Negli ultimi
tempi avevo smesso di pensare a Fiorella, fino quando una domenica
mattina mi era arrivata la sua telefonata. Ero presa da molti
pensieri, forse sarebbe stato meglio dire grattacapi.
- Mi
piacerebbe vederti, ho voglia di parlare con te. Potremmo
incontrarci a metà strada tra le nostre città, a Torino per
esempio? Ho bisogno di allontanarmi qualche giorno da tutti. In
questo periodo mi mancano le amiche d'infanzia. Mi disse tutto di
un fiato.
Da quando mi
ero sposata anch'io avevo trascurato le amiche di vecchia data,
soprattutto quelle come Fiorella che avevano lasciato il paese per
una città lontana; alcune erano andate a studiare o a lavorare fuori, ma erano tutte ritornate, chi per
assistere ai genitori anziani, chi per racimolare un'eredità, chi
dopo un fallimento matrimoniale, chi per trovare la pace e sentirsi aiutata dai parenti. Si può dire che frequentavo solamente le
amiche che vedevo tutti giorni per strada o in palestra, ogni tanto
fissavamo per andare a cena o prendere un caffè. Ma i nostri
rapporti erano superficiale, non mi confidavo mai con loro.
Da anni
avevo problemi con mio marito, c'eravamo allontanati piano piano e
nessuno dei due faceva una mossa per evitarlo, mia madre mi soffocava
con le sue malattie immaginarie e i figli richiedevano tutte le
mie attenzioni o forse era colpa mia, perché non potevo fare a meno
di loro. Avrei voluto avere vicino una vera amica come Fiorella, per
poter raccontale le mie insoddisfazione, ma non l'ho più cercata.
I primi
tempi, dopo la sua partenza, adoravo parlare con lei al telefono, ma
piano piano mi ero stancata di chiamarla, lei no lo faceva quasi
mai, mi diceva che non le piaceva comunicare attraverso un
apparecchio senza vedermi, preferiva scrivermi lunghe lettere, che
negli ultimi anni erano state sostituite da brevi messaggi di posta
elettronica, a cui io per pigrizia raramente rispondevo.
- Possiamo
vederci un fine settimana, all'inizio del prossimo mese, prima mi è
impossibile, devo sistemare delle cose importanti, poi ti racconterò.
Le dissi io, contenta di sentire la sua voce dopo quasi vent'anni.
Pensavo di
averla persa, invece dopo la sua telefonata sono affiorati in me
tanti ricordi legati alla nostra amicizia infantile e poi alla
mie vicissitudini di donna adulta, che per tanti anni nascondevo anche a
me stessa.
Eravamo
cresciute nello steso paese. Abitavamo a pochi passi una dall'altra.
Ogni mattina mi veniva a prendere a casa per andare a scuola. Lei
era mattiniera, io invece amavo rimanere a lungo sotto le coperte.
Fiorella era sempre contenta nonostante la sua cartella fosse piena
di libri, io invece ero scorbutica perché avevo sonno e all'alba mi
dava fastidio tutto. Ricordo che camminando per la strada principale,
dove a quell'ora transitavano poche persone, lei continuva a parlare e io la
ascoltavo appena, ero arrabbiata col mondo, non avrei voluto
dirigermi a scuola, invece lei sembrava la ragazza più felice della
Terra. La mia amica Fiorella era speciale, viveva e basta, non si
faceva troppi problemi, era amica di tutte le compagne di classe e
non era legata a nessuna.
Durante la
scuola media ci siamo frequentate molto, ma dopo, alle superiori,
nonostante entrambe studiassimo nello stesso Istituto, ci siamo
distanziate, poi quando lei si è iscritta all'Università e io
combattevo col mio primo fidanzato, che non voleva che mi
trasferissi a studiare in città, è volata via.
Fiorella era
come una farfalla che passava da un fiore all'altro, stava bene
dappertutto, ma quando c'erano tensioni o discordie, usciva dal
gruppo. Nonostante a volte mi sentissi tradita perché spariva,
c'era qualcosa in lei che mi piaceva, che mi faceva sentire bene.
Avrei voluto essere la sua amica del cuore per raccontarle di me.
Lei mi sapeva ascoltare e mi assecondava, ma io rovinavo tutto
quando le chiedevo cose intime, ed era allora che diventava
sfuggente e non voleva parlare mai dei suoi amori o presunti
fidanzatini.
