di un anno da Tiberio e ha avuto occasione di conoscere da vicino e collaborare con quelle affabili persone che prepararono i deliziosi piatti per noi.
Con le amiche della palestra abbiamo continuato a frequentarci e la nostra amicizia è cresciuta diventando sempre più salda.
Ricordo una notte, sedute nel cortile della trattoria, quell'amica, che la prima volta era restia ad entrare, dire che quel posto le piaceva davvero, perché si sentiva a proprio agio e insieme a noi quell'atmosfera le dava un sereno senso di pace in quel momento così stressante che stava attraversando nel lavoro.
- Non so come fare ad uscire dal ginepraio in cui mi sono cacciata, ho paura di perdere la causa contro il mio datore di lavoro.
Lei ha molta esperienza nel campo dell'insegnamento ai bambini malati e lotta con tutta se stessa perché siano riconosciuti a questi tutti i diritti, ma non sempre trova risposte giuste, per questo spesso è arrabbiata.
- fai come me, prenditi tre mesi di pausa e parti per una crociera intorno al mondo, disse l'amica austriaca.
Quella tra di noi che viaggia di più è sicuramente lei, perché si ritaglia sempre che può del tempo libero per se stessa, grazie alla sua professione di cantante, ma soprattutto al suo carattere deciso e intraprendente.
Siamo delle cinquantenni proprio diverse, pensai quella sera.
Sono passati più di due anni dalla nostra prima cena da Tiberio, ci sono stati dei cambiamenti nella vita di alcune di noi e non sempre riusciamo ad andare in palestra insieme, ma circa una volta al mese, ci vediamo per un tè o un aperitivo e quando abbiamo più tempo o vogliamo festeggiare qualcosa, ritorniamo nella nostra piccola trattoria: quella che ci ha portato tanta fortuna.


1 zia

2 commenti:

  1. sono passata proprio l'altro ieri davanti alla trattoria che descrivi ed anch'io ho pensato assieme alla mia amica che posto carino!come stai?finalmente anch'io ho il blog di scrittura: tramescritte.blogspot.it
    Bacio Lu

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  2. Ciao, Meravigliosa Fina, scrivi così bene che metti tanta voglia di andare a cena in questa trattoria! Sei una persona speciale e sarà bello ritrovarti, anche solo per un aperitivo del venerdì. Besitos, manu

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