giovedì 24 dicembre 2015

L'amica perduta e ritrovata












Negli ultimi tempi avevo smesso di pensare a Fiorella, fino quando una domenica mattina mi era arrivata la sua telefonata. Ero presa da molti  pensieri, forse sarebbe stato meglio dire grattacapi.
- Mi piacerebbe vederti, ho voglia di parlare con te. Potremmo incontrarci a metà strada tra le nostre città, a Torino per esempio? Ho bisogno di allontanarmi qualche giorno da tutti. In questo periodo mi mancano le amiche d'infanzia. Mi disse tutto di un fiato.
Da quando mi ero sposata anch'io avevo trascurato le amiche di vecchia data, soprattutto quelle come Fiorella che avevano lasciato il paese per una città lontana; alcune erano andate a studiare o a lavorare fuori, ma erano tutte ritornate, chi per assistere ai genitori anziani, chi per racimolare un'eredità, chi dopo un fallimento matrimoniale, chi per trovare la pace e sentirsi aiutata dai parenti. Si può dire che frequentavo solamente le amiche che vedevo tutti giorni per strada o in palestra, ogni tanto fissavamo per  andare a cena o prendere  un caffè. Ma i nostri rapporti erano superficiale, non mi confidavo mai con loro.
Da anni avevo problemi con mio marito, c'eravamo allontanati piano piano e nessuno dei due faceva una mossa per evitarlo, mia madre mi soffocava con le sue malattie immaginarie e i figli richiedevano tutte le mie attenzioni o forse era colpa mia, perché non potevo fare a meno di loro. Avrei voluto avere vicino una vera amica come Fiorella, per poter raccontale le mie insoddisfazione, ma non l'ho più cercata.
I primi tempi, dopo la sua partenza, adoravo parlare con lei al telefono, ma piano piano mi ero stancata di chiamarla, lei no lo faceva quasi mai, mi diceva che non le piaceva comunicare attraverso un apparecchio senza vedermi, preferiva scrivermi lunghe lettere, che negli ultimi anni  erano state sostituite  da brevi messaggi di posta elettronica, a cui io per pigrizia raramente rispondevo.
- Possiamo vederci un fine settimana, all'inizio del prossimo mese, prima mi è impossibile, devo sistemare delle cose importanti, poi ti racconterò. Le dissi io, contenta di sentire la sua voce dopo quasi vent'anni.
Pensavo di averla persa, invece dopo la sua telefonata sono affiorati in me tanti ricordi legati alla nostra amicizia infantile e poi alla mie vicissitudini di donna adulta, che per tanti anni nascondevo anche a me stessa.
Eravamo cresciute nello steso paese. Abitavamo a pochi passi una dall'altra. Ogni mattina mi veniva a prendere a casa per andare a scuola. Lei era mattiniera, io invece amavo rimanere a lungo sotto le coperte. Fiorella era sempre contenta nonostante la sua cartella fosse piena di libri, io invece ero scorbutica perché avevo sonno e all'alba mi dava fastidio tutto. Ricordo che camminando per la strada principale, dove a quell'ora transitavano poche persone, lei  continuva a parlare e io la ascoltavo appena, ero arrabbiata col mondo, non avrei voluto dirigermi a scuola, invece lei sembrava la ragazza più felice della Terra. La mia amica Fiorella era speciale, viveva e basta, non si faceva troppi problemi, era amica di tutte le compagne di classe e non era legata a nessuna.
Durante la scuola media  ci siamo frequentate molto, ma dopo, alle superiori, nonostante entrambe studiassimo nello stesso Istituto, ci siamo distanziate, poi quando lei si è iscritta all'Università e io combattevo col mio primo fidanzato, che non voleva che mi trasferissi a studiare in città,  è volata via.
Fiorella era come una farfalla che passava da un fiore all'altro, stava bene dappertutto, ma quando c'erano tensioni o discordie,  usciva dal gruppo. Nonostante a volte mi sentissi tradita perché spariva, c'era qualcosa in lei che mi piaceva, che mi faceva sentire bene. Avrei voluto essere la sua amica  del cuore per raccontarle di me. Lei mi sapeva ascoltare e mi assecondava, ma io rovinavo tutto quando le chiedevo cose intime, ed era allora che diventava sfuggente e non voleva parlare mai dei suoi amori o presunti fidanzatini.
