Matilde non ama particolarmente la cioccolata, forse perché non ci pensa mai a mangiarla; però
ci sono dei giorni in cui, per tirarsi su, quando si sente stanca,
apre il frigo, dove d'estate il marito, che è piuttosto goloso,
tiene le tavolette di cioccolato fondente e ne prende un pezzettino.
Un giorno, in cui non e' particolarmente affaticata, prima di uscire di casa, Matilde prende un quadretto di cioccolata, lo mette in bocca e lo fa fondere piano piano,
assaporandolo come se fosse la prima volta. Con la lingua trascina il
pezzettino da una guancia all'altra, come se fosse una pallina di
ping pong. Ad ogni lenta racchettata le torna in
mente un'immagine lontana:
Si vede da
piccola mentre la madre le prepara in cucina la merenda da portare a
scuola, una fetta di pane e cioccolato, che mette in cartella; ma
alcune volte dimentica la merenda in classe e quando se ne accorge
ormai il cioccolato è tutta disfatto.
Poi da
ventenne, lui le regala un bacio perugina, lei non lo mangia
subito, lo mette in borsa e l'indomani lo trova quasi liquefatto.
Matilde quel giorno, chi sa perché, a occhi chiusi, cerca di sentire, non solo
il sapore, ma anche la tessitura e la composizione di
quella sostanza che tanti amano, poi si domanda:
- Perché prima non
riuscivo sentire la sua bontà?
Nel
frattempo la cioccolata si è sciolta completamente in bocca, ed è
allora che la sua mano, come un automa, apre di nuovo il frigo e prende un
altro quadratino.
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