Credo fosse
insicura, come del resto lo ero io e tutte le ragazze della nostra
età, ma la differenza è che lei lo dimostrava, invece io lo
nascondevo, perché non volevo fare brutte figure.
Fiorella era
la più sprovveduta, quella più ingenua, quella che cadeva sempre
dalle nuvole. Ma quando dopo alcuni anni, mentre studiava
all'Università dovette prendere una decisione importante lo fece,
io invece, che sembravo la più sicura, in realtà non riuscivo
mai a decidere niente, rimandavo, ancora oggi rimando, aspettando che
succedesse qualcosa, ma questo gli altri non lo sapevano.
Tutti
pensano di me che sia la più brava e quella più forte. A forza di
sentirmelo dire, anch'io ci ho creduto per anni. Ma adesso dopo la
telefonata della mia amica voglio capirmi meglio.
Fiorella,
anche se non lo dava a vedere, aveva le idee molto chiare. I suoi dubbi
erano sulle cose senza importanza, non sulle scelte di vita. Non
voleva mai scontentare nessuno, non sopportava i musi lunghi, le piaceva
l'armonia e la contentezza. Per questo le era difficile imporsi e
decidere. Amava la gente, ma si sapeva difendere da loro quando
le trasmettevano negatività. Io invece rimanevo vicino a chi mi
faceva stare male, ma non volevo capirlo. Forse perché non ho
amato veramente nessuno, nemmeno me stessa.
Mi sono
sposata, abbastanza giovane e senza grandi emozioni, con un mio
coetaneo, dopo qualche anno che uscivamo insieme. Prima ero stata
fidanzata a lungo con un altro ragazzo del paese molto geloso che mi faceva
la vita impossibile.
Vedo ancora Fiorella adolescente, appena c'era un ragazzo che le stava dietro,
scappava. Io non la capivo, pensavo che avesse qualche problema.
Non
sopportavo stare da sola, ero sempre col mio ragazzo di turno, forse per questo perdevo le amiche.
Lei invece aveva tanti amici.
Sono sicura
che Fiorella ha imparato a stare bene con se stessa già da piccola,
io al contrario ho fatto di tutto per non dover vivere in
solitudine.
Mio marito
dorme nella camera degli ospiti da tre anni, dal giorno in cui l'ho buttato
fuori, quando ho scoperto che aveva investito di nascosto
tutti i nostri risparmi in un affare rischioso. Mi aveva fatto
firmare dei documenti legati all'ipoteca della casa. Senza che sospettasse niente. Avevo fiducia in lui, pensare che, nonostante
fosse stata la più brava della classe, mi ero fatta raggirare dal
marito. Abbiamo perso tutto.
La sua
disonestà e le sue bugie mi hanno fatto capire che avevo sbagliato sposandolo.
Per non
distruggere la vita dei nostri figli, allora adolescenti, ho deciso
di rimanere insieme a lui, adesso vedete come siamo ridotti,
separati in casa. Rimando di giorno in giorno la decisione dare
una svolta alla mia vita, forse perché ho paura di restare da sola.
La mia amica
si era sposata innamorata, aveva lasciato tutto per andare in un
città lontana. Io non avrei potuto farlo, mai avrei abbandonato la
mia terra per un uomo. Mi sono aggrappata alle sicurezze e alle
comodità, ma adesso non ho
più niente e mi sento fuori luogo.
Ci vedremo
in un caffè del centro di Torino. Prederemo una cioccolata
calda e parleremo a lungo, lei mi ripeterà le cose che da sempre
la tormentano, nei suoi discorsi mi colpiranno di nuovo alcune
frasi:
- Ho la
sensazione che le persone infelici possano contagiarmi. Non lo
voglio, debbo allontanarmi da loro.
- L'
insofferenza, che non ho mai avvertito verso nessuno, comincio a
sentirla verso chi è egoista. Tutti portiamo dentro un po' di
egoismo, ma molte persone esagerano. Non voglio stagli vicino.
Poi
parleremo a lungo di me e del mio matrimonio fallito e lei mi dirà:
- Posso capire che tu non voglia ricominciare da sola una nuova vita, ma allora perché non riprovare con tuo marito? E' impensabile che tu continui a abitare con lui sotto
lo stesso tetto: Si può vivere e poi morire odiando?
Io le dirò
che parlare con una amica perduta e poi ritrovata mi ha dato la forza
per voltare pagina.
Fiorella mi
abbraccerà e mi dirà che anche lei ha bisogno di me.