sabato 4 febbraio 2023

Le sorelle Freixes

 


Per Teresa era fonte di orgoglio che nei giorni di festa le figlie vestissero bene. A quel tempo usava poco comprare capi confezionati, le donne rammendavano i vestiti vecchi e si cucivano da sole quelli nuovi, ma chi poteva permetterselo andava dalla sarta. La sartoria delle sorelle Freixes, era quella di fiducia di Teresa. Le due sarte avevano la fama di essere brave nel taglio e nel cucito di abiti alla moda.

Le sorelle Freixes avevano ereditato dalla madre una bella casa, che a sua volta aveva avuto da un'anziana ricca signora, per la quale aveva lavorato tutta la vita come domestica. La stanza dove le sarte cucivano era spaziosa, la luce entrava da un grande finestrone che dava sulla strada. Le sorelle contavano sull’aiuto di due compaesane bisognose di ricavare un piccolo stipendio. Le donne si sedevano vicino alla finestra, attorno a un tavolo basso di legno, dove tenevano rocchetti, ditali, forbici e cuscinetti con aghi e spilli. In un altro tavolo, venivano disegnati i modelli su carta da ricalcare sulle stoffe, con dei gessetti colorati. Non mancavano le macchine da cucire. In fondo c'era un immenso ripostiglio dove tenevano i tessuti, i capi da provare e gli abiti appena finiti, avvolti in carta velina, pronti per essere consegnati.

Maria, la sorella maggiore era abituata a comandare e a decidere tutto. Luisa, la minore, era più mite, quando Maria parlava, lei taceva. Luisa non era stata mai fidanzata e sotto sotto ne dava la colpa alla sorella.

Un giorno Teresa portò sua figlia Alicia, di dieci anni, dalle sorelle Freixes.

- Senti che belle cosce e che bel sederino ha questa ragazzina, disse Maria con uno sguardo insolente.

Alicia indietreggiò di qualche passo, diventando tutta rossa.

- Vorrei che tu facessi, per la festa di Pentecoste, un vestito come questo, disse Teresa, facendole vedere una fotografia, ritagliata da una rivista.

- Dai spogliati, devo prenderti le misure, disse la sarta, mentre guardava l’abito della foto.

Alicia cominciò lentamente a levarsi i vestiti.

- Sbrigati, non ho mica tempo da sprecare, esclamò Maria.

La bambina si sentì morire, in mutande davanti a quella donna brontolona.

- Non essere così rigida, non troverai mica marito, se stai così impalata, disse la sarta.

Alicia dovette pensare ad altro, per non scoppiare a piangere, mentre quella donna indelicata le prendeva le misure, toccandola con le sue gelide mani.

L’altra figlia, Caterina, sette anni più grande di Alicia, fu mandata dalla madre ad imparare a cucire dalle sorelle Freixes. Quando all'ora di cena ritornava a casa raccontava i pettegolezzi che sentiva nella sartoria, alcuni buffi, altri pieni di cattiveria.

Teresa parlava spesso delle sorelle Freixes, venerava soprattutto Maria, Alicia non sapeva cosa ci trovasse la madre in quella donna che a lei metteva tanta soggezione e imbarazzo.

Un giorno Teresa raccontò alle figlie che Maria aveva fatto perdere la testa a diversi uomini, ma che non era stata fortunata in amore.

- Dopo la guerra, il suo fidanzato è sparito, le male lingue dicono che è scappato con un’altra.

- Lei non ne parla mai di lui, ma una volta ci ha fatto capire che era caduto in guerra, disse Caterina.

- Non si saprà mai cosa sia realmente successo, nessuno conosceva il suo passato, era arrivato dall’Andalusia e aveva subito conquistato la ragazza più bella del paese, ma poi era scomparso misteriosamente, disse Teresa, sospirando.

- Maria Freixes è troppo orgogliosa, esclamò Caterina.

- Cosa intendi per orgogliosa, domandò Alicia?

- Che nasconde i suoi errori, rispose Caterina.

- Ma sarebbe un errore, essere abbandonata dal fidanzato?

- Volevo dire che Maria non vuole far vedere le cose che le sono andate male, disse un po’ scocciata Caterina.

- Fai troppe domande, adesso basta, tagliò corto la madre.

Dopo un anno Teresa accompagnò di nuovo la figlia dalle sorelle Freixes. Alicia ricordava l’insolenza della sarta, ma accettò di andarci, sperando che quella donna fosse meno sgradevole e per non litigare con la madre. Quel giorno Maria era indaffarata e fu Luisa a prenderle le misure, ma la volta successiva dell’abito di Alicia se ne occupò Maria.
-
Hai messo una bella pancia, sei diventata cicciona! Disse Maria, con la sua risata stridula.

- Mi lasci stare, osò dire Alicia, spostandosi verso la macchina da cucire.

- Teresa, devi comprarle una panciera elastica, altrimenti tua figlia non si fidanzerà mai, disse la sarta, mentre si toglieva gli spilli dalle labbra, per infilarli sull'orlo del vestito che le stava provando.
Alicia si sentì di nuovo offesa e umiliata dalle indelicatezze e sconvenienze di quella donna e quando andarono via disse alla madre che non voleva mai più tornarci. Per fortuna Teresa da lì a poco cominciò a comprare alle figlie i capi di abbigliamento nei grandi magazzini di Barcelona, dove andavano insieme in treno.

All’inizio degli anni Settanta, quando Alicia andò a studiare all’Università, cominciò a indossare maglioni, jeans e giacconi. Ritornava ogni tanto in paese e quando passava davanti alla sartoria, sapeva cosa avrebbe detto Maria, guardandola da dietro le tendine:
-
Come veste male Alicia, così conciata non riuscirà a trovare marito.






Nessun commento:

Posta un commento