Il desiderio di fare un incontro con le mie cugine catalane è nato
una domenica di fine estate in cui avevamo prestato la macchina a
nostra figlia.
Volevamo
andare al mare a trovare degli amici. Come potevamo fare? Mio marito ha avuto una buona idea dicendo:
- Andiamo in treno e portiamo con noi le biciclette.
Uscire
di casa in bici, arrivando direttamente sui binari è stato
molto comodo. Viaggiare un'ora è mezza seduti leggendo un buon libro
è stato rilassante. Scendere dal treno con la bicicletta,
pedalando poi, per qualche chilometro sulla pista ciclabile, che costeggia il mare da Viareggio fino a Lido di
Camaiore, è stato emozionante.
Lo
stabilimento balneare era semi deserto, gli ombrelloni a righe bianco
e blu facevano un'ombra delicata, le sedie a sdraio azzurre punteggiavano la grande spiaggia.
Guardavo
il mare e mi veniva in mente quello della mia infanzia.
I
nostri amici, una coppia molto simpatica che aveva ereditato una casetta in quel posto, sono stati felici di
vederci e dopo aver fatto un bagno abbiamo passeggiato sulla
battigia. Verso
l'una sono arrivate da Milano, allegre e chiassose, le sei cugine del nostro amico.
Abbiamo
pranzato all'ombra di un pergolato e tra i primi piatti di pesce e le
belle insalate ci siamo un po' raccontate le nostre storie.
Seduta a quel tavolo ho provato una piacevole emozione.
- Era bello trovarsi tra cugine, ho pensato.
- Era bello trovarsi tra cugine, ho pensato.
Anch'io
ho cinque cugine, tutte hanno tra i quaranta e sessant'anni e abitano
nel paese della costa catalana, dove sono nata.
Ogni anno d'estate ci vediamo di sfuggita, ma so poco della loro vita.
All'imbrunire abbiamo salutato i nostri amici e le cugine, i quali rimanevano ancora per un po' nella spiaggia. Mentre pedalavo
verso la stazione mi sono detta che anche io avrei voluto riunire intorno
a un tavolo mia sorella e le nostre cugine.
Appena sono arrivata a casa ho scritto una mail a una di loro, la cugina ostetrica, raccontandole la giornata trascorsa al mare. Lei vive da sola da quando si è separata dal marito ed è la più tranquilla e caparbia delle cugine, ma forse anche la più solitaria.
Appena sono arrivata a casa ho scritto una mail a una di loro, la cugina ostetrica, raccontandole la giornata trascorsa al mare. Lei vive da sola da quando si è separata dal marito ed è la più tranquilla e caparbia delle cugine, ma forse anche la più solitaria.
Verso giungo, ci siamo risentite e grazie al suo impegno, abbiamo contattato le altre cugine e siamo riuscite a organizzare un primo incontro in un ristorante in riva al mare.
La giornata era molto calda, ci avevano preparato una bella tavola fuori in terrazza, ma nel tardo pomeriggio è arrivata una tormenta che ci ha costrette a rifugiarci al coperto. Abbiamo cenato tra tuoni e lampi ugualmente contente di stare insieme. Non immaginavamo ancora che nelle vita di una di noi ci sarebbero stati dei grandi cambiamenti.
L'anno seguente siamo state invitate a casa della cugina ostetrica, la quale voleva farci conoscere suo bambino di pochi mesi. A quasi cinquanta anni aveva deciso di avere il suo primo figlio.
La giornata era molto calda, ci avevano preparato una bella tavola fuori in terrazza, ma nel tardo pomeriggio è arrivata una tormenta che ci ha costrette a rifugiarci al coperto. Abbiamo cenato tra tuoni e lampi ugualmente contente di stare insieme. Non immaginavamo ancora che nelle vita di una di noi ci sarebbero stati dei grandi cambiamenti.
L'anno seguente siamo state invitate a casa della cugina ostetrica, la quale voleva farci conoscere suo bambino di pochi mesi. A quasi cinquanta anni aveva deciso di avere il suo primo figlio.
- Come era stata coraggiosa a fare nascere e crescere quel bambino da sola, pensai.
Mio padre era morto da poco, anche uno zio, dopo una lunga malattia era deceduto in quell'anno, poi era nato un nipotino a mia sorella, una delle cugine si era licenziata dalla banca per aprire un negozio di abbigliamento nel paese e la vita continuava a scorrere.
Da allora ogni anno ci vediamo regolarmente. Durante le cene con le cugine emergono ricordi della nostra infanzia, ma verso la fine finiamo sempre per parlare di mariti, figli, nipoti che stanno arrivando e dei genitori anziani; poi del lavoro, del nostro tempo libero e soprattutto dei nostri desideri e nostre speranze.
Mio padre era morto da poco, anche uno zio, dopo una lunga malattia era deceduto in quell'anno, poi era nato un nipotino a mia sorella, una delle cugine si era licenziata dalla banca per aprire un negozio di abbigliamento nel paese e la vita continuava a scorrere.
Da allora ogni anno ci vediamo regolarmente. Durante le cene con le cugine emergono ricordi della nostra infanzia, ma verso la fine finiamo sempre per parlare di mariti, figli, nipoti che stanno arrivando e dei genitori anziani; poi del lavoro, del nostro tempo libero e soprattutto dei nostri desideri e nostre speranze.
