domenica 8 giugno 2014

Gli occhiali gialli



A volte  piccoli cambiamenti nella vita quotidiana possono portare nuovi sentimenti e sensazioni positive ma soprattutto fiducia nel futuro,  si diceva quel giorno Laura.
La mattina nel bagno  del ufficcio dove lavorava aveva visto una macchia rossa nella carta igienica che aveva usato dopo aver fatto la pipì. Da due anni, in concomitanza con l'inizio della menopausa, le erano sparite le mestruazioni, per cui le sembrava impossibile rivedere quel rigagnolo rosso che usciva dal suo corpo. Aveva accolto sempre il sanguinamento che le arrivava puntualmente ogni ventotto giorni, senza contare il periodo delle gravidanze, con allegria.
Anche il menarca, venutole piuttosto tardi, non l'aveva spaventata.
Si ricordava ancora la bella mattina di primavera di 1971 in cui, in presenza dello zio,  aveva detto alla madre:
- Mamma, mi sono venute le mestruazioni, vieni ti prego.
- Adesso non possso, aspetta un momento.
La madre congedò rapidamente lo zio e si precipitò dalla figlia la quale venne rimproverata per aver detto quella cosa davanti a un uomo. Non capiva perché la madre si era alterata e se l'era presa tanto con lei.
Laura era contenta quando c'erano visite nella loro casa, sempre in penombra, dove raramente entravano parenti, vicini o altre persone del paese. Quello zio sempre scherzoso e gentile con lei, prima lo vedeva spesso, ma da qualche tempo andava poco a trovare il fratello, forse perché entrambi erano un po' risentiti dopo la ripartizione dell'eredità materna. La ragazza, nonostante l'incomodità di dover indossare un grosso assorbente, era felice perché aveva temuto di non essere normale, dato che, avendo da un pezzo compiuto quattordici anni e non essendole ancora arrivato il ciclo mestruale, si sentiva diversa rispetto alle altre bambine.
Di colpo le erano riaffiorate le mille sensazione che aveva avuto, per quasi quarant'anni,  ogni volta le appariva mensualmente il flusso rosso. La maggior parte erano piacevole e  colme di sollievo:
- Sono sana come le altre.
- Non sono incinta.
- Che bello che il sangue sia arrivato prima del viaggio con l'innamorato.
Altre volte nasceva qualche leggero timore legato alla salute o al lato pratico:
- Che disastro sarà dormire con l'assorbente nel sacco a pelo  in tenda.
- Questa pillola anticoncezionale ha cambiato il mio ciclo, farà bene?
- Come è abbondante, sembra un fiume in piena!
Poi pensò:"Anche questa volta la prima sensazione che ho percepito è stata positiva perché incoscientemente quel sangue  mi fa sentire ancora giovane e non voglio in nessun modo sostituirla con la paura di avere una malattia".
Laura tornò a casa dopo aver lavorato tutta la mattina. Cercò nell'armadio il pacco di assorbenti della figlia e si disse sempre più convinta:
"Sono sicura e che alcune ghiandole addormentate del mio corpo si sono svegliate e hanno prodotto, chi sa perché, una piccola quantità di ormoni che hanno scatenato il sanguinamento".
Il pomeriggio decise di andare a comprarsi un vestito. Da pochi mesi si era fatta fare degli occhiali da vista per correggere la sua  presbiopia, ma ancora non era abituata a usarli. Presto si rese conto di aver perso gli occhiali, forse appoggiati distrattamente nel camerino di uno dei tanti negozi visitati. All'imbrunire era diventata una ossessione per lei riuscire a trovare gli occhiali lungo la strada o nei vari negozi. Ma la sua affannata ricerca fu vana.
"Come farò domani ad andare senza occhiali al  corso che tanto mi interessa?  Andrò dall'occhialaio a comprarmene un altro paio". E con questa sua decisione si tranquillizzò.
