Andiamo
a cena fuori una di queste sere? abbiamo detto dopo la lezione di
ginnastica.
Queste
frasi si dicono, ma poi non sempre gli incontri si realizzano. Quella
volta siamo andate davvero a mangiare insieme.
Ci
conoscevamo da diversi mesi, ma al di fuori della palestra non
c'eravamo mai incontrate.
In
fondo alla bella sala affrescata dove venivano fatte le lezioni di
corpo libero, appena l'insegnante finiva gli ultimi esercizi di
rilassamento, ci ritrovavamo in cinque donne a parlare di libri, mariti,
amanti, figli, cinema, genitori anziani, diete, ecc.
Ricordo
un giorno in cui la più giovane di noi, mentre ci spogliavamo, ci
diceva:
-
Se lui non lascia la moglie lo pianto subito, gli do tempo fino a
Pasqua. Cosa ne dite ragazze?
-
Lascialo, abbiamo detto tutte in coro. Dopo poco siamo scoppiate in
una gran risata.
Lei,
aperta e generosa, e' perennemente innamorata di uomini complicati.
E' un chirurgo e con il suo accento romano ogni tanto ci
raccontava con passione la storia di alcune donne, malate di tumore
al seno, che lei seguiva.
L'unica
toscana del gruppo, ironica e sensibile, è quella che ho conosciuto
per prima, grazie a un libro di una scrittrice olandese che le ho
prestato. In quel periodo mi ero interessata al tema dell'Alzheimer,
perché erano morte da poco la mia cara tia1
Margarita e la madre di U. a causa di quella malattia. Il romanzo
raccontava la commovente storia di una donna in difficoltà, sia per
i disturbi che le procurava la menopausa, sia per l'Alzheimer che
stava annientando lentamente sua madre.
E'
stato proprio quel libro a far nascere la nostra amicizia e forse ha
un po' consolato la mia amica dal dolore che sente guardando
impotente sua madre allontanarsi sempre di più dal mondo. Una sera
di fine maggio ci ha detto:
-
sapete cosa faceva mia madre quando ieri sono andata a trovarla?
Costruiva il presepe e voleva che io pensassi al pranzo di Natale.
La
visione di quella donna, mentre preparava con cura le figure del
presepe, mi ha procurato molta tenerezza, ma allo stesso tempo ho
capito il dolore che provava la mia amica e anche quello che
sicuramente sentiva la madre costretta a vivere in un'altra
dimensione.
L'appuntamento
era al vecchio ristorante vegetariano di Via delle Ruote. Non ci
tornavo dall'inizio degli anni '80, l'anno di apertura, quindi ero
molto curiosa. Purtroppo non prendevano prenotazione dei tavoli e
quando siamo entrate non c'era più posto.
Essendo
arrivata al luogo stabilito un po' prima del tempo, ho posteggiato la
bicicletta e ho fatto una passeggiata nei dintorni. Sono rimasta
colpita, per la sua semplicità e per l'atmosfera rassicurante che
emanava, da una piccola trattoria a pochi metri dal ristorante
vegetariano, dove non c'era molta gente.
Ho
proposto alle amiche di andare a cena da Tiberio, così si chiamava
quella trattoria.
La
più attiva e forse meno paziente del gruppo era un po' scocciata per
quell'imprevisto, non voleva entrare in quel locale e
ci proponeva di andare verso il centro a cercare una pizzeria.
Chissà
perché avevo insistito tanto per rimanere in via delle Ruote,
convincendo alla fine tutte ad entrare in quella trattoria
sconosciuta.
Fin
dall'inizio ho percepito un'atmosfera positiva. La notte era tiepida,
quindi ci siamo sistemate all'aperto in un ampio cortile. I padroni,
marito e moglie, erano gentilissimi e la giovane cameriera molto
disponibile. Abbiamo mangiato molto bene. I crostini con pomodori e
basilico mi hanno ricordato la bontà di questo semplice piatto
mediterraneo, i primi erano fatti con cura con i prodotti di stagione,
l'olio sembrava appena uscito dal frantoio e il vino dalla fattoria.
Vedevamo passare ogni tanto, verso altri tavoli, dei secondi piatti deliziosi, ma purtroppo non li abbiamo potuto assaggiare perché eravamo tutte a dieta. Alla fine ci siamo permesse però un dolce che sicuramente è stata la portata che più ci ha entusiasmato.
Ero
così contenta di aver scoperto quella trattoria, che tornando a casa
l'ho detto ai miei figli e a U.
Mio
figlio ventenne in quel periodo cercava lavoro e sentendo le mie di
parole di elogio, l'indomani si è presentato alla trattoria per
chiedere se avevano bisogno di un aiuto cuoco.
Lui
ha lavorato per più di un anno da Tiberio e ha avuto occasione di
conoscere da vicino e collaborare con quelle affabili persone che
prepararono i deliziosi piatti per noi.
Con
le amiche della palestra abbiamo continuato a frequentarci e la
nostra amicizia è cresciuta diventando sempre più salda.
Ricordo
una notte, sedute nel cortile della trattoria, quell'amica, che la
prima volta era restia ad entrare, dire che quel posto le piaceva
davvero, perché si sentiva a proprio agio e insieme a noi
quell'atmosfera le dava un sereno senso di pace in quel momento così
stressante che stava attraversando nel lavoro.
-
Non so come fare ad uscire dal ginepraio in cui mi sono cacciata, ho
paura di perdere la causa contro il mio datore di lavoro.
Lei
ha molta esperienza nel campo dell'insegnamento ai bambini
malati e lotta con tutta se stessa perché siano
riconosciuti a questi tutti i diritti, ma non sempre trova risposte
giuste, per questo spesso è arrabbiata.
-
fai come me, prenditi tre mesi di pausa e parti per una crociera
intorno al mondo, disse l'amica austriaca.
Quella
tra di noi che viaggia di più è sicuramente lei, perché si
ritaglia sempre che può del tempo libero per se stessa, grazie alla
sua professione di cantante, ma soprattutto al suo carattere deciso e
intraprendente.
Siamo
delle cinquantenni proprio diverse, pensai quella sera.
Sono
passati più di due anni dalla nostra prima cena da Tiberio, ci sono
stati dei cambiamenti nella vita di alcune di noi e non sempre
riusciamo ad andare in palestra insieme, ma circa una volta al
mese, ci vediamo per un tè o un aperitivo e quando abbiamo più
tempo o vogliamo festeggiare qualcosa, ritorniamo nella nostra
piccola trattoria: quella che ci ha portato tanta fortuna.
1 zia
sono passata proprio l'altro ieri davanti alla trattoria che descrivi ed anch'io ho pensato assieme alla mia amica che posto carino!come stai?finalmente anch'io ho il blog di scrittura: tramescritte.blogspot.it
RispondiEliminaBacio Lu
Ciao, Meravigliosa Fina, scrivi così bene che metti tanta voglia di andare a cena in questa trattoria! Sei una persona speciale e sarà bello ritrovarti, anche solo per un aperitivo del venerdì. Besitos, manu
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