Doriana era invidiosa di Ida, come lo era stata delle sue sorelle e della sua amica del cuore. Fin da piccola le era è piaciuto comandare: essendo nata quando i genitori erano ormai anziani, le era stato tutto consentito. Non vi racconto la delusione che provò quando non riuscì a vincere un concorso all'Università: si vedeva già ad occupare un posto di comando. Per essere indipendente economicamente cominciò a fare supplenze nelle Scuole Medie. L’unica cosa che le piaceva era interrogare gli alunni:
-
Voi non capite niente, urlava al povero torturato di turno.
A
casa quando correggeva i compiti, la sua grande soddisfazione era
sottolineare in rosso gli errori.
Grazie
all'eredità di una anziana zia comprò un appartamento in città.
Appena entrò di ruolo come insegnante, prese un'aspettativa di un
anno, per poter lavorare come collaboratrice in una piccola casa
editrice. In quel periodo le mancavano un po’ gli studenti con cui
poter sfogare il suo odio verso il mondo, così ingiusto con lei. Si
lamentava spesso, non solo del lavoro, ma anche degli uomini che
frequentava:
-
Sono tutti sfigati, diceva.
Una
mattina Doriana litigò ferocemente con uno dei suoi capi, la sera
era talmente arrabbiata col mondo che perse la testa e buttò fuori
di casa l’unico uomo che forse l’aveva amato. L’indomani fu
licenziata e l’uomo a cui lei teneva tanto non si fece più vivo,
né quel giorno né mai più.
Dopo
la breve esperienza lavorativa rientrò a scuola e si rassegnò a
insegnare per tutta la vita.
Ida
e suo marito conobbero Doriana il giorno del trasloco:
-
Buon giorno, sono Ida la nuova vicina del terzo piano.
-
Io sono Doriana. Quanti siete voi? Domandò Doriana con un tono un
po’ arrogante.
-
Siamo in cinque, la nostra casa era diventata troppo piccola, dopo la
nascita del terzo figlio.
-
Tre figli! Disse Doriana sconvolta, temendo che la sua quiete
sarebbe finita.
Doriana
cominciò subito a odiare Ida e i tre figli. Il pomeriggio, quando i
bambini, rientrando dalla scuola, correvano o lasciavano cadere sul
pavimento qualche giocatolo, Doriana era pronta a prendere il palo
della scopa e a batterlo contro il soffitto.
-
La volete smettere di fare baccano, urlava come impazzita.
Una
mattina un rumore insolito svegliò Doriana, la quale indossò
l'accappatoio e salì in fretta le scale.
Appena
Ida aprì la porta, Doriana l’aggredì dicendo:
-
Siete pazzi a fare tutto questo chiasso all'alba, io vi denuncio.
-
Quale rumore? I bambini sono fuori col babbo. Forse ti ha dato
fastidio il rasoio elettrico che uso per depilarmi le gambe? Ti sei
resa conto che sono quasi le dieci del mattino? Rispose Ida,
piuttosto innervosita.
-
Anche se fossero le dieci, fatte lo stesso troppo rumore, disse
Doriana scendendo le scale.
Gli
anni passarono in fretta e presto i tre figli di Ida se ne andarono
di casa, chi per lavoro, chi per studio. Doriana fece un sospiro di
sollievo quando cessarono i rumori fastidiosi al piano di sopra. Ma
nemmeno il silenzio le diede pace, era diventata insofferente verso
chi le stava intorno; in quel periodo decise di anticipare la
pensione per non avere più a che fare con alunni e colleghi, i quali
negli ultimi anni le erano diventati estremamente noiosi.
Il
primo inverno da pensionata fu terribile per lei. La mattina girava
smarrita per le stanze di casa in vestaglia, solo una volta la
settimana, verso mezzogiorno, si vestiva e usciva a fare la spesa e a
sbrigare commissioni.
Un
giorno Doriana incontrò Ida nell'androne del palazzo.
-
Come stai, adesso che sei in pensione? Le domandò Ida.
-
Male, mi manca la scuola, le uscì di bocca, prima di rendersi
conto di quello che stava dicendo.
-
Forse potresti fare un po' di volontariato, le propose Ida
sorridendo.
-
Non ci penso nemmeno, rispose
Doriana con una voce stridula e insofferente che
denotava
una sorta di
odio
verso
tutte le persone che vedeva
felici e spensierate.
Ida
invece non ci fece caso a quella brutta smorfia di Doriana e disse:
-
Vuoi venire domani a colazione da me? Ho invitato altre due vicine
del condominio di fronte, sono un po' più vecchie di noi, ma
simpatiche e arzille.
-
Grazie, ma
non
credo di farcela.
Controllerò
i mie impegni e ti farò sapere più tardi, rispose
Doriana.
Mentre
saliva le scale si domandò:
-
Come farà Ida a essere sempre così affabile e disponibile?
Il
pomeriggio si arrovellò per decidere se accettare o meno l’invito;
da una parte non voleva avere niente a che fare con le vecchiette, ma
dall’altra si sentiva così triste, al pensiero di stare di nuovo
la mattina da sola, che alla fine inviò un messaggio a Ida
confermando la sua presenza.
L'appuntamento
era alle dieci, Doriana si vestì con cura e salì al terzo piano.
Le
due vedove ottantenni erano già sedute intorno al tavolo, Ida stava
preparando il tè e sistemando una piantina che le donne le avevano
portato.
Mentre
prendevamo il tè parlarono, prima del quartiere dove abitavamo e dei
disastri dell'alluvione del '66, poi le due donne cominciarono a
raccontare di sé: si rammaricarono di non essere riuscite ad
abitare da sole con i loro mariti, essendo i soldi pochi, erano state
costrette a vivere in casa con i suoceri.
-
Mia suocera aveva un brutto carattere, mi odiava, era gelosa di me,
inoltre per risparmiare non voleva riscaldare la casa. Quando è nata
mia figlia temevo il peggio e ho dovuto comprare una stufetta di
nascosto, disse Fiorenza la più vispa.
-
Anche mio suocero ci rendeva la vita impossibile: la sera arrivava
ubriaco e picchiava la moglie, a volte vomitava in cucina e io dovevo
pulire, disse Frida con una voce debole, dovuta sia alla timidezza
che alla sua salute cagionevole.
Ida
ascoltava con interesse i racconti delle vicine, Doriana all’inizio
si sentiva a disagio, ma ben presto cominciò a fare domande alle
vicine, forse perché si vide in un
futuro vicino anziana e sola.
-
Quando morì mio marito mi chiusi in casa e non volevo più uscire.
Mia figlia si era da poco sposata, ma non potevo mica farla
ritornare a casa. Meno male che Frida venne a trovarmi con la sua
canina e mi convinse a prendere un cane. E stata la cosa più
intelligenti che io abbia fatto. Furia, la mia cagna, mi costrinse a
uscire di casa due volte al giorno, disse Fiorenza.
Dopo
l’invito
a colazione, Doriana
si
sforzò a uscire
di
casa più
spesso,
un
giorno andò a trovare Fiorenza
nella biblioteca del quartiere dove la
donna andava
a leggere
e a
prendere libri in prestito, un
altro giorno si recò al
centro sociale che frequentava Frida, dove,
tra le altre cose, due volte la settimana, c’era la
raccolta e ripartizione di cibo alle famiglie bisognose
e
piano piano smise
di provare odio verso tutti quelli che credeva più fortunati di lei.