Ma le durò poco quella serenità perché erano già le sette e mezza e trovò tutti i negozi chiusi. Era molto abbattuta quando entrò in un caffè della zona di S. Ambrogio a prendere qualcosa da bere. In un tavolo più in là erano sedute tre donne, una delle quali era una sua vecchia amica. Le salutò e si unì a loro dopo l' insistente richiesta delle donne.
L'amica, sentendo le avversità di quella strana giornata, che Laura le aveva cominciato a raccontare, le disse che le prestava molto volentieri un paio di occhiali gialli che non usava più e che erano della sua stessa gradazione. Poi le consigliò di chiamare il dottore, perché il sangue apparso in menopausa, secondo lei e le altre donne, non era normale. Laura non diede troppo peso al suggerimento femminile, perché era contenta di avere risolto con gli occhiali gialli il suo principale problema per l'indomani.
Quando arrivò a casa si lasciò convincere dal marito a chiamare  la ginecologa, la quale le disse che il sanguinamento poteva avere due cause: la prima, lo ispessimento del endometrio e quindi la probabile insorgenza di cellule maligne e la seconda, la seconda  meno probabile, un un sbalzo ormonale.
Laura quella notte dormì poco al pensiero della sua parete uterina ingrossata, ma la mattina si tranquillizzò con la convinzione che se fosse insorto un tumore nel suo utero lo avrebbe affrontato alla meglio, come d'altra parte lo stavano combattendo in quel momento tante donne nel mondo; sentiva una specie di umiltà interiore che le faceva vedere le cose in modo meno negativo.
Il marito la riconfortò con carezze mattutine, che tanto le piacevano, e le prestò il proprio computer portatile, perché quello che lei di solito usava  non voleva dare segni di vita.
Usci di casa per andare al corso contenta e grata con tutte quelle persone che le volevano bene e l'avevano aiutata in quella giornata piena di imprevisti. Aveva con se gli occhiali gialli, il portatile e soprattutto la consapevolezza di essere disposta a lottare contro un eventuale tumore se ne fosse stato necessario, ma nel suo intimo era sicura che in quei giorni il suo corpo stava proprio bene.
Dopo due mesi, in seguito ad ecografie, endoscopie e altri analisi, Laura scoprì che la sua teoria si era rivelata giusta: il suo utero era a posto, anzi in quel periodo era proprio ringiovanito.




Las gafas amarillas
A veces pequeños cambios en la vida cotidiana nos traen nuevas emocione, sentimientos positivos y sobre todo confianza en el futuro, se dijo aquel día Laura. Por la mañana en el cuarto de baño del despacho donde trabajaba vio una mancha roja en el papel higiénico que había usado para secarse tras haber orinado. Desde hacía dos años, coincidiendo con el inicio de la menopausia, la menstruación le  había desaparecido, por lo que le parecía imposible, volver a ver aquel riachuelo rojo que salía de su cuerpo. Siempre había aceptado con agrado la regla que le llegaba puntual cada treinta días, sin contar los embarazos. Incluso la primera vez que le vino tenía más ilusión que miedo. Todavía recordaba la soleada mañana de primavera de 1971, cuando en presencia de su tío, había dicho a su madre: 
- Mamá, me ha venido la regla, ven por favor.
- Ahora no puedo, espera un minuto.  
La madre se despidió de su cuñado, volvió a la cocina donde estaba su hija y la riñó por haber dicho aquellas palabras delante de un hombre. Laura no comprendió porqué su madre se había alterado y enfadado con ella. Laura se alegraba cuando  tenían visitas, la casona  siempre a oscuras se llenaba de luz,  las pocas veces que entraban parientes, vecinos u otras personas del pueblo. Aquel tío que era cariñoso con ella, iba a menudo por su casa, pero desde hacía algún tiempo iba menos a ver a su hermano, tal vez porque ambos estaban un poco ofendidos a causa de la herencia.
