mercoledì 2 febbraio 2022

Ammirare una donna

 

Maria era andata a cena con le amiche. Si erano date appuntamento in un nuovo locale di via Luna. Fino a cinque anni prima era stato un negozio all’ingrosso di mattonelle e materiali edili e ancora ne conservava il suo fascino: ambiente unico, soffitti altissimi, travi a vista, ecc. Era stato restaurato con cura e l’arredamento era minimalista, ma accogliente.

Il posto era tranquillo, essendo un giorno infrasettimanale, c’era poca gente. Le amiche si sedettero intorno a un tavolo lungo. Il cameriere, prima di chiedere cosa desideravano, accese la candela sul tavolo. Le donne ordinarono piatti da condividere e una bottiglia di un vino siciliano, amabile e fruttato.

Parlarono di sé, del lavoro, dei mariti o dei compagni e fecero delle belle risate. Prima che arrivassero i dolci, ordinarono un’altra bottiglia di vino. Verso la fine della serata parlarono di cinema e commentarono alcuni film visti recentemente. Maria fu sorpresa nello scoprire che una di loro ammirava con passione una regista cinematografica. Poi via via anche le altre amiche cominciarono ad elencare le donne famose ammirate: una scienziata, una scrittrice, una politica e un'attrice.

- Io quale donna ammiro? Si domandò Maria.

Mentre le sue amiche parlavano con fervore delle donne ammirate, Maria pensò che da quando aveva cominciato a scrivere, era cambiata, era come se fosse nata in lei una sorta di apprezzamento verso se stessa. Mentre scriveva si sentiva soddisfatta delle decisioni o azioni intraprese: aveva cambiato paese e lingua per amore, aveva trovato un lavoro per continuare a studiare, vinto un concorso, coltivato nuove amicizie, accettato la morte del primo figlio ed elaborato il lutto, si era trasferita a Grosseto per insegnare, partorito e allevato due figli, superato le difficoltà e fatiche della vita quotidiana, cercato di migliorare il rapporto di coppia ritagliandosi uno spazio per lei e il marito, accettato i cambiamenti e soprattutto aveva avuto cura di se stessa.

La sua mente ritornò di nuovo tra le sue amiche, quando una di loro le domandò:

- Ma tu Maria, quale è la donna che più ammiri?

- Io da un po’ di tempo a questa parte cerco di ammirare me stessa, rispose Maria.

Poi cominciò a raccontare alle amiche che quando sua figlia era diventata madre, lei aveva rivissuto i suoi tre parti, sentendo di nuovo forte emozioni.

La prima volta Maria aveva partorito con taglio cesareo, il bambino era nato con una grave malformazione cardiaca ed era morto nove giorni dopo. Il dolore attorce della perdita si era mescolato al senso di colpa di essere stata lei a decidere di avere un figlio.

Maria guardando la ragazza, mentre cercava di allattare il piccolo, aveva ricordato con sofferenza quando, dopo la morte del primo bambino, le fecero prendere dei medicinali per fermare la produzione di latte.

Dopo quella tragedia aveva avuto due bambini belli e sani. Erano nati con parti naturali, anche se lunghissimi e faticosi. Anche allora Maria si era incoscientemente rimproverata di aver fatto sforzi non necessari, provocando la rottura delle acque prima del tempo.

Le amiche ascoltarono perplesse e incuriosite le parole di Maria. Era la prima volta che si apriva con loro.

- Basta sensi di colpa, finalmente ho capito che le avversità, ostacoli e dispiaceri che mi sono trovata davanti e che ho cercato di affrontare, in questi lunghi anni, mi hanno fatta sentire più sicura e più fiera di me, disse alle amiche, prima di salutarle.







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