Tutto ciò grazie
alla pedalata di quella lontana domenica di fine estate.
Les
sis cosines
El pensament de reunir me amb les meves cosines va començar a rodar-me per el cap un diumenge de finals
d'estiu, el dia que el meu home i jo varem deixar el cotxe a la nostre filla.
Voliam
anar a la platja a veure uns amics que ens havien invitat a la seva caseta de la costa
de la Toscana. Com hi podìam anar? El meu home va tenir una bona idea:
- Podem anar-hi en tren i carregar-hi les bicicletes, va dir.
Sortir
de casa en bici, arribant directamente a la estaciò, va ser
comodissim. Viajar un hora i mitja, seguts llegin un bon llibre, va
ser relaxant. Baixar del tren amb la nostra bicicleta i pedalar alguns kilometres de Viareggio fins a Lido de Camaire va ser emocionant.
La
platja estaba quasi deserta, les sombrilles de ratlles blaves i
blanques feien una ombre delicada, les gandules blaves espurnagiaven
la sorra. El mar tan blau em recordava el mar de la meva infantesa
en el meu poble de la costa catalana.
Els
nostres amics, una parella molt simpatica, estaven molt contents de
veure-ns. Primer ens varem banyar i després varem passegiar
alegrement per el trancall de l'aigua.
Cap
a l'una varem arrivar les cosines del nostre amic.
Les sis cosines eran alegres i xerraires. Elles havien vingut
en tren de la Lombardia, inclòs una havìa sortit aquella matinada
de Venècia.
Varem
mangiar tots plegats sota l'ombra de una parra i entre els primers
plats de pasta amb salsa de peix i les amanides, ens varem
explicat les nostres histories.
Vaig
sentir un gran emociò sentada en aquella taula.
- Era molt maco estar entre cosines, vaig pensar.
Jo
tambè tinc cinc cosines, tenen entre quaranta i seixanta anys i totes viuen
en el mateix poble on vaig neixer. Cada any a
l' estiu ens veiem pel carrer, pero jo se molt poc de la seva vida.
Aquell vespre a la platja ens varem acomiadar dels nostres amics i de les cosines.
Mentres pedalava cap a l'estació, rumiava que m'agraderìa molt
reunir-me en torn de una taula amb la meva germana i les nostres cosines.
Quan
varem arrivar vaig escriure una mail a la Fina, una de les meves cosines, dien-li que podriem
fer un sopar totes juntes. Ella es dolça i solitaria. Es llevadora i viu sola desde fa molts anys, des de que es va separar del seu marit.
Gracies a la Fina, que va trucar a les altres cosines, ens varem poder reunir totes. El dia era molt calorós, teníem una taula preparada en el jardì. Cap a les vuit del vespre va començar a ploura, i varem tinguer de sopar a dintre, entre llampecs i trons, però contentes de estar juntes. No sabiem encara que hi haurien molts cambis a la vida de moltes de nosaltres.
Desde llavors cada any fem un sopar de cosines. Casi sempre anem a casa de la Fina. El segon estiu mentre mangiavem varem poder tenir en els nostres braços al seu primer fill, que havia nascut feia poc. Ella havia decidit tenir un fill a quasi cinquanta anys.
- Quina força que ha tingut al tenir un fill tota sola, vaig pensar.
Aquell any es va morir el meu pare, un oncle estava molt malalt, la meva germana va ser avia, una cosina es va despedir del banc on treballava per obrir una botiga de roba, un altre va comprar una casa al Pirineu per anar-hi a passar moltes estones i moltes cosses més.
Cada any durant el sopars van sortint molts records de la nostre infantesa, pero cap al final parlem sobre tot de: marits, fills, nets, pares grands, les nostres feines, el nostre temps lliure, que es molt poc i sobre tot de les nostre il.lusions.
Gracies a la Fina, que va trucar a les altres cosines, ens varem poder reunir totes. El dia era molt calorós, teníem una taula preparada en el jardì. Cap a les vuit del vespre va començar a ploura, i varem tinguer de sopar a dintre, entre llampecs i trons, però contentes de estar juntes. No sabiem encara que hi haurien molts cambis a la vida de moltes de nosaltres.
Desde llavors cada any fem un sopar de cosines. Casi sempre anem a casa de la Fina. El segon estiu mentre mangiavem varem poder tenir en els nostres braços al seu primer fill, que havia nascut feia poc. Ella havia decidit tenir un fill a quasi cinquanta anys.
- Quina força que ha tingut al tenir un fill tota sola, vaig pensar.
Aquell any es va morir el meu pare, un oncle estava molt malalt, la meva germana va ser avia, una cosina es va despedir del banc on treballava per obrir una botiga de roba, un altre va comprar una casa al Pirineu per anar-hi a passar moltes estones i moltes cosses més.
Cada any durant el sopars van sortint molts records de la nostre infantesa, pero cap al final parlem sobre tot de: marits, fills, nets, pares grands, les nostres feines, el nostre temps lliure, que es molt poc i sobre tot de les nostre il.lusions.
Un fatto insignificante della tua vita (la macchina presa da tua figlia) ha originato un fatto importante della tua vita, ricostruire una rete di relazioni importanti. Oggi purtroppo il trovarsi diventa sempre più difficile, ma tu ci dai una speranza.
RispondiEliminaGrazie per le tue parole. Sono contenta che ti sia piaciuto questo piccolo racconto. besitos.
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