Bianca girò la testa per guardare il corpo steso accanto a lei. Dopo qualche minuto Marco iniziò a muoversi e a cercare di toccare i piedi di Bianca. Lei si alzò lentamente e aprì la finestra della camera da letto. Era una domenica soleggiata. Bianca tornò a letto. Marco, vigile, le sorrise e finì completamente di svegliarsi, allungando le braccia verso l'alto.
- Perché non vieni con me a
fare un giro in bicicletta? Le
domandò.
-
Mi fa un po' male il polso, ieri l'ho sforzato facendo yoga, ma se il
giro sarà breve
verrò.
-
Mi piacerebbe andare a
San Polo in
Chianti.
- Va
bene, disse lei.
Fecero
colazione di buon umore e si prepararono
per uscire.
Bianca
amava andare in bicicletta lentamente. Marco, invece, andava
veloce, lasciandola
indietro.
Lui andava
ogni tanto
con degli amici
ciclisti, ma di tanto in tanto gli
piaceva fare un giro
più rilassato con sua moglie.
Le
salite molto ripide
mettevano Bianca
un po' in crisi,
non le piaceva dovere
cambiare le
marce
troppo spesso.
Bianca
usava il rapporto
centrale, cambiava
solo da
un rocchetto all’altro in
base alla pendenza della strada. Ma quella mattina a
metà della prima
salita mise
il rapporto
corto,
per fare meno fatica.
Subito
le arrivò uno
strano rumore nella
pedalata e sentì
che la catena non girava bene.
Bianca
era scesa
dalla bici per vedere cosa c'era che non andava. Subito
si rese conto che la
catena stava
penzolando.
-
Marco, fermati.
La mia catena si è rotta.
-
Arrivo
subito.
Marco
tornò indietro,
raggiunse Bianca
e scese dalla bicicletta.
Gli ci volle un attimo
per rendersi conto che
la catena si era spezzata. Non aveva con sé l’attrezzo
per riparare le catene.
- Non c'è niente da fare. Chiama
Andrea
che venga a prendere
la tua bicicletta e ti
dia un passaggio in macchina.
-
Non voglio dar noia a
mio fratello.
Le
mani di Marco divennero
nere di grasso nello
smontare la catena di Bianca.
-
Ti metto
la catena sotto la sella, e
mi fermo con te, le
disse Marco.
- Se
fossi
te, andrei avanti, disse
Bianca.
- Chiama
Andrea! Insistette
Marco.
Alla fine
Bianca
si lasciò convincere.
Andrea
non rispose.
- Sarà impegnato. Tu
vai avanti, io
posso ritornare a casa a piedi, sono una decina di chilometri, disse Bianca.
- Sediamoci e aspettiamo insieme, disse
lui per niente convinto di proseguire il giro da solo.
-
Non ci penso nemmeno.
Tu devi continuare
verso San Polo.
Dopo
pochi minuti, Bianca
decise
di fare
di testa sua. Marco rimase
seduto sul
bordo della strada,
guardando la
moglie che si preparava
per andare giù per la discesa.
Bianca
salì sulla bici senza catena e fece
la discesa fino a
Capannuccia,
il paese più vicino. Li
si fermò davanti a un cancello di
un giardino, dove una
donna stava annaffiando
i fiori.
- Buon
giorno, scusi, conosce
qualcuno in paese
che ripara le biciclette?
- L’unico
biciclettaio che
c’era è morto un
paio di anni fa, ma ci sono due
meccanici che aggiustano qualsiasi
cosa. Vada
dritto e poi giri
a sinistra, è l'ultima casa sulla strada. Chieda
lì dei fratelli Guerrini.
Bianca
si recò dai
Guerrini. Suonò il campanello, le aprì
la porta un uomo
corpulento sulla cinquantina. L'uomo andò a
chiamare il
fratello.
Un uomo identico al primo uscì di casa. Dopo
uno dei gemelli andò
a prendere la
cassetta degli attrezzi, l'altro aprì
il cancello del giardino.
-
Le catene possono
riattaccarsi con un
attrezzo
che purtroppo
noi non
abbiamo disse il primo fratello,
che era forse quello più
timido
- Se vuole
possiamo provare a sistemare la catena con le pinze, disse l'altro
fratello, che era forse quello
più determinato.
- Magari
si potesse aggiustare
la catena, disse Bianca
con una voce
allegra.
Il
gemello timido tirò
fuori gli
attrezzi, l'altro capovolse
la bicicletta di Bianca
per poterci lavorare meglio. Con
le
pinze
cercò di riattaccare
la catena.
Marco
chiamò
al cellulare Bianca
per dirle che aveva fatto marcia indietro e che
la stava cercando. Era
a Grassina, il
paese più vicino a Firenze.
- Ho percorso la strada due volte,
su e giù. Non capisco dove sei finita.
- Sono a Capannuccia
a casa dei gemelli Guerrini, mi stanno aggiustando la catena.
-
Avevo deciso
di seguirti, ma sei sparita.
Aspettami, torno subito.
- Ottimo. Vieni, prendi
la prima strada a
destra, entrando in paese, ti aspetto fuori della
casa.
Quando
arrivò Marco,
i gemelli erano
riusciti a sistemare
la catena, ma non
l’avevano fatto passare dalla rotellina del cambio e la
bici continuava a non funzionare. Dovettero
smontare
di nuovo quella dannata catena. Tuttavia, tra tutti, alla fine erano
riusciti a sistemare la
catena su uno dei
pignoni. Era una
riparazione
provvisoria, ma tutti
ne furono
soddisfatti.
I gemelli abitavano in quella casa
da tanti
anni e conoscevano molto bene la zona
e i suoi abitanti.
Aggiustavano
automobili, furgoni, trattori, camion e altri motori. A volte,
durante i fine settimana, ciclisti o motociclisti si fermavano
davanti
alla loro a casa, per
chiedere aiuto. I
gemelli cercavano
sempre
di riparare alla meglio
biciclette e moto in
avaria.
Bianca
disse che i suoi genitori avevano abitato
nelle vicinanze, in una casa di colonica,
quando erano giovani studenti e che anche lei amava quella
campagna.
Rimasero
ancora un po' a parlare con i gemelli e quando
si congedarono, li
ringraziarono di nuovo
per il loro prezioso
aiuto.
Sulla via del ritorno Bianca
pedalò
lentamente, senza poter
agire sul
cambio.
- Come va? Le domandò Marco che pedalava a pochi metri di lei.
- Tutto bene, disse Bianca contenta.
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