Credo fosse insicura, come del resto lo ero io e tutte le ragazze della nostra età, ma la differenza è che lei lo dimostrava, invece io lo nascondevo, perché non volevo fare brutte figure.
Fiorella era la più sprovveduta, quella più ingenua, quella che cadeva sempre dalle nuvole. Ma quando dopo alcuni anni, mentre studiava all'Università dovette prendere una decisione importante lo fece, io invece, che sembravo la più sicura, in realtà non riuscivo mai a decidere niente, rimandavo, ancora oggi rimando, aspettando che succedesse qualcosa, ma questo gli altri non lo sapevano.
Tutti pensano di me che sia la più brava e quella più forte. A forza di sentirmelo dire, anch'io ci ho creduto per anni. Ma adesso dopo la telefonata della mia amica voglio capirmi  meglio.
Fiorella, anche se non  lo dava a vedere, aveva le idee molto chiare. I suoi dubbi erano sulle cose senza importanza, non sulle scelte di vita. Non voleva mai scontentare nessuno, non sopportava i musi lunghi, le piaceva l'armonia e la contentezza. Per questo le era difficile imporsi e decidere. Amava la gente, ma si sapeva difendere da loro quando le trasmettevano negatività. Io invece rimanevo vicino a chi mi faceva stare male, ma non volevo capirlo. Forse perché non ho amato veramente nessuno, nemmeno me stessa.
Mi sono sposata, abbastanza giovane e senza grandi emozioni, con un mio coetaneo, dopo qualche anno che uscivamo insieme. Prima ero stata fidanzata a lungo con un altro ragazzo del paese molto geloso che mi faceva la vita impossibile.
Vedo ancora Fiorella adolescente, appena c'era un ragazzo che le stava dietro, scappava. Io non la capivo, pensavo che avesse qualche problema.
Non sopportavo stare da sola, ero sempre col mio ragazzo di turno, forse per questo perdevo le amiche. Lei invece aveva tanti amici.
Sono sicura che Fiorella ha imparato a stare bene con se stessa già da piccola, io al contrario ho fatto di tutto per non dover vivere in solitudine.
Mio marito dorme nella camera degli ospiti da tre anni, dal giorno in cui l'ho buttato fuori, quando  ho scoperto che aveva investito di nascosto tutti i nostri risparmi in un affare rischioso. Mi aveva fatto firmare dei documenti legati all'ipoteca della casa. Senza che sospettasse niente. Avevo fiducia in lui, pensare che, nonostante fosse stata la più brava della classe, mi ero fatta raggirare dal marito. Abbiamo perso tutto.
La sua disonestà e le sue bugie mi hanno fatto capire che avevo sbagliato  sposandolo.
Per non distruggere la vita dei nostri figli, allora adolescenti, ho deciso di rimanere insieme a lui, adesso vedete come siamo ridotti,  separati in casa. Rimando di giorno in giorno la decisione dare una svolta alla mia vita, forse perché ho paura di restare da sola.
La mia amica si era sposata innamorata, aveva lasciato tutto per andare in un città lontana. Io non avrei potuto farlo, mai avrei abbandonato la mia terra per un uomo. Mi sono aggrappata alle sicurezze e alle comodità, ma adesso  non ho più niente e mi sento fuori luogo.
Ci vedremo in un caffè del centro di Torino. Prederemo una cioccolata calda e parleremo a lungo, lei mi ripeterà le cose che da sempre la tormentano, nei suoi discorsi mi colpiranno di nuovo alcune frasi:
- Ho la sensazione che le persone infelici possano contagiarmi. Non lo voglio, debbo allontanarmi da loro.
- L' insofferenza, che non ho mai avvertito verso nessuno, comincio a sentirla verso chi è egoista. Tutti portiamo dentro un po' di egoismo, ma molte persone esagerano. Non voglio stagli vicino.
Poi parleremo a lungo di me e del mio matrimonio fallito e lei mi dirà:
- Posso capire che tu non voglia ricominciare da  sola una nuova vita, ma allora perché non riprovare con tuo marito? E' impensabile che tu continui a  abitare con lui  sotto  lo stesso tetto: Si può vivere e poi morire odiando?
Io le dirò che parlare con  una amica perduta e poi ritrovata mi ha dato la forza per voltare pagina.
Fiorella mi abbraccerà e mi dirà che anche lei ha bisogno di me.



1 commento:

  1. è un racconto profondo, sull'amicizia, sulle insicurezze, sul senso di solitudine. Grazie! mariolina

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