martedì 19 aprile 2022

La catena

 


Bianca girò la testa  per guardare il corpo steso accanto a lei. Dopo qualche minuto Marco iniziò a muoversi e a cercare di toccare i piedi di Bianca. Lei si alzò lentamente e aprì la finestra della camera da letto. Era una domenica soleggiata. Bianca tornò a letto. Marco, vigile, le sorrise e finì completamente di svegliarsi, allungando le braccia verso l'alto.

- Perché non vieni con me a fare un giro in bicicletta? Le domandò.
- Mi fa un po' male il polso, ieri l'ho sforzato facendo yoga, ma se il giro sarà breve verrò.
- Mi piacerebbe andare a San Polo in Chianti.
- Va bene, disse lei.

Fecero colazione di buon umore e si prepararono per uscire.
Bianca amava andare in bicicletta lentamente. Marco, invece, andava veloce, lasciandola indietro. Lui andava ogni tanto con degli amici ciclisti, ma di tanto in tanto gli piaceva fare un giro più rilassato con sua moglie.
Le salite molto ripide mettevano Bianca un po' in crisi, non le piaceva dovere cambiare le marce troppo spesso.
Bianca usava il rapporto centrale, cambiava solo da un rocchetto all’altro in base alla pendenza della strada. Ma quella mattina a metà della prima salita mise il rapporto corto, per fare meno fatica. Subito le arrivò uno strano rumore nella pedalata e sentì che la catena non girava bene.
Bianca era scesa dalla bici per vedere cosa c'era che non andava. Subito si rese conto che la catena stava penzolando.
- Marco, fermati. La mia catena si è rotta.
- Arrivo subito.
Marco tornò indietro, raggiunse Bianca e scese dalla bicicletta. Gli ci volle un attimo per rendersi conto che la catena si era spezzata. Non aveva con sé l’attrezzo per riparare le catene.
- Non c'è niente da fare. Chiama Andrea che venga a prendere la tua bicicletta e ti dia un passaggio in macchina.
- Non voglio dar noia a mio fratello.
Le mani di Marco divennero nere di grasso nello smontare la catena di Bianca.
- Ti metto la catena sotto la sella, e mi fermo con te, le disse Marco.
-  Se fossi te, andrei avanti, disse Bianca.
- Chiama Andrea! Insistette Marco.
Alla fine Bianca si lasciò convincere.
Andrea non rispose.
- Sarà impegnato. Tu vai avanti, io posso ritornare a  casa a piedi, sono una decina di chilometri, disse Bianca.
- Sediamoci e aspettiamo insieme, disse lui per niente convinto di proseguire il giro da solo.
- Non ci penso nemmeno. Tu devi continuare verso San Polo.
Dopo pochi minuti, Bianca decise di fare di testa sua. Marco rimase seduto sul bordo della strada, guardando la moglie che si preparava per andare giù per la discesa.
Bianca salì sulla bici senza catena e fece la discesa fino a Capannuccia, il paese più vicino. Li si fermò davanti a un cancello di un giardino, dove una donna stava annaffiando i fiori.
- Buon giorno, scusi, conosce qualcuno in paese che ripara le biciclette?
- L’unico biciclettaio che c’era è morto un paio di anni fa, ma ci sono due meccanici che aggiustano qualsiasi cosa. Vada dritto e poi giri a sinistra, è l'ultima casa sulla strada. Chieda lì dei fratelli Guerrini.
Bianca si recò dai Guerrini. Suonò il campanello, le aprì la porta un uomo corpulento sulla cinquantina. L'uomo andò a chiamare il fratello.
Un uomo identico al primo uscì di casa. Dopo uno dei gemelli andò a prendere la cassetta degli attrezzi, l'altro aprì il cancello del giardino.
- Le catene possono riattaccarsi con un attrezzo che purtroppo noi non abbiamo disse il primo fratello, che era forse quello più timido
- Se vuole possiamo provare a sistemare la catena con le pinze, disse l'altro fratello, che era forse quello più determinato.
- Magari si potesse aggiustare la catena, disse Bianca con una voce allegra.
Il gemello timido tirò fuori gli attrezzi, l'altro capovolse la bicicletta di Bianca per poterci lavorare meglio. Con le pinze cercò di riattaccare la catena.
Marco chiamò al cellulare Bianca per dirle che aveva fatto marcia indietro e che la stava cercando. Era a Grassina, il paese più vicino a Firenze.
- Ho percorso la strada due volte, su e giù. Non capisco dove sei finita.
- Sono a Capannuccia a casa dei gemelli Guerrini, mi stanno aggiustando la catena.
- Avevo deciso di seguirti, ma sei sparita. Aspettami, torno subito.
- Ottimo. Vieni, prendi la prima strada a destra, entrando in paese, ti aspetto fuori della casa.
Quando arrivò Marco, i gemelli erano riusciti a sistemare la catena, ma non l’avevano fatto passare dalla rotellina del cambio e la bici continuava a non funzionare. Dovettero smontare di nuovo quella dannata catena. Tuttavia, tra tutti, alla fine erano riusciti a sistemare la catena su uno dei pignoni. Era una riparazione provvisoria, ma tutti ne furono soddisfatti.
I gemelli  abitavano in quella casa da tanti anni e conoscevano molto bene la zona e i suoi abitanti. Aggiustavano automobili, furgoni, trattori, camion e altri motori. A volte, durante i fine settimana, ciclisti o motociclisti si fermavano davanti alla loro a casa, per chiedere aiuto. I gemelli cercavano sempre di riparare alla meglio biciclette e moto in avaria.
Bianca disse che i suoi genitori avevano abitato nelle vicinanze, in una casa di colonica, quando erano giovani studenti e che anche lei amava quella campagna.
Rimasero ancora un po' a parlare con i gemelli e quando si congedarono, li ringraziarono di nuovo per il loro prezioso aiuto.
Sulla via del ritorno Bianca pedalò lentamente, senza poter agire sul cambio.

- Come va? Le domandò Marco che pedalava a pochi metri di lei.

- Tutto bene, disse Bianca contenta.






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