mercoledì 3 novembre 2021

Lettera al mio nipotino



Firenze 1 novembre 2021


Caro Giulio:

Sono seduta nel mio studio, sono quasi le otto del mattino. Sul tavolo ho dei fogli di carta, buste e francobolli.

Ho iniziato a scrivere una lettera a tua madre venerdì 29 ottobre, non c'era ancora nessuna avvisaglia che la tua nascita sarebbe stata eminente.

Il giorno dopo, il 30/10, quando mi sono svegliata ho trovato un messaggio di tuo padre in cui diceva che a madre le si erano rotto le acque all’alba e che erano corsi all'ospedale.

Ho continuato a scrivere la lettera mentre i tuoi genitori mi informavano che le prime contrazioni erano arrivate lente e irregolari.

Non ci potevo credere che tu avessi già iniziato a uscire da quel canale oscuro dove eri.

Alle 10.30 sono andata a fare colazione con una amica. Sedute in una terrazza al sole, abbiamo parlato di te e ricordato i parti dei nostri figli, di trent'anni prima.

Nel pomeriggio io e tuo nonno siamo andati a fare una passeggiata e ti abbiamo comprato un regalo.

Tua madre è stata tutto il sabato nella sala pre-parto. Le ostetriche ogni tanto venivano a visitarla e le dicevano:

- Coraggio, manca poco, aspettiamo ancora due ore e vediamo cosa succede.

Un altro giorno era finito e iniziò il 31/10, che era domenica.

Verso le due del mattino, dopo dodici ore di contrazioni, le ostetriche finalmente dissero di essere soddisfate, perché tu eri già ben posizionato per nascere. Tutto accade di notte, si vede che la notte è un momento buono per nascere. Anch'io sono nata all'alba.

Tuo nonno ed io, seduti sul divano, seguivamo in diretta il tuo ingresso al mondo, tuo padre ci mandava spesso dei messaggini.

Siamo rimasti svegli fino all'arrivo del messaggio scritto più bello che abbiamo mai ricevuto:

Siete diventati nonni, congratulazioni. Lei è esausta ma sta bene, è stata bravissima. Il bambino è bellissimo. Adesso madre e neonato sono a contatto pelle a pelle.

Dopo tante ore di fatica, tue e di tua madre, sei riuscito a lasciare il luogo buio per entrare nella luce.

Sei nato quasi alle tre del mattino. In quel momento c’è stato il passaggio dall'ora legale a quella solare.

Quella notte non so come descrivertela, eravamo emozionati, ci siamo baciati e abbracciati pieni di energia primordiale. Nonostante fossimo a più di 1.500 km di distanza, ci siamo sentiti vicini a te. Ci dicevamo, ridendo e piangendo alla volta, che sembrava impossibile che tu fossi già arrivato.
Ci siamo addormentati felici e contenti. La mattina siamo andati a fare una passeggiata lungo il fiume e abbiamo parlato solo di te.

Vogliamo davvero accarezzarti e amarti. Arriveremo a Madrid domani, quando forse già sarete uscisti dall'ospedale. A prestissimo.

Ti voglio tanto tanto bene







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