venerdì 3 maggio 2013

Cara amica




Cara amica:
E' da molti giorni che volevo scriverti una lettera, ogni volta mi dicevo di aspettare un momento tranquillo, ma questo pomeriggio ho deciso di non rimandare più, per questo ho preso la mia macchina da scrivere, così chiamo il mio vecchio computer, ed eccomi qua.
Questa notte i miei pensieri erano veramente ingarbugliati, non potevo dormire e ho pensato a lungo a  te.
Da un po' di tempo la sera quando vado al letto cerco di fare un elenco delle cose belle che ho e questo mi fa capire che, a quasi sessanta anni, sono una donna fortunata, soprattutto perché non ho rimpianti:
Ti ricordi, quando tanti anni fa ho lasciato la nostra città, nonostante il parere contrario di tutta la mia famiglia, perché mi ero innamorata di Lui? Penso di aver fatto la cosa giusta nonostante  i sensi di colpa, che non mi abbandonano mai, per aver recato tanta sofferenza  e dolore  ai  genitori. Negli anni ho allacciato nuove amicizie, ma non ho perso i vecchi amici come te, ai quali continuo a scrivere. Ho un lavoro che mi piace in un ambiente gratificante e poco competitivo, almeno per adesso, ma è stata dura crescere i figli senza l'affetto e l'aiuto dei nonni.
Sto bene in compagnia, ma continuo ad amare anche la solitudine, m'immergo spesso nella lettura di romanzi che mi fanno capire cosa vuole dire vivere e  morire, per questo cerco di pensare alla mia morte con serenità accettando che tutto finisce e che noi siamo di passaggio.
Tuttavia ieri sera sentivo un intreccio di emozioni incontrollabili e il mio elenco di cose belle  ha cominciato a sgretolarsi piano piano.
Durante tutta la serata sono stata incollata con Lui davanti alla televisione per seguire le votazioni dei parlamentari per eleggere il Presidente della Repubblica italiana.
Ho percepito tra i membri del Parlamento invidie, competitività alle stelle, ambizione malsana, egoismo personale, giochi di potere, alleanze sleali, tradimenti, ecc,  ed  io  ho cominciato ad agitarmi.
Verso mezzanotte sono andata in camera e mentre leggevo alcune pagine del romanzo di Tolstoj, Anna Karenina, per distrarmi di tutta quella negatività, a un certo punto mi ha colpito questo brano:
Ella stessa sentiva che alla vista di lui la gioia le splendeva negli occhi e increspava le sue labbra in un sorriso, e non poteva spegnere l'espressione di questa gioia”
E subito ho percepito una cosa strana, come se la passione d'amore che sentiva la protagonista vedendo Vronskij, colui che le scatenava quel nuovo sentimento, entrasse in me.
Dopo mezz'ora è venuto Lui a letto ed è crollato subito dalla stanchezza in un sonno così profondo, che quando mi sono avvicinata e l'ho abbracciato da dietro lui non se ne è accorto.
Mi sono sentita un po' abbandonata perché era nato improvvisamente in me un gran bisogno di carezze e di amore.
- Forse Lui non mi ama, per questo si è addormento subito? Mi sono detta.
Allora l'eco dei tradimenti dei vari esponenti dei partiti politici a cui avevo assistito in quel triste pomeriggio si sono mescolati e trasformati in infedeltà amorosa nella mia testa. Che confusione!
E' stato allora che ho pensato alla forza e al coraggio che hai avuto dopo aver lasciato tuo marito. Ho capito per un attimo il malessere che poteva sentire una donna spezzata, trovandosi all'improvviso senza amore.
Mi sono alzata e tutti quei sentimenti negativi mi hanno seguita come un cagnolino scodinzolante, ho cominciato ad andare in su e in giù per il corridoio, ho preso un bicchiere d'acqua e mentre camminavo la mia lista continuava a sbriciolarsi.
Perché mi ero impuntata sul quel desiderio?
Mi sono addormentata verso le tre di notte e al risveglio ero molto stanca e confusa.