Aquel día Laura, a pesar de la incomodidad de tener que llevar una especie de toalla entre las piernas, estaba contenta, pues había temido lo peor. Hacía unos meses que había cumplido catorce años y no viniéndole la regla se sentía diferente a las otras chicas. De golpe recordó las  palabras que a lo largo de los cuarenta años, cuando le aparecía el flujo rojo, que se decía. La mayoría eran positivas y llenas de alivio: 
- Estoy tan sana como las demás
- No estoy embarazada.
- Qué bueno que la sangre ha llegado antes de emprender el viaje. En otras ocasiones sus palabras denotaban un ligero temor relacionado con su salud o con el lado práctico: 
- ¡Qué desastre será llevar un absorbente  bajo el  saco de dormir en una tienda de campaña!
- Esta píldora ha cambiado mi ciclo menstrual ¿ Va a irme bien?
- ¡Qué flujo abundante parece un río! 
Aquel día una vez más, la primera sensación que sintió fue positiva porque inconscientemente la sangre hacía  que se sintiera más joven y no quiso pensar de ninguna manera en una enfermedad. Laura al llegar a casa buscó en el armario de su hija un absorbente y sin sacarse la mancha roja de la cabeza se dijo: 
"Estoy segura de que algunas glándulas inactivas en mi cuerpo se han despertado y han producido, por alguna razón, una pequeña cantidad de hormonas que activan el ciclo menstrual"    
Por la tarde decidió ir a comprar un vestido. En los últimos meses le habían hecho unas gafas para corregir la presbicia, pero todavía no estaba acostumbrada a usarlas. De pronto se dio cuenta de que había perdido las gafas, tal vez dejándolas en la repisa de un vestuario de una de las muchas tiendas  donde entró. Al atardecer se había convertido en una obsesión para ella encontrar las gafas e iba entrando y salinedo por las las tiendas. Pero su búsqueda fue en vano.
 "¿Cómo haré mañana  sin gafas al curso que me interesa tanto?  Voy a ir a comprarme otro par" se dijo. 
Y con esta decisión se tranquilizó. Pero no duró mucho su serenidad porque eran ya las siete y media y todas las tiendas estaban cerradas. Estaba desmoralizada y para animarse entró en un café cerca de la plaza San Ambrogio para tomar algo de beber. En una mesa había tres mujeres, uno de los cuales era una amiga suya. Las saludó y se unió al grupo ya que las mujeres insistieron. La amiga, oyendo todo lo que Laura le había comenzado a contar, dijo que de buena gana le prestaba un par de gafas amarillas que ya no usaba, eran graduadas  como las suyas. A continuación, le aconsejó que llamara al médico, porque según ella y las demás mujeres, la sangre que aparecía durante la menopausia no era normal. Laura no dio demasiada importancia a la sugerencia de la amiga, pues estaba contenta de haber resuelto el problema de las gafas. Cuando llegó a casa su marido le aconsejó que llamara a su ginecóloga, quien le dijo que la hemorragia podría tener dos causas: la primera podía ser el engrosamiento del endometrio y por lo tanto la probabilidad de que surgieran más tarde células malignas y la segunda, menos probable, una mayor producción de hormonas. 
Laura esa noche durmió poco por el temor de que su pared uterina se volviera cada vez más gruesa, pero a la mañana siguiente estaba tranquila pensando que si le hubieran diagnosticado un tumor en el útero habría luchado como lo estaban haciendo en aquel momento muchas mujeres en mundo; sintió una especie de humildad interior que le hizo ver las cosas de una manera menos negativa.
Su marido la consoló con caricias, que tanto le gustaban a ella y le prestó su ordenador portátil, porque el  suyo se había estropeado. Salió de casa para ir a al curso contenta y agradecida con todas las personas que la querían y la habían ayudado en ese día tan lleno de imprevistos. Llevaba consigo las gafas amarillas, el ordenador portátil y la seguridad de estar dispuesta a luchar contra cualquier tipo de cáncer que se le hubiera presentado, pero algo por dentro le decía que su cuerpo estaba bien. Al cabo de dos meses, ecografías, endoscopias y demás análisis, demostraron  la validez de su presentimiento:  su útero era normal  e incluso en aquella época  se había rejuvenecido.



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