Sono schizzata dal letto, perché quel sabato dovevo andare al lavoro presto. La doccia calda mi ha rasserenata. Ero in leggero anticipo e prima di uscire di casa ho voluto salutare quel corpo immobile sotto le coperte. Gli ho raccontato quella passione di Anna Karenina che la notte prima era uscita dal libro e entrata in me. Lui sentendo quelle parole mi ha abbracciata e risucchiata nel nostro letto.
Dopo sono andata di corsa a scuola un po' spettinata ma con un sorriso sulle labbra e con una espressione di gioia che mi ha accompagnata per tutto il giorno.
Ma ora parliamo di te: come stai? Ti sei già abituata  al tuo nuovo appartamento? Spero che presto tu riesca ad apprezzare le cose belle della tua vita.
Hai fatto bene a cercarti un'altra sistemazione, dopo aver scoperto il tradimento di tuo marito. Penso che sia stato molto doloroso prendere questa decisione. Sebbene i vostri figli siano ormai grandi, immagino che sia stato un gran cambiamento per tutti i membri della la tua famiglia, quando gli hai detto:
- La mamma se ne andrà a stare  per un periodo in una piccola casa vicina a voi. Vostro padre ed io abbiamo bisogno di stare un po' separati. 
So che parli malvolentieri della tua drastica decisione e credo di capire che non ne potevi più di sentirti tradita e non amata.
Al telefono mi hai raccontato che ogni venerdì sera sei felice perché vai a prendere Giulia e passate insieme tutto il fine settimana.
- Lei è ancora è piccola e ha bisogno di me, soprattutto in questo primo anno di scuola superiore, Giorgio invece se la può cavare da solo. Ha tanti amici e tra poco prenderà il diploma di maturità. Ricordo che mi hai detto sussurrando come se tu parlassi con te stessa.
Hai fatto bene a lasciarli col padre nella grande casa. Sebbene i tuoi figli abbiano una gran nostalgia di te, almeno si trovano nel proprio ambiente e poi tu sempre mi hai detto:
- Mio marito ha tanti difetti, ma una gran bella qualità: è un buon padre.
Raccontami come trascorri le tue giornate. Spero che il tuo lavoro in ospedale, nel nuovo reparto di cardio-pediatria, anche se molto faticoso e impegnativo, continui a darti tante soddisfazioni.
La sera sono sicura che piano piano ti sentirai meno sola. Vedrai che presto conoscerai nuove persone e che la vita ti regalerà tante emozioni anche se piccole come per esempio quella che ho sentito io qualche giorno fa:
Ero andata al supermercato, nel bancone dei formaggi un commesso del viso tondo sorridendo mi ha domandato:
- Scusi, lei ha insegnato all'Istituto Alberghiero di Firenze? Perché credo che sia stata la mia professoressa per due anni.
- Si,  ho lavorato in quella scuola a metà degli anni novanta. Che piacere essere riconosciuta da un allievo che ho avuto in classe quasi venti anni prima! gli ho risposto mentre cercavo di fare mente locale.
- Sono Carlo Talenti e ho un bel ricordo di lei, mi piacevano molto le sue lezioni di scienze naturali e con lei mi trovavo a mio agio a differenza di altri professori che, insieme alla mia poca voglia di studiare, hanno contribuito a farmi lasciar la scuola, mi ha detto quel giovanotto dei capelli brizzolati.
- Grazie per avermi riconosciuta e salutata, d'ora in avanti verrò a trovarti quando farò la spesa.
Mentre dicevo  quelle parole mi è tornato in mente il ragazzo paffutello che alla fine di ogni lezione veniva, prima con timidezza e poi con disinvoltura a parlare con me di alcuni argomenti che avevamo trattato.
Sono contenta di averti scritto questa lettera, perché muovendo le dita sulla tastiera, le nostre storie si sono  intrecciate.
Peccato, che abitiamo in città così lontane, vorrei tanto poterti abbracciare e dirti che ti voglio tanto tanto bene, invece  dovrò aspettare l'estate per  rincontrarti.
Spero che un giorno, quando ti capiterà di sentire una sorta di passione d'amore, forse leggendo Anna Karenina, troverai vicino a te una persona che ti abbraccerà.
Emma











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